Voglio raccontarti la storia di una tela che ha cambiato la storia dell’arte contemporanea. Si tratta di un lavoro rivoluzionario e caratterizzato da innumerevoli riferimenti a celebri pittori e correnti artistiche che hanno lasciato il segno. L’artista che ha realizzato quest’opera è Pablo Picasso. Oltre ad essere stato uno dei più celebri artisti di sempre, è stato anche un grande esponente del Cubismo. Oggi voglio dirti qualcosa in più sul suo stile parlandoti di Les Demoiselles d’Avignon.
Ci sono davvero un sacco di cose da dire su questo lavoro.
Ho scritto questo articolo per spiegarti tutto in modo semplice, ma dettagliato.
Una volta che avrai finito di leggere tutto questo, posso assicurarti che:
- Conoscerai l’intera storia che ha per protagonista Les damoiselles d Avignon ed anche le ragioni che l’hanno resa così celebre
- Capirai com’è nata e come si è sviluppata l’idea di questo ritratto cubista
- Scoprirai l’importanza di tutti i piccoli dettagli presenti nella composizione
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere a fondo questo capolavoro? Cominciamo.
Data di realizzazione: 1907
Dimensioni: 243 x 233 cm
Dove si trova: Museum of Modern Art, New York
STORIA
Lascia che ti racconti la storia del lavoro di Picasso Les demoiselles d’Avignon.
Quando inizia la realizzazione di quest’opera, Pablo è un’artista già affermato.
Ha una reputazione davvero notevole.
Il suo nome è già conosciuto in tutta la Spagna ed anche a Parigi.
Appena può effettua sempre qualche viaggio spostandosi costantemente tra la Francia e la Spagna.
Il suo obiettivo è uno soltanto.
Acquisire sempre maggiore popolarità.
E negli anni ha lavorato in diverse località, come:
- Barcellona
- Madrid
- Altre piccole città in Spagna
Ed anche altrove.
Poi arriva il 1904.
Ha tutte le carte in regola: esperienza alle spalle, i contatti con le persone giuste ed un sacco di idee per lasciare il segno.
Ma facciamo un passo indietro.
Tra il 1901 ed il 1904 Pablo ha dato fondo a tutte le sue energie ed ha realizzato molte opere.
Queste, con il tempo sono state riunite in un gruppo chiamato Periodo blu.
Periodo blu?
Proprio così.
I lavori appartenenti a questa fase sono caratterizzate soprattutto dalla presenza di questo colore.
E non solo.
I soggetti prediletti di questi lavori appartengono al ceto più basso della società.
Si tratta di poveri e disperati che Picasso ha conosciuto in Spagna (ed anche a Parigi) agli inizi del ‘900.
Nelle sue tele regnano protagonisti:
- Affamati
- Ciechi
- Malati
E così via.
Questi personaggi hanno due elementi in comune.
La tristezza e la disperazione.
Poi che succede?
Tra il 1904 ed il 1907 c’è una svolta.
L’artista rivoluziona il proprio stile dando inizio al Periodo rosa.
Ed è in questo periodo che nasce Les Demoiselles d’Avignon Picasso.
So cosa stai pensando.
Il periodo rosa cosa ha di differente da quello blu?
Come suggerisce il nome, in questo caso a dominare nelle nuove tele non è più il blu, ma il rosa.
E non solo.
Non c’è più spazio per la tristezza, miseria e dolore.
Pablo aggiunge un nuovo elemento.
La sensualità.
I protagonisti delle opere del Periodo rosa sono:
- Acrobati
- Personaggi del circo
- Personaggi del teatro
I toni che sfrutta sono più intensi e vividi.
Fatta questa premessa, è il momento che ti spieghi nel dettaglio la storia di Picasso Avignon.
È il 1916.
Nelle ultime 2 settimane di luglio (dal 16 al 31 per la precisione), Pablo mostra il suo ultimo capolavoro per la prima volta al pubblico al Salon d’Antin.
Salon d’Antin? Di cosa si tratta?
È un evento organizzato da André Salmon.
Ed è intitolato L’art moderne en France.
L’edificio che ospita la mostra si trova al numero 26 di rue d’Antin.
Questo spazio è stato offerto dal collezionista Paul Poiret.
Ma qualcosa non quadra.
Se Picasso è già famoso perché non ha scelto di mostrare il suo capolavoro in qualche altro evento più importante?
Ottima domanda.
Celebri occasioni come il Salon d’Automne ed il Salon des Indépendants sono stati sospesi a causa della Prima Guerra Mondiale.
