Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi: analisi completa dei quadri
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Scopriamo il capolavoro per eccellenza di Artemisia Gentileschi, eccelsa pittrice del Seicento, la quale purtroppo non ha avuto vita facile durante la sua attività di artista, poiché era una donna e in quegli anni quel campo era strettamente dominato dagli uomini. Nonostante ciò, Artemisia pittrice ha realizzato un gran numero di lavori di grande interesse, ancora studiati oggi, come ad esempio “Autoritratto come allegoria della Pittura“, che senza dubbio è una delle sue opere più conosciute. Oggi andremo a studiare “Giuditta che decapita Oloferne”.
Qui potrete leggere tutti i dettagli e le informazioni de “Giuditta che decapita Oloferne” Artemisia Gentileschi; troverete la data di realizzazione dell’opera, le dimensioni, il luogo di conservazione e successivamente anche la descrizione ricca di dettagli della scena rappresentata dall’artista del Seicento.
ARTEMISIA GENTILESCHI NAPOLI
“Giuditta che decapita Oloferne” è stata realizzata due volte da Artemisia Gentileschi in due occasioni diverse. Qui potrete leggere tutte le informazioni sulla versione conservata al Msueo Nazionale di Capodimonte a Napoli.
Data di realizzazione: 1612-1613
Dimensioni: 158,8 x 125,5 cm
Dove si trova: Museo nazionale di Capodimonte, Napoli
Il quadro è stato realizzato in concomitanza ad un infausto evento legato alla vita di Artemisia Gentileschi; secondo le fonti, la donna subì una violenza sessuale operata da Agostino Tassi, il quale immediatamente venne accusato del crimine e venne processato. L’elemento dello stupro e la presenza del carnefice è un elemento costante nella produzione di Artemisia Gentileschi, come si può notare anche nel quadro “Susanna e i vecchioni“.
Secondo alcuni critici, data la coincidenza delle date di produzione di questo “Giuditta che decapita Oloferne” e l’inizio del processo contro Agostino Tassi, questo lavoro potrebbe rappresentare come una sorta di vendetta contro l’uomo che ha stuprato Artemisia Gentileschi. I protagonisti sono tre, ovvero Giuditta, la sua ancella ed Oloferne.
La scena che viene rappresentata è il momento topico della storia, ovvero il momento in cui Giuditta decapita Oloferne con la spada, e l’ancella aiuta la sua padrona a compiere il delitto. Giuditta qui viene rappresentata sicura e priva di rimorsi, quasi come se stesse provando piacere nell’uccidere Oloferne; l’uomo cerca di divincolarsi dalla presa, aggrappandosi anche alla vestaglia dell’ancella in modo disperato, mentre alcuni fiotti di sangue macchiano il materasso sul quale è sdraiato.
I colori utilizzati sono posti su tela in modo deciso, e saltano subito all’occhio il blu intenso della veste di Giuditta, in netto contrasto con il colore della sua pelle pallida ed in più troviamo anche il rosso scuro della veste dell’ancella. Una fonte di luce esterna illumina i tre protagonisti, mettendo completamente da parte il resto dell’ambiente circostante, dando la possibilità all’utente di concentrare il proprio sguardo sul delitto in corso.
Il gioco di luci proposto da Artemisia Gentileschi “Giuditta che decapita Oloferne” dimostra la conoscenza dello stile dei quadri di Caravaggio.
ARTEMISIA GENTILESCHI FIRENZE
Qui trovate tutte le informazioni del quadro “Giuditta che decapita Oloferne” Artemisia Gentileschi, conservato a Firenze e che mostra sostanziali differenze rispetto a quella conservata a Napoli.
Data di realizzazione: 1620
Dimensioni: 199 x 162,5 cm
Dove si trova: Galleria degli Uffizi, Firenze
La prima differenza che salta all’occhio rispetto alla versione del quadro conservata a Napoli è riscontrabile nelle dimensioni: questa è effettivamente più grande di svariati centimetri; questa versione è stata realizzata presumibilmente poco più di otto anni dopo rispetto all’originale.
La scena viene proposta da un punto più distante, permettendo di ammirare più elementi nella composizione: il materasso sul quale è sdraiato Oloferne è più spesso e dettagliato, si intravedono le gambe della vittima, poi mentre nel quadro napoletano le due donne che stanno operando l’omicidio sono vestite di blu (Giuditta) e rosso (l’ancella), qui Giuditta indossa un vestito leggermente elaborato color giallo, mentre l’ancella un modesto vestito bianco.
L’espressione di Giuditta è decisa mentre sta tagliando la gola dell’uomo con la spada, e così anche l’ancella che sta impedendo ad Oloferne di muoversi; Giuditta, rappresentata in questo modo, mentre con una mano regge la spada con l’altra si aggrappa con tutta la rabbia che ha alla barba dell’uomo, rappresentando perfettamente il desiderio di vendetta di Artemisia Gentileschi nei confronti del suo aggressore.
I colori qui sono più chiari, quasi tendenti al giallo; una fonte di luce esterna, (che potrebbe quasi sembrare una candela in questo caso) illumina i tre protagonisti, oscurando completamente qualsiasi elemento non pertinente alla scena. Oltre alle vesti delle donne citate in precedenza, merita attenzione anche il rosso scuro della coperta in cui è avvolto Oloferne.
Questa è l’opera più celebre nella produzione della Gentileschi, ed essendo un tema usualmente riprodotto da molti artisti, esiste anche una versione della “Giuditta e Oloferne” Caravaggio.
Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi: analisi completa dei quadri
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