San Girolamo penitente e San Girolamo scrivente: i 3 volti del santo traduttore
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Voglio farti conoscere 3 straordinare opere d’arte. E perché proprio 3 e non una sola? Perché si tratta di un gruppo di opere realizzate da Caravaggio e che hanno il protagonista in comune. Ho scelto di parlarti di questa curiosa storia perché ti farà conoscere lo stile di Caravaggio e tutti i suoi segreti. Le opere che sto per raccontarti ritraggono San Girolamo.
Le varie tele di S.Girolamo penso che siano davvero importantissime, e ti assicuro che, quando avrai finito di leggere questo articolo, conoscerai:
- La storia ed i dettagli di ciascuna opera di questi quadri di Caravaggio
- Il motivo per cui il pittore ha realizzato 3 quadri con questo santo
- La differenza tra i 3 lavori e molto altro ancora
Cosa aspetti? Sei pronto per scoprire per bene queste opere di san Girolamo?
Cominciamo!
SAN GIROLAMO PENITENTE
In questo paragrafo voglio dirti tutto quello che devi sapere a proposito del Caravaggio san Girolamo conservato al Museo di Montserrat, in Spagna.
Data di realizzazione: 1605-1606
Dimensioni: 137 x 100 cm
Dove si trova: Museo Montserrat, Montserrat
STORIA
Cominciamo dall’inizio.
Secondo le fonti, questo quadro in origine si trovava nella collezione di Vincenzo Giustiniani.
Chi era questo Giustiniani? Era un importante banchiere romano, il cui nome spesso è legato a quello di Caravaggio, dato che gli ha commissionato più di un’opera (tra cui ti cito il famoso quadro Amor Vincit Omnia).
Ma come è arrivato questo quadro in Spagna?
Non è una domanda banale. Se ci pensi, Caravaggio ha passato la sua vita in Italia e non ha mai fatto un viaggio in Spagna.
Il suo lavoro con san Gerolamo, però, è arrivato a Montserrat nel 1617, conservato all’interno di una scatola.
Facciamo un passo indietro.
Devi sapere che un paio di anni prima, un monaco benedettino di Montserrat, Bonaventura Ubach aveva partecipato ad un’asta dove erano venduti diversi quadri e mobili conservati in precedenza a Palazzo Magni a Roma.
Tra gli oggetti messi all’asta c’era anche questo lavoro con S Girolamo non ritratto per intero ed in atto di penintenza.
Il quadro era stato presentato all’evento come un quadro di José de Ribera, conosciuto anche come lo “Spagnoletto”.
Ma aspetta un attimo.
Perché il quadro non è stato attribuito a Caravaggio?
Te lo spiego subito.
Siamo agli inizi del ‘600 e la fama di Caravaggio stava ancora crescendo a Roma, e c’erano nomi molto più popolari rispetto al suo, proprio come quello dello Spagnoletto.
Ci vorranno decenni prima che il nome di Caravaggio si diffonda in tutta Europa.
Bonaventura, pur non sapendo che la tela era stata dipinta dal Merisi, attratto dalla sua bellezza, decide di acquistarla e la porta in Spagna.
Passano i secoli ed arriviamo al 1943, e soltanto grazie agli studi di Roberto Longhi (uno dei massimi studiosi di Caravaggio), si riaccende l’interesse attorno a questa tela e si scopre che il suo autore è effettivamente Caravaggio.
Nel 2005 viene fatto un importante lavoro di restuaro sulla tela al Museo del Prado; data la sua grande importanza, l’opera ha fatto un breve giro dei più importanti musei spagnoli, per poi essere riportata a Montserrat, dove ancora oggi è conservata.
DESCRIZIONE
Questo san Girolamo in meditazione Caravaggio è davvero interessantissimo e merita di essere analizzato con attenzione.
Come puoi vedere, il protagonista indiscusso di tutta la tela è proprio il santo, riprodotto in dimensioni molto grandi.
Ma sai perché è passato alla storia? Devi sapere che san Girolamo è stato molto importante perché ha tradotto la Bibbia dalla lingua ebraica in lingua latina, chiamandola Bibbia Vulgata.
E solo per questo motivo è protagonista di una tela di Caravaggio? No; c’è anche un’altra ragione.
All’inizio del ‘600 (gli anni di massima attività di Caravaggio) san Girolamo è un soggetto molto di moda tra i vari artisti; neanche il Merisi riesce a sfuggire a questa tendenza e realizza 3, e dico 3 tele che ritraggono il celebre santo.
Adesso, tornando a parlare di questa versione conservata in Montserrat, devi sapere anche che non è molto chiaro se sia stato lo stesso Vincenzo Giustiniani a richiedere l’opera oppure si tratti di un “esercizio” dipinto da Caravaggio per piacere.
Conclusa la faccenda della commissione, ti chiedo di guardare la tela con attenzione.