Ed il pubblico come ha reagito quando ha visto Les Demoiselles davignon?
Non molto bene.
Pensa che il 23 luglio 1916 su Le Cri de Paris è stata pubblicata una recensione della mostra.
Ecco cosa c’è scritto:
I cubisti non stanno aspettando che la guerra finisca per ricominciare le ostlità contro il buon senso. Mettono in mostra alla Galerie Poiret delle donne nude le cui parti sono sparse in tutti e 4 gli angoli della tela: qui c’è un occhio, lì un orecchio, più in là una mano, un piede sopra ed una bocca sotto. M. Picasso, il loro capo, probabilmente è il meno “arruffato” del gruppo. Lui ha dipinto – o meglio imbrattato – cinque donne che, a dire la verità, sono tutte spezzettate, ma nonostante ciò le loro parti del corpo riescono a stare ancora tutte attaccate. Poi hanno delle facce da maiale con gli occhi che vagano insensatamente sopra le loro orecchie. Un eccitato amante dell’arte ha offerto 20000 franchi per questo capolavoro. M Picasso voleva di più. Ma l’amante dell’arte non ha insistito.”
L’opera di Pablo Picasso Les Demoiselles d Avignon è stata l’unica opera dell’artista spagnolo esposta al Salon d’Antin.
E non è tutto.
Cioè?
Devi sapere che l’artista aveva dato un altro titolo al suo lavoro.
Quale?
Le Bordel d’Avignon (il bordello d’Avignone).
Si trattava di un’incisione abbastanza volgare.
E l’organizzatore della mostra – André Salmon – ha avuto la stessa pensata.
Così ha deciso di cambiare il nome dell’opera in Picasso Demoiselles d Avignon.
In questo modo ha reso meno scandalosa la presentazione al pubblico dell’opera.
Picasso era d’accordo a cambiare il titolo del suo lavoro?
No.
Ed il nuovo nome nemmeno gli piaceva.
Comunque alla fine André riesce a spuntarla.
Ma le occasioni in cui quest’opera è stata presentata al pubblico sono state davvero pochissime.
Davvero?
Sì.
Una di queste è stata nel 1918.
In quell’anno si è tenuta una mostra su Picasso e Matisse alla Galerie Paul Guillame a Parigi.
E poi non ci sono più notizie.
La storia del lavoro di Picasso Mademoiselle prosegue fino al 1924.
Che succede poi?
Con l’aiuto dei suoi amici André Breton e Louis Aragon, Pablo vende la tela al designer Jacques Doucet.
E quest’ultimo quanto l’ha pagata?
25000 franchi.
Devo svelarti qualche dettaglio in più su questo affare.
Sembrerebbe che Doucet abbia ammirato il capolavoro di Picasso al Salon d’Antin, rimanendone ipnotizzato.
Davvero?
Ha addirittura acquistato la tela senza il bisogno di volerla divedere una seconda volta nello studio di Picasso.
Incredibile.
André Breton ha assistito alla trattativa e l’ha descritta così:
Ricordo il giorno che lui (Jacques Doucet) ha acquistato il dipinto da Picasso e – per quanto strano possa sembrare – si sentiva “minacciato” da Doucet e non ha fatto resistenza quando il prezzo offerto è stato di 25000 farnchi “Bene, abbiamo un accordo, M. Picasso” disse Doucet e poi ha aggiunto “Riceverà 2000 franchi al mese a partire dal prossimo fino a quando la somma di 25000 franchi sarà raggiunta”.
Ma Jacques non è stato l’ultimo proprietario del lavoro di Picasso d Avignon.
Perché? Cosa è successo poi?
Sono stati fatti ulteriori approfondimenti su questa compravendita.
Ed è saltato fuori un dato interessante.
Quale?
Doucet ha pagato il lavoro 30000 franchi, e non 25000 come deciso in origine.
Per quale motivo?
Ora te lo spiego.
Qualche mese dopo l’acquisto della tela da parte di Doucet, questa è stata rivalutata.
Ed il suo prezzo è schizzato alle stelle.
Parliamo di una cifra che si aggira tra i 250000 ed i 300000 franchi.
La questione ha incuriosito i critici ed hanno cominciato ad investigare.
Perché Picasso – che in quegli anni è già famoso – ha venduto un suo lavoro ad un prezzo “stracciato”?
E forse una risposta c’è.
Sembrerebbe che Doucet abbia promesso a Pablo che avrebbe fatto in modo che la sua tela arrivasse al Musée du Louvre.
Ed è andata così?
No.
Jacques muore nel 1929.
