Il discobolo di Mirone: analisi completa dell’opera
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In questo articolo ti parlerò di una conosciutissima statua greca; il capolavoro di cui mi appresto a raccontarti, insieme ai bronzi di Riace rappresenta una delle creazioni scultoree più importanti mai realizzate dal popolo greco. Ecco tutto quello che devi sapere a proposito del Discobolo di Mirone.
Leggendo questo articolo, scoprirai i fatti fondamentali a proposito de il discobolo di Mirone: data di realizzazione, dimensioni, luogo di conservazione, storia e descrizione della statua.
Data di realizzazione: 455 a.C.
Dimensioni: 124 cm
Dove si trova: Le copie sono in vari luoghi
Non si hanno molte informazioni riguardo il motivo della realizzazione di questa scultura: generalmente, gli storici ritengono che l’opera sia stata realizzata per la città di Sparta e che rappresenti un atleta nel preciso istante che precede il lancio del disco.
Al giorno d’oggi, sono note diverse copie del Discobolo Mirone: tra le più importanti, c’è il Discobolo Lancellotti, conservato presso il Museo nazionale romano di Palazzo Massimo; nello stesso museo romano c’è anche il Discobolo di Castelproziano; inoltre c’è un’altra copia della statua presso il British Museum, chiamato Townley, ed infine, presso Vienna c’è un’ulteriore copia della statua di Mirone.
Le caratteristiche che hanno reso celebre la statua Discobolo di Mirone sono facilmente intuibili guardando la sua particolarissima composizione armonica: ponendosi di fronte alla statua, è possibile (mentalmente) tracciare un arco, che passa direttamente dalla mano che regge il disco, fino al piede piegato; oltre a questa, si può tracciare una seconda linea a serpentina che trova la sua origine dalla testa e che poi attraversa il corpo, fino a giungere all’altro piede poggiato a terra.
Nel Mirone Discobolo la resa del movimento è un ulteriore dato che ha contribuito a rendere eccezionale questa statua: tale aspetto, è stato messo in risalto nel particolare del braccio teso con il disco, pronto a ruotare per lanciare quest’ultimo e sprigionare tutta la forza accumulata.
Il movimento preparatorio per il lancio del disco, sembra far perdere l’equilibrio all’atleta, ma non è così.
Il protagonista riesce a tenersi in piedi grazie alla forza dell’altro movimento generato dalla sua stessa posizione, che lo fissa a terra e gli permette di rimanere stabile.
Il Discobolo statua di Mirone costituisce un punto di svolta fondamentale per la statuaria greca: i due movimenti citati in precedenza, non devono essere intesi come delle forze contrastanti, anzi, al contrario; l’equilibrio finale dell’atleta è donato una somma di forze, le quali, unite tra loro danno come risultato, la stabilità del protagonista.
Questo incredibile, e complesso risultato raggiunto da Mirone potrebbe sembrare troppo avanzato e macchinoso se si pensa che è una scultura del V secolo a.C.; in realtà, l’autore potrebbe ovviato al gravoso problema dell’instabilità della sua creazione, scegliendo semplicemente il bronzo come materiale.
Scegliendo il bronzo come fonte per la realizzazione della statua, Mirone era a conoscenza del fatto che la statua al suo interno sarebbe stata vuota: questo non è un elemento di poco conto, infatti, potrebbe aver utilizzato lo spazio interno per inserire qualche peso, il quale, potrebbe aver contribuito a raggiungere l’equilibrio ricercato.
Diversamente dall’originale, le copie d’età romana della statua sono state realizzate in marmo: in questo caso, non potendo utilizzare lo stesso stratagemma di Mirone, gli altri scultori hanno preferito inserire nella composizione, un piccolo fusto d’albero al quale la statua si appoggia, ottenendo un perfetto equilibrio per l’atleta.
L’unico difetto del Discobolo è il fatto che si può apprezzare solo frontalmente, poiché spostandosi lateralmente ed acquisendo un altro punto di vista, si perdono tutte le caratteristiche d’equilibrio e perfezione armonica.
Molti secoli dopo, capolavori della scultura come il David di Michelangelo o il David Bernini contempleranno molteplici possibilità di visione della scultura.