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Busto del Salvatore (Salvator Mundi) di Gian Lorenzo Bernini: analisi completa della scultura

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Busto del Salvatore (Salvator Mundi) di Gian Lorenzo Bernini: analisi completa della scultura
ArteWorld.

Parleremo oggi di un’opera di uno scultore molto popolare, ovvero Gian Lorenzo Bernini, le cui opere hanno senza dubbio lasciato un segno indelebile all’interno della storia dell’arte moderna. Abbiamo già visto in passato qualche lavoro del Bernini, e tra questi, la statua della Santa Bibiana, rappresenta uno dei suoi lavori meglio riusciti. All’interno dell’articolo odierno, scopriremo tutto quello che riguarda il “Busto del Salvatore”, chiamato anche “Salvator Mundi”.

In questo breve articolo, troverete le fondamentali informazioni legate a quest’opera del Bernini, tra cui la data di produzione, il particolare materiale con il quale è stato prodotto il piedistallo, l’interessante storia del suo ritrovamento, ed anche la descrizione approfondita dell’opera.

Salvator Mundi Bernini diaspro di Sicilia

“Busto del Salvatore (Salvator Mundi)” Gian Lorenzo Bernini

Data di produzione: 1679

Dimensioni: 103 cm

Dove si trova: Basilica di San Sebastiano fuori le Mura, Roma

Dando una rapida occhiata alla probabile data di realizzazione della scultura, è facilmente intuibile che questa è stata una delle ultimissime opere realizzate dal Bernini scultore, se non addirittura l’ultima. La storia legata a questo “Busto del Salvatore” è molto interessante: grazie ad un documento, sappiamo che si trovava nel palazzo della regina Cristina di Svezia, per poi passare nelle mani del Papa Innocenzo XI negli ultimi anni del Seicento, e dopo ancora, ritroviamo il busto all’interno dell’inventario di Palazzo Odescalchi.

Da quel momento in poi non si ebbero più notizie di questo “Busto del Salvatore” del Bernini, fino a quando, nel 1972, lo studioso Irving Lavin, trovò una statua che rispecchiava esattamente le caratteristiche dell’opera del Bernini andata perduta all’interno del Chrysler Museum di Norfolk. Nel giro di poco tempo, il busto rinvenuto da Lavin venne riconosciuto come l’originale “Busto del Salvatore”, e solo un anno dopo, in Francia venne ritrovata anche una copia di questo lavoro del Bernini.

Inaspettatamente, negli anni Duemila, in una stanza della Basilica di San Sebastiano fuori le Mura a Roma, viene ritrovato un ulteriore busto identico a quello del Bernini: a rendere quest’ultimo busto romano, l’originale, oltre alle caratteristiche stilistiche, c’è il materiale utilizzato per il piedistallo, ovvero il diaspro di Sicilia. Il busto di Roma, attualmente, è considerato l’originale del Bernini.

Adesso effettuiamo l’analisi stilistica di questo “Salvator Mundi” del Bernini: il soggetto è Gesù Cristo, le cui dimensioni sono maggiorate rispetto alla realtà. Il soggetto, ha la testa leggermente girata, ed ha la mano destra alzata, come se stesse benedicendo. Le vesti di Gesù, rappresentate in modo realistico ed estremamente dettagliato, così come anche i suoi capelli, dimostrano che anche se Bernini era molto anziano, non aveva perso molto del suo stile. La statua è realizzata in marmo, mentre il piedistallo è realizzata in diaspro di Sicilia, un minerale molto particolare dal colore molto vivace.

Busto del Salvatore (Salvator Mundi) di Gian Lorenzo Bernini: analisi completa della scultura
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