E nel suo testamento non ha lasciato alcuna istruzione a proposito dell’opera di Picasso.
Poi una gran parte della sua collezione è stata acquistata da privati.
Che fine ha fatto il lavoro di Picasso le Damigelle di Avignone (questo è il titolo in italiano dell’opera, tra l’altro)?
Arriva negli Stati Uniti d’America.
Nel novembre 1937 la galleria d’arte newyorkese Jacques Seligman & Co. ospita una mostra su Picasso.
Ed in questo evento è stata esposta anche Les Demoiselles d’Avignon.
E poi? Cosa succede?
È il MoMA (Museum of Modern Art) ad acquistare il capolavoro pagandolo 24000$.
E come ha fatto a pagare una somma del genere?
In questo modo:
- Ha venduto un quadro di Edgar Degas (guadagnando 18000$)
- Ricevendo delle donazioni da parte di Germain Seligman e Cesar de Hauke
Così si conclude la storia delle Mademoiselle Avignon con il loro arrivo a New York.
DESCRIZIONE
Guarda questa tela attentamente.
Adesso ti dirò tutto ciò che devi sapere a proposito di Les Demoiselles d Avignon analisi.
La primissima cosa che devi sapere è la seguente.
Pablo ha dipinto ciascuna di queste donne l’una diversa dall’altra.
Che significa?
Guarda da più vicino.
In alto a destra c’è una donna che sta spalancando delle tende ed accenna ad entrare nella scena.
È composta da tonalità dense e molto decise rispetto a tutte le altre.
E poi guarda il suo corpo.
Non è per niente reale, anzi è composto soprattutto da forme geometriche.
E la sua testa?
Sicuramente è la protagonista con il volto meno “umano” di tutto il gruppo.
Ma c’è dell’altro.
Cosa?
Se guardi con attenzione sembra che il suo corpo si stia “fondendo” con la tenda di cui ti parlavo prima.
Adesso sposta il tuo sguardo più in basso e guarda l’altra donna seduta in primo piano.
Sono certo che tu sia rimasto colpito – prima di tutto – dal suo strano volto.
Non preoccuparti.
Dopo ti spiegherò il motivo per cui sia lei che la donna in alto a destra hanno queste facce “mostruose”.
Una cosa è certa.
Picasso ha lavorato duramente per ottenere questo effetto “scombinato” che si vede nel volto della donna seduta.
Infatti ha dovuto ritrarla da 2 punti di vista differenti nello stesso istante.
Nel mondo reale ciò è impossibile.
Ed è per questo motivo che ha un’aria così inquietante.
A proposito di dettagli irreali, devi sapere che in questa composizione non c’è la profondità.
Che significa?
Che c’è altezza, lunghezza ma non la profondità.
Pensaci un momento.
Le donne sono state dipinte fontalmente o di lato.
Per quale motivo?
Si tratta di un lavoro rivoluzionario a cui molti critici e studiosi hanno cercato di dare un’interpretazione.
Uno dei più importanti esempi è costituito da Alfred Barr.
Chi è?
Lui è stato il primo direttore del Musem of Modern Art.
Secondo lui questa tela rappresenta un periodo di transizione nello stile artistico di Picasso.
Attraverso tale lavoro ha ripreso alcune caratteristiche cubiste e – nello stesso tempo – ha tentato di inserire qualche novità che avrebbe poi riutilizzato nei lavori successivi.
Ma Barr non è stato l’unico a volerne sapere di più su questo capolavoro.
Studiando i bozzetti ed i disegni preparatori del cubismo las señoritas de avignon è saltato fuori un dettaglio molto interessante.
Quale?
Questa composizione vanta la presenza di molti stili artistici diversi.
E l’obiettivo è uno soltanto.
Catturare la nostra attenzione.
Cioè?
Guarda attentamente le donne.
Non interagiscono tra loro.
Sono in un ritratto di gruppo ma sono tutte “separate” come se non fossero a conoscenza del fatto che ci sono anche le altre accanto.
E non è tutto.
C’è un altro fattore che alcune di loro hanno in comune.
Quale?
Tre di loro stanno guardando dritto verso di noi.
Adesso voglio svelarti un particolare molto interessante.
Sai che in origine quest’opera doveva riguardare 2 uomini in un bordello?
Dovevano essere un marinaio ed uno studente di medicina (infatti quest’ultimo – nei bozzetti – è stato ritratto spesso con un libro o un teschio in mano).
E poi? Perché il soggetto dell’opera è cambiato completamente? I 2 uomini sono scomparsi?
No, in realtà non sono stati cancellati del tutto.