Come puoi notare, il santo è davvero molto vecchio, pieno di rughe e stanco: Caravaggio non rinuncia a nessun dettaglio e ci mostra un santo ritratto come un anziano qualsiasi, al punto che potremmo essere tratti in inganno e potremmo scambiarlo per un tipo qualunque se non fosse per l’aureola (quasi impercettibile) che sta sulla testa di Girolamo.
Ha la testa rivolta verso il basso che rivela una forte stanchezza, ma questo non lo ferma mentre è intento in una profonda riflessione, suggerita anche dallo sguardo che sta rivolgendo al teschio che sta sul lato sinistro dell’opera.
Un teschio? Cosa c’entra? Si tratta di un elemento molto comune nella rappresentazione tradizionale di S. Girolamo: rappresenta l’impossibilità di evitare la morte e sottolinea anche l’inutilità dei beni terreni nella vita umana.
Adesso guarda l’abbigliamento del protagonista: una grande veste rossa avvolge, quasi a modi coperta, le gambe del vecchio Girolamo, e con dei grandi panneggi (ovvero le pieghe), occupa tutta la sezione inferiore del dipinto, evidenziando un forte contrasto con un’altra veste bianca che indossa e che avvolge il suo ventre per ripiegarsi poi anche sul braccio.
Nella penombra puoi vedere la mano con cui Girolamo accarezza la propria barba, mentre l’altra è appoggiata sulla tavola su cui si trova anche il teschio.
A questo punto, se sei un grande appassionato di Caravaggio e conosci tutte le sue opere, dovresti aver già visto un altro suo quadro in cui il protagonista sta nella stessa posizione.
Se non hai idea di chi sto parlando, ti conviene dare un’occhiata al Giovanni Battista conservato a Kansas City, e vedrai come i 2 personaggi siano molto simili.
Ti mostro subito quali sono gli elementi in comune: tutti e 2 i santi hanno la stessa veste rossa, poi sono disposti in modo speculare (Girolamo sul lato destro, mentre Giovanni sul lato sinistro) ed infine c’è quest’oscurità avvolgente dello sfondo che porta direttamente l’attenzione sui protagonisti.
SAN GIROLAMO SCRIVENTE DELLA GALLERIA BORGHESE
Qui voglio farti conoscere tutti i particolari del Caravaggio San Gerolamo scrivente che si trova alla Galleria Borghese di Roma.
Data di realizzazione: 1605-1606
Dimensioni: 112 x 157 cm
Dove si trova: Galleria Borghese, Roma
STORIA
L’uomo che ha richiesto la realizzazione di questo quadro a Caravaggio è stato il cardinale Scipione Borghese.
E chi era questo cardinale? Era una persona molto, ma molto influente, ed inoltre, era un grande appassionato d’arte.
Scipione Borghese ha avuto l’intuito e la prontezza per accaparrarsi il giovane Caravaggio quando a Roma era ancora un perfetto sconosciuto, e lo ha “utilizzato” per farsi realizzare un altissimo numero di opere soltanto per lui.
D’altro canto, Caravaggio deve soltanto al cardinale il suo primo incarico pubblico a San Luigi dei Francesi, dove realizza i 3 dipinti di san Matteo.
Nella lunga lista delle opere che il cardinale ha commissionato a Caravaggio, secondo diversi studiosi, bisognerebbe aggiungere anche una tela che abbia richiesto una tela ritraente san Girolamo.
Perché ha chiesto san Girolamo? Siamo agli inizi del ‘600, in piena Controriforma e durante questo periodo la figura del santo diventa molto popolare.
Con il passare dei secoli, dalla collezione privata del cardinale, la tela di Caravaggio san Girolamo scrivente, arriva alla Galleria Borghese a Roma, dove ancora oggi la puoi ammirare in tutto il suo splendore.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione il quadro di Michelangelo.
Ci troviamo proprio davanti al santo; la scena è dipinta su una tela orizzontale abbastanza lunga: sul lato destro c’è Girolamo che, in questa posizione incurvata, tende verso sinistra, al centro della scena, dove c’è il grande tavolo occupato da una serie di libri giganteschi ed un teschio.
Non c’è dubbio: questi libri, le vesti ed il teschio rappresentano una piccola natura morta, proprio come quella dipinta nel cesto di frutta, sempre di Caravaggio.
Concentrati per un momento sulla testa di Girolamo: come puoi vedere è inclinata verso sinistra e sta accompagnando il corpo che tende verso sinistra.
Non trovi che la forma della testa del protagonista sia molto simile a quella del teschio che sta sulla sinistra?
Caravaggio ritrae il santo mentre è concentratissimo ed impegnato nel tradurre la Bibbia dall’ebraico al latino.
Con una mano sta tenendo il libro aperto, con la testa cerca di avvicinarsi per leggere meglio e si sta concentrando (lo puoi vedere dalle evidenti rughe dovute all’impegno oltre che all’età), e poi, stringe nell’altra mano una penna bianca che sta utilizzando per trascrivere la sua traduzione.
Il protagonista emerge con i dettagli che lo accompagnano da uno sfondo molto scuro, che ci impedisce di capire dove effettivamente sia ambientata tutta la scena (anche se, con molta probabiltà, si tratta di uno studio o una stanza).
