Bronzi di Riace: analisi completa delle statue
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Oggi ti farò conoscere due delle statue più interessanti e misteriose della storia dell’arte antica. Questa coppia di statue è stata oggetto di innumerevoli studi e tutt’oggi gli interrogativi attorno ai loro creatori e molto altro che le riguarda, sono tantissimi. Sto parlando dei bronzi di Riace.
In questo articolo potrai leggere tutto ciò che riguarda ogni bronzo di Riace, partendo dalla storia dei loro possibili creatori, quindi i bronzi di Riace storia e poi passerò ad elencarti maggiori dettagli su i bronzo di Riace fino a che, alla fine, potrai leggere l’analisi stilistica dei due bronzi.
Data di realizzazione: V secolo a.C.
Dimensioni: Statua A 1,98 m; Statua B 1,97 m
Dove si trovano: Museo nazionale della Magna Grecia, Reggio Calabria
I Bronzi di Riace sono stati realizzati senza dubbio nel V secolo a.C., ma non ci sono abbastanza elementi che ci permettano di affermare con certezza chi siano gli autori di queste due statue.
Secondo alcune teorie, c’è chi pensa che la statua A possa essere opera di Fidia o di qualche suo collega/discepolo, poiché mostra evidenti caratteristiche dello Stile severo; infatti, la parte superiore del busto di questa statua è decisamente ferma e statica, caratteristica tipica e ricorrente in tale stile.
La statua B dei bronzi Riace è stilisticamente differente da quella citata in precedenza: ha una postura molto più naturale e non mostra alcun tipo di impedimento o rigidità nei suoi movimenti; questo lascia presupporre che sia stata realizzata probabilmente da Policleto, uno scultore successivo a Fidia e grandissimo innovatore.
Se da una parte, gli autori non sono certi, non lo è nemmeno l’identità dei due protagonisti ritratti nelle statue: si tratta, con molta probabilità, di divinità oppure di eroi molto importanti.
In Grecia, il bronzo era un materiale estremamente costoso, e veniva utilizzato unicamente per delle realizzazioni di importanti statue; inoltre, i committenti erano molto spesso dei grandi gruppi (o addirittura l’intera città), che volevano celebrare i propri miti ed eroi per mezzo di straordinarie creazioni che sarebbero durate nei secoli.
I pochi dettagli però, non hanno permesso di delineare, nello specifico, l’identità dei due bronzi.
I Bronzi di Riace dove sono stati? Prima di giungere definitivamente al Museo Archeologico Reggio Calabria, il luogo di origine di queste due statue è un altro interrogativo molto interessante.
Quasi certamente, le statue provengono da una località non specifica,in Grecia: i due tenoni (gli incastri), ai quali erano ancorate le due statue, sono stati studiati a fondo ed hanno portato a diverse congetture, tra cui la possibilità che, le due statue provenissero addirittura dal Donario del Santuario di Apollo a Delfi.
Successivamente, l’ipotesi del Santuario a Delfi è stata scartata, poiché le due statue pare che non avessero alcuna collocazione in questo importante edificio.
Dopo il completamento dei lavori, non sappiamo quale fosse la destinazione dei due Bronzi di Riace, ma secondo le fonti, vennero caricate su una nave, la cui destinazione, probabilmente era in Italia, presso il popolo romano.
Nel misterioso viaggio, non è molto chiaro se la nave sia naufragata (e quindi tutto ciò che portava a bordo sia affondato), oppure l’equipaggio si sia liberato dell’ingombrante carico; le due statue, furono ritrovate integre, fissate sui tenoni, lasciando supporre che si trattava unicamente di opere d’arte e non delle statue votive, dando la possibilità agli studiosi di pensare che la caduta in mare delle due statue sia avvenuta tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C., proprio quando c’era l’interesse da parte dei romani per l’arte greca era al culmine.
Le statue, vennero ritrovate nel 1972 durante un’immersione nel Mar Ionio, nei pressi delle coste di Riace Marina e poco dopo, cominciarono i lavori di recupero.
Ripescate le statue, vennero immediatamente pulite e cominciarono i primi approfondimenti, fino a che, nel 1975, i due Bronzi di Riace, vennero trasferiti in Toscana, presso il Centro di Restauro della Soprintendenza Archeologica, che disponeva di strumenti all’avanguardia per questa evenienza.
Negli studi effettuati, si notò che per i denti della statua A e per le ciglia di entrambi i bronzi, non venne utilizzato proprio il bronzo, bensì l’argento; per le labbra ed i capezzoli, inoltre, venne utilizzato il rame ed infine, le sclere erano composte da avorio mescolato al calcare
Terminati gli approfondimenti, riparati i danni procurati dal tempo e realizzate delle nuove basi antisismiche in marmo di Carrara, le due statue, vennero trasferite nel Museo di Reggio Calabria.
Questo Museo Bronzi di Riace si è, di conseguenza adattato alla presenza delle due statue, con la realizzazione di una stanza ad hoc per i guerrieri, affinché non avessero potuto subire accidentali danni da parte dei visitatori.
Il Museo Reggio Calabria, o anche il Bronzi di Riace Museo è uno dei più importanti in Italia, poiché contiene questi due grandi capolavori dell’arte greca.
Stilisticamente, i due Bronzi di Riace sono molto interessanti: entrambi sono in una posizione a chiasmo, ma mostrano notevoli differenze.
Il Bronzo A presenta un movimento più “scattoso” e vivo, mentre l’altro è stato realizzato con un movimento più pacato e tranquillo.
Le braccia sono ampiamente distaccate dal corpo e rivestono una grande importanza: senza alcun ombra di dubbio, proprio il braccio piegato, tratteneva in precedenza uno scudo (andato perduto), mentre nell’altra mano i protagonisti dovevano avere una spada.
Il Bronzo B, sembra essere in possesso di una testa leggermente più piccola rispetto all’altra statua: ciò ha fatto intuire che, in origine, doveva indossare una sorta di elmo, andato purtroppo perduto.
Grazie agli innumerevoli studi che sono stati effettuati sulle statue, prima che venissero definitivamente trasportate nel Museo di Reggio Calabria, è stato possibile identificare il procedimento che ha portato alla realizzazione definitiva dei Bronzi di Riace: la base iniziale, attorno al quale poi sarebbe stato realizzato il resto del lavoro, è stata formata attraverso la sovrapposizione di tantissimi strati d’argilla.
Unendo tutti questi livelli di argilla, gli artigiani riuscirono ad ottenere il forte spessore e la potente massa che caratterizza queste due grandiose statue del V secolo a.C.