C’è ancora una traccia della loro presenza nella versione finale dell’opera.
Dove?
Il tavolo che si vede nella parte inferiore dell’opera.
I 2 uomini non si vedono nella scena perché si trovano esattamente dove siamo noi.
Dall’altro lato del tavolino.
INFLUENZA
Come ti ho anticipato, in questa composizione c’è la fusione di tanti stili artistici differenti.
Ed ora voglio spiegarti che rapporto c’è tra Les Demoiselles d’Avignon ed altri capolavori della storia dell’arte.
Ma cominciamo dall’inizio.
Prima di presentare il prodotto finito nel 1907, Pablo ha realizzato centinaia di schizzi e studi preparatori.
È stato un lungo percorso che l’ha portato a scoprire l’importanza ed il fascino dell’arte spagnola, delle sculture iberiche e molto altro ancora.
E ciò vale anche per gli oggetti provenienti dall’Africa che in quel periodo a Parigi erano di gran moda.
La presenza delle maschere africane Picasso nell’opera è spiegata proprio dall’interesse da parte di quest’ultimo per questa novità.
Molti esperti, infatti, sono d’accordo sul fatto che Picasso abbia visitato il Musée du Trocadéro (oggi è il Musée de l’Homme) nella primavera del 1907.
Quindi?
In quel luogo sono conservati moltissimi reperti africani e tribali che sicuramente gli hanno dato l’ispirazione giusta per i dettagli di questa composizione.
Ma non si tratta solamente del mondo africano.
Pablo si è appropriato delle tecniche dei migliori artisti della storia.
Per esempio?
El Greco.
Oggi è uno degli artisti del ‘500 più conosciuti ed apprezzati.
Ma ai tempi di Picasso la storia era completamente diversa.
Cioè?
Non lo conosceva quasi nessuno, anzi, molti lo sottovalutavano.
Ma non Ignacio Zuloaga.
E chi è?
Un amico di Pablo.
Lui ha comprato un quadro di El greco chiamato L’apertura del Quinto Sigillo nel 1897 pagandola 1000 pesetas.
E questo cosa c’entra con Les demoiselles d’Avignon?
Ora te lo spiego.
Mentre stava lavorando all’opera di cui ti sto parlando oggi, Picasso è andato a trovare Ignacio nel suo studio a Parigi.
In quell’occasione ha potuto vedere e conoscere l’acquisto più recente del suo amico.
E molto probabilmente si è ispirato proprio all’apertura del Quinto Sigillo.
Dove si vede?
Lo stile ed il punto di vista utilizzato in entrambe le opere è davvero molto simile, per cominciare.
E c’è dell’altro.
Cosa?
Da El Greco ha “preso”:
- Dimensioni
- Formato
- Composizione
Si tratta di un lavoro che ha fornito molte informazioni al maestro cubista.
Ma El Greco non è stato l’unico pittore a cui si è ispirato.
Ah no? E chi altro?
Guarda Diana e Callisto di Tiziano.
Questo è un ritratto di gruppo.
Protagoniste sono diverse donne nude che occupano tutta la compsizione.
La struttura dell’opera è molto simile a quella che Picasso sfrutterà per il suo capolavoro.
E non è tutto.
Anche Rubens ha realizzato una sua personale versione di Diana e Callisto.
E le somiglianze ci sono eccome.
Ma per creare un lavoro talmente imponente da lasciare un segno nella storia, Picasso ha dovuto far ricorso a moltissimi stili ed artisti differenti conosciuti nel corso della sua carriera.
Ed a questo proposito voglio parlarti di Gauguin e Cézanne.
Tra il 1903 ed il 1907 a Parigi ci sono state delle mostre su questi 2 grandi artisti.
E loro hanno influenzato sicuramente lo stile di Pablo.
A dirla tutta è soltanto grazie a loro che il Cubismo è potuto diventare una corrente artistica senza precedenti.
I lavori di Picasso realizzati tra il 1906 ed il 1907 mostrano l’influsso dello stile di Gauguin e Cézanne.
Lascia che ti spieghi meglio.
Prima del 1906 Cézanne (esattamente come El Greco) non era molto conosciuto o popolare.
Il grande pubblico non capisce il suo stile particolare, ma gli studiosi e gli artisti d’avanguardia riconoscono in lui un gran talento.
Ci sono dei collezionisti intraprendenti (come Ambroise Vollard e Leo Stein) che si mettono subito alla ricerca delle opere di Paul.
Loro sanno che presto sarebbe diventato un pittore di fama internazionale.
Picasso cosa ne pensa?
