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Madonna del Belvedere (Madonna del Prato) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

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Madonna del Belvedere (Madonna del Prato) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
ArteWorld.

Continuiamo ancora una volta il nostro percorso di studio della figura di Raffaello Sanzio, che stiamo imparando a conoscere giorno dopo giorno attraverso le analisi e gli studi dei suoi quadri e lavori più importanti, tra cui spicca senza dubbio l’“Autoritratto” che tra diversi misteri e dettagli, ci ha permesso di scoprire molto dell’abilità di questo artista. Nell’articolo odierno andremo a studiare un altro lavoro molto importante, intitolato “Madonna del Belvedere” o anche “Madonna del Prato”.

In questo articolo, per coloro che non ne fossero a conoscenza, partiremo prima di tutto dalla storia della realizzazione dell’opera, descrivendo la commissione e successivamente la trasmissione del quadro, fino a giungere all’analisi del lavoro. Per qualsiasi curiosità o informazione, potete lasciare un commento in fondo all’articolo. Se volete saperne di più sulla vita e sui lavori di Raffaello, vi segnaliamo qui sotto un’ottima selezione di libri che vi aiuteranno ad approfondire il vostro studio.

Madonna del Belvedere Raffaello Sanzio analisi

“Madonna del Belvedere” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1506

Dimensioni: 113 x 88 cm

Dove si trova: Kunsthistorisches Museum, Vienna

Partiamo dal fatto che la datazione dell’opera è certa, poiché troviamo riportato proprio sull’orlo del vestito della Vergine riportata una data, ovvero M.D.VI. Detto questo, iniziamo il nostro studio della “Madonna del Belvedere” riassumendo la storia della commissione e trasmissione. Stando alle fonti, l’opera venne realizzata per Taddeo Taddei, poi successivamente venne data a Ferdinando d’Austria che la portò con se, fino a giungere nel 1773 nelle collezioni imperiali viennesi, più precisamente all’interno del palazzo del Belvedere da cui l’opera ha preso il titolo con cui è riconosciuta.

I più esperti avranno subito riconosciuto che in quest’opera viene riproposto uno schema che abbiamo già avuto modo di studiare in un’altra opera, ovvero “Belle Jardinière”, ma anche la stessa composizione della “Madonna del Cardellino”, le quali entrambe fanno parte della produzione del Sanzio.

La scena che Raffaello ci propone vede protagonisti la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista (anch’esso bambino). Lo schema che i personaggi formano è piramidale, dove Maria è la punta di quest’ultima; l’ambiente che li circonda è un bellissimo ambiente naturale, con una breve traccia in fondo a sinistra, di qualche costruzione urbana.

Gesù Bambino si appoggia alle gambe della madre mentre cerca di tenersi in piedi, e sembra che stia muovendo i primi passi come un qualsiasi altro neonato. Il cugino San Giovanni si inginocchia, mostrando rispetto davanti al Salvatore, ed entrambi giocano con la croce, tipico simbolo della Passione di Cristo e del suo infausto futuro.

Molto interessanti sono le espressioni dei protagonisti, e soprattutto quella di Maria, che tradizionalmente conscia del tragico futuro di Gesù, viene rappresentata sempre pensierosa e triste, mentre in questo caso è serena ed apprezza questo piccolo momento di divertimento di suo figlio. Le vesti di Maria sono molto interessanti: il colore rosso difatti rappresenta la Passione di Cristo, mentre il blu la Chiesa, e simbolicamente quindi indica l’unione tra questi due elementi; è da tenere in considerazione anche la posizione della Vergine, il cui busto è ruotato verso destra, mentre con la testa e lo sguardo si rivolge verso i due bambini che giocano, come se precedentemente fosse voltata altrove.

Il richiamo alle opere di Leonardo da Vinci all’interno di questo quadro è ovvio, soprattutto per la composizione della scena. Alle spalle dei tre personaggi è possibile scrutare un papavero rosso che spicca rispetto a tutto il resto dell’ambiente, e questo è solo un altro elemento che allude alla Passione di Cristo.

Madonna del Belvedere (Madonna del Prato) di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
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