Danae di Rembrandt: la rivoluzione del mito greco immerso nell’oro
.
Voglio farti conoscere un bellissimo lavoro del ‘600. Il pittore che ha realizzato questo interessante quadro è Rembrandt, il famoso artista vissuto nel 17° secolo che, oltre ad essere conosciuto per la sua vita agitata, è considerato uno dei massimi maestri dell’arte moderna per via di alcuni capolavori che ha realizzato nel corso della sua carriera. Per farti conoscere meglio questo artista, oggi ho intenzione di parlarti del suo quadro intitolato Danae.
Può darsi che tu non abbia mai sentito parlare di questo quadro, ma io penso che questa tela contenga gli elementi più importanti per conoscere alla perfezione lo stile del Rembrandt pittore.
Ho scritto questo articolo per farti conoscere alla perfezione la tela del pittore olandese e quando lo avrai finito di leggere, ti assicuro che:
- Capirai chi è Danae, quale è la sua storia e come è perché è protagonista di un’opera
- Scoprirai il motivo per cui è una delle opere di Rembrandt più belle e misteriose
- Conoscerai quale è la relazione che c’è tra questa tela ed un altro paio di lavori del pittore Annibale Carracci
E ti garantisco che rimarrai senza parole davanti a questo spettacolare lavoro.
Sei pronto a conoscere davvero questo lavoro? Cominciamo allora!
Data di realizzazione: 1636
Dimensioni: 185 x 203 cm
Dove si trova: Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo, Russia
STORIA
So cosa stai pensando: se Rembrandt è un pittore olandese, perché questo quadro si trova in Russia?
Per rispondere alla tua domanda, è necessario che ti presenti Pierre Crozat.
E chi è?
Si tratta di un collezionista d’arte francese vissuto tra ‘600 e ‘700, ma fa attenzione: non si tratta di un nobile da 4 soldi, ma è uno dei collezionisti più ricchi di tutta la storia.
Pensa che nell’arco della sua vita ha costruito una collezione gigantesca di opere d’arte: parliamo della bellezza di 19000 disegni, 400 dipinti e tante altre sculture.
Nella sfilza dei capolavori che si è accaparrato nel corso della sua carriera, uno dei suoi maggiori successi è sicuramente questo lavoro di Rembrandt, che per varie circostanze (che ora ti racconterò) è arrivato in Russia.
Aspetta un momento: ma Pierre non era francese? Cosa c’entra ora la Russia?
Tra pochi istanti capirai tutto. Pierre muore nel 1740 ed il suo testamento parla chiaro: la sua intera collezione doveva essere smembrata e venduta ed il ricavato doveva essere donato in beneficenza.
Molto generoso, vero?
Ma i suoi eredi non erano d’accordo che dei beni così preziosi venissero “sperperati”; quando parlo degli eredi, mi riferisco ai 3 nipoti di Pierre (figli di suo fratello Antoine), i quali, piuttosto che vedere la loro eredità in beneficenza, hanno preferito tenerla per sé e farci quello che volevano.
Ed è così che Louis-Antoine Crozat vende una grande fetta della collezione dello zio a Caterina II di Russia.
In quel momento, la Russia fa un affare su cui ancora oggi sta guadagnando alla grande ancora oggi: in quell’enorme carico di opere d’arte, c’è anche la Danae di Rembrandt.
Oggi, la collezione di Pierre costituisce un’importante fetta delle opere esposte al museo dell’Ermitage.
Così si conclude la storia di come il quadro di Rembrandt abbia attraversato l’intera Europa, cominciando dallo studio del pittore in Olanda, poi arrivando in Francia con Crozat ed infine nel museo di Russia.
Purtroppo c’è un altro importante evento da aggiungere a questo racconto; il 15 giugno 1985, un pazzo cittadino sovietico di nome Bronius Maigys ha danneggiato la tela di Rembrandt prima con dell’acido solforico e poi tagliandola più volte con un coltello.
Dopo l’attacco, il quadro è in uno stato pietoso: dal capolavoro stracolmo di colori ora rimane soltanto uno strato di macchie.
Fortunatamente i restauratori agiscono velocemente, e lavorano con tutte le loro forze fin dal giorno dell’attentato all’opera per riportarla al suo stato originale.