Lui ha conosciuto le opere di Cézanne proprio nelle gallerie d’arte di Ambroise e di Leo.
Ma nel 1906 Paul muore e le sue tele vengono esposte in una grande mostra passata alla storia.
Ed è qui che Pablo trova tutto ciò di cui ha bisogno per le sue future opere.
Un aspetto lo ha colpito in particolare.
Quale?
Cézanne affermava che la natura doveva essere osservata ed analizzata come se fosse composta da forme geometriche come cubi, sfere, cilindri e coni.
Esattamente come farà il cubismo successivamente.
Grazie alle intuizioni di Paul, Picasso ed i suoi colleghi daranno vita a questa fortunata corrente artistica.
Ma prima ti ho parlato anche di Paul Gauguin.
Qual è il suo ruolo?
Ora te lo spiego, ma prima dobbiamo fare un passo indietro.
A cavallo tra il 19° ed il 20° secolo gli aristocratici europei sono alla costante ricerca di novità.
Ed hanno trovato ciò che cercavno all’interno della:
- Arte africana
- Arte oceanica
- Arte dei Nativi Americani
Notando tutto questo improvviso interesse, gli artisti non hanno esitato un attimo e non si sono fatti sfuggire questa occasione.
Picasso, Matisse e Gauguin sono soltanto alcuni dei nomi celebri che hanno trovato un vero e proprio tesoro in queste culture.
Pensa che Gauguin aveva viaggiato spesso in Polinesia personalizzando il proprio stile pittorico e creando qualcosa di completamente nuovo.
Nel 1903 – dopo la sua morte – viene tenuta una mostra che comprende molte sue opere.
In quell’occasione Picasso ha potuto ammirare da vicino gli straordinari ed innovativi colori che Gauguin ha utilizzato per i suoi lavori.
La sua rivoluzionaria arte primitiva (sculture comprese) ha colpito Pablo.
Picasso ha appreso tutte queste cose su Picasso soltanto attraverso la mostra del 1903?
In realtà c’è stata un’altra occasione.
Parte del merito è anche di Paco Durrio, un ceramista/scultore amico di Pablo.
Paco ha collezionato molte delle creazioni di Gauguin perché è stato suo amico e l’ha aiutato mentre era a Tahiti promuovendo il suo lavoro.
Durrio mostra a Picasso le statuette realizzate da Paul ed ha aiutato anche l’artista spagnolo a realizzarne delle altre.
Comunque, a proposito del legame tra Picasso e Gauguin gli esperti hanno una teoria.
Quale?
C’è la statua Oviri (tradotto significa “Selvaggio”) di Gauguin a cui Picasso probabilmente si è ispirato per Les Demoiselles d’Avignon.
Ma non finisce qui.
Le fonti d’ispirazione di Pablo sono davvero tantissime.
La colonizzazione dell’Africa che stava avvenendo in quegli anni ha fatto in modo che molti oggetti tribali arrivassero nelle grandi città europee.
Ed alcuni di questi reperti sono presenti anche in questa composizione.
Molti critici si sono domandati dove Picasso abbia trovato l’idea per realizzare questi particolari.
E forse hanno trova qualcosa.
Le donne sulla sinistra (quelle senza maschera) hanno dei tratti che derivano dalle sculture iberiche.
Quelle con le maschere invece?
Per quello non c’è alcun dubbio.
Si tratta di maschere africane.
E Picasso ha ammesso di essersi ispirato all’arte africana?
Assolutamente no.
Ecco cosa ha detto:
Arte africana? Mai sentita nominare!”
Se avesse detto la verità, allora l’unica fonte di ispirazione rimasta sarebbe soltanto l’arte iberica.
A questo proposito, voglio parlarti di un paio di un paio di reperti trovati ad Osuna e successivamente esposti al Louvre nel 1904.
Probabilmente Picasso ha visto questi elementi e ne ha tratto ispirazione.
È anche vero che lui ha sempre negato qualsiasi collegamento con questo genere di arte, ma le sue visite al museo del Trocadéro (il famoso museo di arte etnografica) sono risapute.
Ecco cosa ha detto quando ha visitato questo luogo nel 1907:
Quando sono andato al Trocadero, è stato disgustoso. Il mercato delle pulci, l’odore. Ero solo. Volevo andare via, ma non l’ho fatto. Sono rimasto. Ho capito che era molto importante. È vero, mi stava accadendo qualcosa. Le maschere non erano dei semplici pezzi di scultura, non del tutto. Erano degli oggetti magici”.
L'articolo Les demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso: la fusione dell’arte contemporanea proviene da .