Madonna del Rosario di Caravaggio: la storia del misterioso committente
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Oggi voglio parlarti di un quadro che nasconde un sacco di misteri. Proprio così. Sono davvero tanti gli interrogativi che circondano questo bellissimo dipinto di Caravaggio, il famoso pittore vissuto nel ‘600 ed autore di alcune tele che hanno scritto la storia. Questo artista, il cui vero nome è Michelangelo Merisi da Caravaggio, nonostante abbia avuto una vita breve, si è dato molto da fare e ci ha lasciato tante, bellissime opere che ci hanno permesso di ricostruire la sua carriera. Il quadro che ti voglio far conoscere oggi è intitolato la Madonna del Rosario.
La storia ed i particolari presenti su questa tela fanno discutere ancora oggi studiosi e critici, e ti assicuro che anche tu, quando avrai finito di leggere questo articolo:
- Conoscerai tutti i motivi che hanno reso quest’opera un mistero continuo
- Scoprirai perché è così importante la figura del committente di questo lavoro
- Ammirerai la bellezza e l’abilità dell’uso dei colori da parte di Caravaggio
E ti assicuro che c’è davvero tanto da dire a proposito di questa tela.
Sei pronto per cominciare? Iniziamo subito!
Data di realizzazione: 1607
Dimensioni: 364 x 249 cm
Dove si trova: Kunsthistorisches Museum, Vienna
STORIA
La storia di questa Madonna del Caravaggio comincia nel 1607.
Il fatto è che non c’è molto da dire a proposito di quest’opera: i primi documenti che citano la Madonna del Rosario risalgono proprio al 1607.
In questi scritti si legge chiaramente che la grande tela di Caravaggio è tra le mani del pittore/mercante d’arte fiammingo, Louis Finson.
Se conosci la storia di Caravaggio, forse Finson è un nome che ti sarà sembrato familiare; in effetti è lo stesso che ha dipinto una copia della Maddalena in estasi, un’altra bellissima opera del Merisi.
Comunque, nel documento c’è scritto che Finson conserva questa bella tela con la Madonna ed il Bambino a Napoli.
E a noi cosa importa?
Si tratta di un dato molto importante, perché ci permette di capire cosa ci fa Caravaggio nella capitale della Campania.
Per capirlo, dobbiamo fare un passo indietro al 1606.
Caravaggio sta vivendo il migliore momento della sua carriera di pittore: ha realizzato capolavori di ogni genere e nobili ed aristocratici fanno a gara per commissionargli un’opera, e lui non si fa pregare.
Tra i quadri che dipinge mentre si trova a Roma c’è la bella Maddalena penitente, un lavoro rivoluzionario che concilia lo spirito provocatorio di Caravaggio, la denuncia sociale e la tradizione cattolica.
Essendo sulla cresta dell’onda, il pittore riceve un sacco di soldi per i suoi lavori; soldi che spende in donne ed alcol.
Il suo carattere poi lo porta ad un sacco di problemi con le autorità, e più di una volta è stato arrestato per aver partecipato in diverse risse.
Questa vita vissuta al limite tra successo ed eccesso, il 28 Maggio 1606 cambia radicalmente.
Quel giorno c’è un’altra rissa ed i protagonisti sono Caravaggio e Ranuccio Tomassoni; i 2 avevano già avuto degli screzi in passato ed oggi è il giorno in cui la goccia ha fatto traboccare il vaso.
La rissa degenera in uno scontro molto più violento, in cui Ranuccio viene ucciso dal pittore.
Il Merisi, diventato un ricercato, non può fare altro che allontanarsi da Roma in fretta e furia, così evita di finire in prigione ed essere giustiziato.
La sua fuga lo porta a Napoli, dove crede di poter stare nascosto in attesa che le acque si calmino, ma ha sottovalutato la sua fama, che anche qui lo ha preceduto.
In questa città i signori più potenti lo vogliono ingaggiare per dipingere dei capolavori ed è così viene dipinta la gigantesca Sette opere di Misericordia ed anche una delle Madonne del Caravaggio più intriganti di sempre e che ti voglio far conoscere oggi: la Madonna del Rosario.
