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Relatività di Escher: Un Multiverso di Gravità

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“Relatività” M.C. Escher
Data di Realizzazione1953
Dimensioni27,7 x 29,2 cm
TecnicaLitografia
Dove si TrovaNational Gallery, Washington (Replica)
Museo d’Israele, Gerusalemme (Replica)
Informazioni Relatività Escher

Caratteristiche Chiave

  • Nella scena non c’è una singola gravità, ma 3 differenti, dove ognuna è indipendente dalle altre
  • I personaggi non hanno il volto, sembrano dei robot automi e non gli importa che la gravità non è normale
  • L’opera potrebbe ritrarre un futuro distopico (oscuro e senza speranza) e fa riflettere sulla condizione umana
  • Le 3 scale centrali formano un triangolo sottosopra attorno al quale ruota tutta la scena
  • La composizione è composta da linee oblique e non verticali che danno un senso di instabilità

Storia

Escher disegna Relatività nel 1953.

Più che un disegno è un’incisione su una tavola di legno che è stata stampata, diventando così una litografia lo stesso anno.

Una copia si trova alla National Gallery di Washington ed un’altra sta al Museo d’Israele a Gerusalemme.

Descrizione

In Relatività Escher osserviamo un ambiente irreale dove esistono – nello stesso momento – diversi tipi di gravità.

Ci sono:

  • 7 scale
  • 16 omini
  • 3 piani diversi
Particolare del numero delle scale, dei personaggi e delle gravità

Cominciamo ad osservarli partendo dall’alto a sinistra.

Particolare dell’omino e della coppia vicino la balaustra

C’è una balaustra girata (rispetto a noi) ed un paio di archi dove si vedono un paio di piante ed un vaso sul muretto. Sulla balaustra c’è un uomo appoggiato rivolto verso l’ambiente interno, mentre un’altra coppia di manichini sta fuori e sta uscendo dalla scena.

È possibile raggiungere questo piano utilizzando la scala che sta a destra del pianerottolo: su questa ci sono 2 omini che la percorrono, di cui uno è più a destra e sta per raggiungere un altro piano mentre l’altro va verso il basso, andando ancora più all’interno della scena.

Particolare degli omini che camminano sulla scala in 2 direzioni diverse

Nella scala che sta sotto questa si vede un altro manichino che porta un vassoio con un bicchiere ed una bottiglia.

Particolare dell’omino con il vassoio

Forse sta andando verso la porta aperta poco più avanti.

Particolare dell’omino con il vassoio che va verso la porta (?)

Sopra questa porta si vede un altro arco esterno con un paio di manichini seduti ad un tavolo mentre mangiano all’ombra di un albero.

Particolare degli omini che mangiano al tavolo

Dall’altro lato della porta si vede un ulteriore omino di spalle che sta salendo le scale.

Particolare dell’omino di spalle

Se prendesse le scale alla sua sinistra, andrebbe verso un’altra apertura dove c’è un albero con una piccola chioma nera ed il sole che splende.

Particolare dell’omino che sale verso l’albero ed il sole (?)

Guardando sopra l’arco ci sono altri 2 personaggi: uno è seduto ad una panchina (forse sta leggendo), mentre un altro trasporta un sacco in un’altra direzione.

Particolare dei due omini, uno sulla panchina e l’altro con il sacco sulle spalle

Sono rimasti gli ultimi 3 omini:

  • Due sono a sinistra e stanno percorrendo le scale per uscire
  • L’altro invece è in basso a sinistra con un cesto, pronto per uscire attraversando un’apertura
Particolare dei personaggi a sinistra della scena

Questi sono tutti i protagonisti della scena.

Ora parliamo un attimo della composizione.

Ci sono 3 campi gravitazionali differenti, così come le scale.

Quest’ultime formano un triangolo sottosopra attorno a cui ruota tutta la scena.

Particolare del triangolo rovesciato della composizione

Non ci sono linee verticali, ma solo oblique che danno un senso di instabilità all’opera.

Significato

In questo lavoro non segue la tradizionale legge della gravità.

La scena è divisa in 3 sezioni diverse, ed in ciascuna la gravità funziona in modo differente.

Ma questo non è un problema per i protagonisti, i quali vivono tranquilli la loro vita infischiandosene di questa assurdità.

Poi nessuno ha la faccia e sono tutti uguali.

Più che persone sembrano robot o ingranaggi della scena (un elemento ricorrente nei lavori di Escher) e vivono come degli automi.

Il fatto che non ci siano colori rende l’opera ancora più cupa ed assomiglia ad un futuro oscuro (come viene mostrato spesso nei film di fantascienza).

Relatività è un’opera realizzata per far riflettere sulla condizione umana.

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