Crocifisso di Santo Spirito di Michelangelo Buonarroti: analisi completa della scultura
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Andiamo a conoscere tutto quello che riguarda una scultura realizzata da Michelangelo Buonarroti, eclettico artista del Cinquecento, il quale ha dato vita ad alcune delle opere più importanti di tutta la storia dell’arte moderna. Abbiamo conosciuto e studiato molto dello stile di Michelangelo attraverso l’analisi dell’affresco del Crocifisso di San Pietro, ed oggi proseguiremo andando a conoscere tutti i dettagli del Crocifisso di Santo Spirito.
Qui potrete leggere tutti i dettagli di ambito tecnico ed artistico di questo crocifisso in legno scultoreo realizzato da Michelangelo Buonarroti: qui troverete data di realizzazione, dimensioni, luogo di conservazione e descrizione di questo crocifisso Michelangelo.
Data di realizzazione: 1493
Dimensioni: 139 x 135 cm
Dove si trova: Basilica di Santo Spirito, Firenze
Ecco la storia di questo interessante crocifisso legno: Lorenzo il Magnifico, protettore di Michelangelo, nel 1492 morì, lasciando l’artista sotto protezione all’interno del convento di Santo Spirito. In questo luogo, il Buonarroti poté approfondire i propri studi, andando a conoscere soprattutto l’anatomia, grazie alla possibilità di poter studiare da vicino i cadaveri provenienti dall’ospedale.
Per ringraziare il priore Niccolò di Lapo Bichiellini per averlo protetto ed avergli permesso di poter proseguire nella carriera artistica, Michelangelo realizzò questo Crocifisso di Santo Spirito, da collocare sull’altare maggiore.
Nei secoli successivi, di questo lavoro se ne persero le tracce, alimentando l’ipotesi che questo non fosse più all’interno della Chiesa di Santo Spirito, ma proprio nel Novecento, grazie ad uno studio di Margrit Lisner, incentrato sui crocifissi toscani, il lavoro di Michelangelo venne ritrovato sotto un ridipinto che aveva trasformato l’aspetto originario dell’opera.
In poco tempo si capì che il Crocifisso di Michelangelo non aveva mai lasciato la Chiesa di Santo Spirito, ed immediatamente vennero fatti dei lavori per riportare allo splendore originale l’opera ritrovata. Dopo essere stata esposta per breve tempo all’interno di Casa Buonarroti, si decise di esporlo in modo definitivo all’interno della sagrestia di Santo Spirito.
A rendere credibile l’attribuzione di questo lavoro a Michelangelo è lo straordinario realismo anatomico del soggetto: il Cristo qui rappresentato sembrerebbe essere identico al corpo di un giovane quattordicenne morto poco prima; sapendo che Michelangelo aveva avuto la possibilità di poter studiare i cadaveri, le due cose sono state collegate e l’opera è stata immediatamente attribuita al Buonarroti.
Stilisticamente il crocifisso è molto interessante: Cristo è rappresentato in un atteggiamento sofferente, con la testa posta verso sinistra e le gambe sovrapposte l’una sull’altra verso destra, dando una forte sinuosità alla composizione.
Realizzando l’opera in questo modo, Michelangelo permette di ammirare tale crocifisso non solo dal fronte, ma anche dal lato; il forte realismo di questa opera è dato dall’eccezionale resa dei capelli soffici, ma anche dalla resa dei peli del pube. Il corpo di Cristo è debole e gracile, simboleggiando l’assenza di difese davanti alla morte.
Il titolo presente sopra la croce in ebraico, greco e latino è stato riappeso al contrario dopo i lavori effettuati per alterare l’aspetto originale del crocifisso.
Crocifisso di Santo Spirito di Michelangelo Buonarroti: analisi completa della scultura
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