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Ritratto di Giulio II di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Ritratto di Giulio II di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
ArteWorld.

Proseguiamo il nostro viaggio tra i ritratti effettuati da Raffaello Sanzio, il quale è stato apprezzato per molte delle sue opere, ma troppo spesso viene sottovalutato il suo lavoro da ritrattista, nonostante la produzione di questa tipologia di opere sia davvero vasta, come abbiamo potuto appurare dai suoi lavori. Oggi resteremo ancora tra le opere del Sanzio, ed andremo a studiare tutti i dettagli sull’opera “Ritratto di Giulio II”.

In questo articolo troverete prima di tutto la storia della produzione dell’opera e successivamente la trasmissione, per capire effettivamente come sia giunta nel luogo di conservazione odierno. Infine effettueremo un’analisi stilistica dell’opera a la descrizione di quest’ultima. Se siete curiosi di conoscere Raffaello sotto ogni aspetto, qui sotto vi consigliamo un ottimo libro che vi aiuterà a comprenderlo ancor meglio di quanto riportato nei nostri articoli.

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Data di produzione: 1511

Dimensioni: 108,7 x 80 cm

Dove si trova: National Gallery, Londra

Esistono ben due versioni di tale lavoro, di cui la prima è quella conservata attualmente a Londra e realizzata nel 1511, mentre la seconda si trova in Italia, datata attorno al 1512 e conservata presso la Galleria degli Uffizi, a Firenze.

Il committente dell’opera potrebbe essere stato lo stesso Papa, poiché il ritratto è stato eseguito dal vivo, ma non abbiamo sufficienti fonti che possano attestare questo pensiero.

Secondo le prime fonti, l’opera venne acquistata insieme ad un altro lavoro del Sanzio, “Madonna del Velo” dal cardinal Sfondrati. Successivamente la ritroviamo presso la collezione Borghese attorno al 1608, ed infine venduta all’imperatore Rodolfo II. Dopo quest’ultima transizione, non abbiamo più tracce di questo quadro.

Sentiamo parlare nuovamente del “Ritratto di Giulio II” all’interno degli Uffizi, che però proveniva dalle collezioni della famiglia Della Rovere, ma questo suscitò qualche perplessità, poiché non avevano nulla a che fare con l’imperatore Rodolfo II; dopo alacri studi, è stato definito che la versione detenuta dai Della Rovere non era altro che una copia antica del lavoro, richiesta dalla stessa famiglia.

A rendere ancor più curiosa la questione ci fu un intervento del 1976 da parte di uno studioso inglese, il quale presso la National Gallery, scoprì un altro “Ritratto di Giulio II”, il quale però sul retro aveva un numero di catalogo, e facendo qualche indagine, riuscì a capire facilmente che questa copia dell’opera era quella che nel 1608 era presente all’interno della Collezione Borghese.

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“Ritratto di Giulio II” Raffaello Sanzio (Städel Museum)

Negli ultimi anni è apparsa un’ulteriore versione di quest’opera, acquistata dallo Städel Museum.

Riassunta brevemente la storia, adesso passiamo all’analisi dell’opera: il soggetto è Giulio II mentre è seduto su una sedia di legno, i cui pomelli sono decorati e ricordano palesemente lo stemma della famiglia Della Rovere. Il soggetto non è rappresentato frontalmente, bensì di tre quarti (come altri lavori del Sanzio) ed indossa una mantella color rossiccio ed una tunica bianca. In entrambe le mani ha diversi anelli che testimoniano il suo status, e nella mano rappresentata a sinistra ha un fazzoletto.

Il Papa è molto vecchio, con una barba lunga ed uno sguardo pensieroso, quasi stanco; il ritratto, oltre a dare grande importanza al soggetto, sembra dare grande rilievo al suo profilo psicologico. Dobbiamo ricordare infatti che nel 1511, lo stesso Papa era in guerra con la Francia ed aveva perso Bologna, mentre imperversavano nel resto dell’Italia ulteriori minacce da parte di altri nemici.

Interessante anche lo sfondo in cui è ambientata la scena (nella versione londinese è più chiaro), dove sul muro si vedono delle decorazioni che richiamano alle chiavi di San Pietro, il primo Pontefice.

Ritratto di Giulio II di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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