Questa piccola parentesi storica era necessaria per farti capire in che periodo della sua vita, Caravaggio ha dipinto questo quadro.
Chi ha commissionato quest’opera?
È una domanda molto interessante, che ancora oggi non ha una risposta certa, ma solo 2 alternative: il committente potrebbe essere il duca di Modena Cesare d’Este oppure un feudatario, Luigi Carafa-Colonna.
Quelli che pensano che il duca di Modena possa essere il committente, fonda questa ipotesi sul fatto che questa tela fosse destinata nella chiesa di Modena di San Domenico.
Gli altri critici che invece pensano che sia Carafa-Colonna il committente, fanno riferimento ad un particolare dell’opera, ovvero quel grande drappo rosso che assomiglia molto ad un sipario teatrale, avvolto sulla colonna di sinistra.
Cosa c’entra questo drappo con la famiglia nobile? Il colore dominante dello stemma di questa famiglia è proprio il rosso usato per la grande tenda.
C’è anche un altro particolare su cui viene basata questa ipotesi: la casata dei Colonna, dopo la vittoria di Lepanto del 1573, riveste un ruolo molto importante nella nuova festa del rosario (lo stesso tema dipinto sulla tela).
Quali delle 2 ipotesi è quella corretta? Nessuna delle 2, forse.
Ci sono diversi elementi che rendono poco veritiere queste 2 possibilità a proposito delal Madonna Caravaggio.
A far crollare l’ipotesi per la commissione modenese, ci sono un sacco di lettere che parlano di una fantomatica tela per la Chiesa, in cui, il committente all’inizio scrive di aver donato a Caravaggio un sacco di soldi in anticipo, ma che, con il passare del tempo, non avendo più sue notizie, comincia a preoccuparsi.
Nelle ultime lettere della questione, la preoccupazione è palpabile e lascia intendere che questo lavoro non è stato mai realizzato.
L’elemento che invece scredita l’ipotesi della commissione da parte dei Colonna è proprio quello stesso drappo di cui ti ho parlato prima.
In effetti, identificare nel colore del drappo lo stemma della famiglia non è una prova sufficiente che possa rendere accettabile questa spiegazione.
Mettiamo un attimo da parte questa faccenda del committente dell’opera, e cerchiamo di definire il momento esatto in cui Caravaggio abbia realizzato la tela.
Facendo un paio di conti e tenendo in considerazione i momenti chiave della vita di Caravaggio, sicuramente questa tela è da collocare nei primi 6 mesi del 1607, dopo aver completato le 7 opere di Misericordia e prima di partire per Malta.
C’è un’altra questione (su cui tornerò dopo) interessante.
Nel Settembre del 1607, il quadro di Caravaggio Madonna del Rosario viene messo in vendita e se lo aggiudica Finson.
Il fiammingo non riesce a rivendere la tela in Italia e se la porta nei Paesi Bassi, sperando di avere maggiore fortuna.
10 anni dopo, alcuni pittori di Anversa comprano il lavoro di Caravaggio e donano questo capolavoro alla chiesa dominicana di Anversa.
L’opera rimane qui fino al 1636 davanti agli occhi di tutti; poi, nel 1781, l’imperatore d’Austria Giuseppe II d’Asburgo, fa trasferire l’opera a Vienna ed arrivando, alla fine, all’interno del Kunsthistorisches Museum.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione il quadro.
Caravaggio inserisce un sacco di personaggi in questa composizione, e guardandola così, rapidamente, mi ricorda a grandi linee la folla presente nella Morte della Vergine, un quadro che aveva dipinto qualche tempo prima a Roma.
Diversamente dall’opera romana, qui tutte le figure formano una specie di piramide, divisa in 3 sezioni:
- Nella zona inferiore c’è il “donatore” ed altri fedeli inginocchiati
- Nella parte intermedia c’è san Domenico e san Pietro Martire
- Alla punta della piramide c’è la Vergine ed il Bambino in braccio
Adesso dà un’occhiata all’ambiente circostante.