Infine, dà un’occhiata ai colori utilizzati in questo Caravaggio Galleria Borghese: salta subito all’occhio quel rosso intenso del mantello di san Gerolamo, poi c’è anche il bianco della veste ripiegata sotto ai libri sul tavolo a sinistra, che si ripete in modo più leggero anche nel libro aperto sotto il teschio, ed infine c’è anche un marrone più chiaro, utilizzato per lo scheletro ed anche per alcuni tratti della pelle di Girolamo (mischiato ad un marrone più scuro, utilizzato solo per la testa del protagonista).
SAN GIROLAMO SCRIVENTE A MALTA
Voglio raccontarti tutto quello che c’è da sapere a proposito del san Girolamo scrivente conservato nella città de La Valletta, a Malta.
Data di realizzazione: 1608
Dimensioni: 117 x 157 cm
Dove si trova: Concattedrale di San giovanni, La Valletta
STORIA
L’opera è stata realizzata nel 1608, tempo dopo la versione conservata a Roma.
Ma cosa ci fa a Malta questo lavoro? Per risponderti, dobbiamo fare un passo indietro di 2 anni.
È il 28 Maggio 1606 e Caravaggio, durante una rissa scoppiata dopo una partita a pallacorda, uccide Ranuccio Tomassoni, un uomo con cui aveva avuto già degli screzi in passato.
Questo crimine cambia la vita del pittore, il quale non ha più contatti con le “persone potenti” dato che ha concluso tutti i lavori per loro. Nessuno può più proteggerlo.
Diventato un ricercato, per evitare il carcere e la condanna a morte che il Papa ha emesso per lui, non può fare altro che scappare da Roma.
Così arriva a Napoli, dove, inaspettatamente, viene accolto come una star e qui ha l’occasione di dipingere tanti altri capolavori, come la Flagellazione di Cristo.
Nella capitale campana gode della protezione di uomini potenti, ma un giorno scopre un modo per tornare a Roma e non essere più un criminale: diventare un cavaliere dell’Ordine dei Cavalieri di san Giovanni a Malta.
L’artista parte immediatamente per la piccola isola e grazie al supporto della famiglia Colonna, la sua nomina a cavaliere giunge in pochissimo tempo; se tutto questo è stato possibile, è anche grazie ad Alof de Wignacourt, il Gran Maestro dei Cavalieri, che ha acconsentito alle richieste della famiglia Colonna.
Caravaggio vuol ripagare Alof dell’aiuto che gli ha offerto e così dipinge un suo ritratto, ma la cosa non finisce qui.
Nella tranquillità di Malta, il giovane Michelangelo può lavorare senza pressione alle sue tele, e proprio in questo periodo dipinge un altro san Girolamo scrivente.
DESCRIZIONE
Questa tela è stracolma di dettagli che raccontano un’altra storia, oltre che quella di San Girolamo.
Di cosa sto parlando? Per saperlo, ti basta guardare in basso a destra della scena.
Lo hai visto quel simbolo dipinto sulla colonna di legno?
Si tratta dello stemma del Primo Ordine dei Cavalieri di San Giovanni a Napoli, agli ordini di Ippolito Malaspina.
E chi era questo Malaspina? Era un parente di alcuni amici di Caravaggio e che ha aiutato il pittore mentre era in difficoltà.
Sulla base di questo simbolo, molti studiosi pensano che le fattezze di questo san Girolamo siano le stesse di Ippolito Malaspina.
Altri, invece, tenendo conto del periodo in cui quest’opera è stata realizzata, pensano che sia Alof de Wignacourt ritratto nelle vesti del santo.
È una faccenda molto curiosa quella dell’identificazione di San Girolamo, ma ci sono anche altri aspetti molto interessanti.
Diversamente dalle altre opere, qui c’è una luce molto forte proveniente da sinistra e che mostra un bellissimo gioco di luci ed ombre in tutto il dipinto.
Soltanto grazie a questa luce possiamo vedere con chiarezza tutti gli oggetti presenti sul tavolo: sulla destra c’è un teschio che allude alla fragilità della vita, una candela spenta ed un crocifisso appoggiato a terra (dove il colore del suo legno è quasi lo stesso del tavolo).
Come accade nelle altre 2 tele con san Girolamo, anche qui il protagonista indossa la veste di un rosso molto caldo e che ne sovrasta un’altra bianco crema, che evidenzia la pelle pallida del santo.
Girolamo è dipinto mentre sta trascrivendo la Bibbia dall’ebraico al latino, e grazie alla luce che penetra nella stanza, si vede qualche dettaglio dell’ambiente circostante.
Il santo è seduto su un letto marrone scuro, mentre in secondo piano sulla sinistra, appoggiato al muro, c’è il cappello cardinalizio che gli apaprteneva (ma che ora ha messo da parte per dedicarsi ad una vita da eremita).
San Girolamo penitente e San Girolamo scrivente: i 3 volti del santo traduttore
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