Come puoi notare, si vede ben poco: è tutto scuro, se non per quella grande colonna a sinistra, illuminata da una forte luce e su cui c’è appeso un grandissimo drappo rosso che attraversa tutta la zona superiore dell’opera.
Nel caso te lo stessi chiedendo: si, si tratta dello stesso drappo di cui ti ho parlato prima nella storia dell’opera.
Concentrati un momento sulla figura della Vergine: sta seduta su un trono e rivolge la sua attenzione verso San Domenico (che ha in mano un rosario) e gli sta tendendo un tendendo un braccio mentre gli concede la grazia a lui ed ai poveri fedeli che sono inginocchiati a terra.
Sul lato destro, puoi vedere un uomo che sta indicando la Vergine e rivolge il suo sguardo verso di noi; inoltre, ha una grande cicatrice sulla fronte.
Chi è quest’uomo? E perché ha una cicatrice?
È san Pietro da Verona (o san Pietro Martire). Questo piccolo particolare della ferita potrebbe riferirsi proprio a Caravaggio; in effetti, più di una volta Caravaggio ha inserito degli autoritratti nelle sue opere, come quando si ritrae nell’uomo in secondo piano nel Martirio di S. Matteo.
Forse Caravaggio aveva una bella cicatrice dopo il duello con Tomassoni e quindi ha deciso di riportare questo segno anche sul volto di san Pietro.
Adesso voglio parlarti per un momento dei colori che ha utilizzato.
Ci sono alcune tonalità che sono davvero stupende e che saltano immediatamente all’occhio, come il rosso intenso utilizzato per dipingere la tenda annodata alla colonna (che mi ricorda molto quel rosso che Caravaggio utilizza anche per la veste di San Girolamo), poi c’è anche il blu scuro del mantello della Vergine, che spicca nonostante l’oscurità generale che caratterizza l’opera; infine,sono molto apprezzabili anche i colori della terra che Caravaggio ha utilizzato per diversificare l’abbigliamento delle persone inginocchiate ai piedi di san Domenico.
IL MISTERO DEL DONATORE
Guarda con attenzione l’uomo inginocchiato in basso a sinistra, ritratto mentre sta stringendo la veste di san Domenico e che guarda nella nostra direzione.
Chi è quest’uomo?
Gli studiosi lo hanno identificato come Marcantonio Colonna, il nonno del committente.
Lui merita una menzione a parte rispetto agli altri personaggi, perché alle sue spalle c’è una storia molto interessante.
Quando ti ho parlato della storia della commissione, ti ho detto che non è nota l’identità del committente dell’opera.
La questione si è complicata a tal punto che molti pensano che questo lavoro possa non essere di Caravaggio.
Perché?
Per prima cosa, pensano che la figura della Madonna e del Bambino siano un po’ troppo semplici e lontane da quei bellissimi ed elaborati personaggi di Caravaggio (per farti un’idea, basta che dai un’occhiata alla Madonna dei Pellegrini).
Ma non è solo questo.
Quando Finson ha venduto il quadro, questo è stato portato ad Anversa.
Un incisore del luogo, Lucas Vosterman, ha fatto un disegno dell’opera che mostra un quadro di Caravaggio completamente diverso da come lo conosciamo: manca il donatore!
Questa incisione ha fatto pensare che Caravaggio non avesse completato il quadro nel 1607 e per questo motivo sarebbe stato messo in vendita.
La tela, giunta ad Anversa, sarebbe stata completata da qualche artista del luogo, che avrebbe aggiunto la Vergine, il Bambino e l’uomo sulla sinistra.
Non fa una piega, giusto?
C’è un altro problema.
Tra il 1620 ed il 1640 Vosterman realizza un’altra incisione, che ci mostra il presunto lavoro di Caravaggio in un’altra versione.
Qui la Madonna ed il Bambino sono come nella versione finale, ma il donatore è completamente diverso da quello che vediamo nella versione finale dell’opera.
Come si spiega?
Probabilmente il Vosterman si è servito di una “licenza artistica”, dove ha sostituito la figura del committente originale con un individuo con le fattezze dell’uomo che ha commissionato l’incisione.
Madonna del Rosario di Caravaggio: la storia del misterioso committente
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