Nel giro di un paio di anni le complesse operazioni di riparazioni vengono completate ed oggi puoi ammirare questo capolavoro in tutto il suo splendore.
Devo dire che la sfortuna perseguita le opere di Rembrandt; il suo lavoro più famoso, la ronda di notte è stato attaccato più di una volta nel corso degli anni.
DESCRIZIONE
Prima di parlarti del quadro di Rembrandt, devo assolutamente raccontarti la storia di Danae.
Lei è la protagonista di un famoso racconto della mitologia greca: la tradizione narra che suo padre era Acrisio, il re di Argo.
Il padre di Danae era molto triste perché voleva a tutti i costi un erede maschio, e vedendo che ormai si stava facendo vecchio e che sua figlia era vergine, non ha alternativa che recarsi dall’oracolo per vedere se questo maschio sarebbe arrivato prima o poi.
La profezia non fa altro che peggiorare le cose: l’oracolo rivela ad Acrisio che presto avrebbe avuto un erede maschio, ma quest’ultimo lo sarebbe stato il suo assassino!
Davanti a questa terribile notizia, il re di Argo può soltanto correre ai ripari ed elaborare un piano.
Solo sua figlia Danae avrebbe potuto partorire un figlio: per stare al sicuro non deve fare altro che mantenerla lontano dal mondo e lontano da qualsiasi uomo.
Così Acrisio rinchiude sua figlia al sicuro in una torre di bronzo (altre versioni del mito invece parlano di una caverna).
Il caso vuole che Zeus, il signore di tutti gli dei, si innamori di Danae e deciso più che mai a sedurla, riesce a penetrare nella torre dove si trova la donna trasformandosi in una pioggia d’oro.
Dopo il loro incontro, Danae rimane incinta e quando Acrisio lo viene a sapere, ricordandosi della profezia dell’oracolo, abbandona sua figlia e suo nipote Perseo in mare.
Madre e figlio riescono a scampare a questo pericolo grazie all’aiuto di Zeus, il quale si rivolge a Poseidone, il dio del mare, chiedendogli di farli approdare su un’isola tranquilla.
Il giovane Perseo diventa un eccellente guerriero e compie delle imprese eccezionali, come l’uccisione della Gorgone Medusa (ritratta, tra l’altro anche in nel particolare scudo con la testa della Medusa di Caravaggio).
Un giorno, il giovane eroe partecipa a dei giochi olimpici ed in quell’occasione c’è anche Acrisio.
Sfortunatamente, un giavellotto sfugge dalle mani di Perseo e colpisce a morte suo nonno Acrisio.
Questa era la storia di Danae.
Devi sapere che questo mito ha affascinato tantissimi artisti nel corso dei secoli: pensa che esiste una versione di Danae di Artemisia Gentileschi, poi c’è quella di Rembrandt (di cui ti sto parlando oggi), una molto particolare di Gustav Klimt, poi un’interpretazione classica di Tiziano ed infine anche una di Annibale Carracci, purtroppo andata distrutta.
Mantieni a mente questo lavoro del Carracci perché è davvero molto importante per capire com’è stata realizzata questa tela di Rembrandt, ma te ne parlerò tra poco.
Diversamente da tutte le altre Danae di cui ti ho parlato, quella di Rembrandt ha delle caratteristiche uniche: l’attenzione per i dettagli, il chiaroscuro ed un utilizzo molto marcato del colore oro.
Al centro della scena c’è la donna sdraiata sul letto, completamente nuda e con lo sguardo rivolto davanti a sé.
Dai un’occhiata alla sua faccia: i suoi capelli sono scompigliati, è sorridente ma leggermente stordita; sembra che si sia appena svegliata da una lunga dormita.
Ricordi che nella storia di Danae si parla di Zeus trasformato in pioggia d’oro?
Bene. Come puoi vedere, qui non c’è traccia né del dio, né della caratteristica pioggia.
Ma questo non è l’unico elemento che non corrisponde con il classico mito di Danae.
Se questa scena ritrae un attimo successivo all’unione della donna con Zeus, allora lo sguardo della figlia di Acrisio dovrebbe essere rivolto verso l’alto da dove è caduta la pioggia e non davanti a sé come in questo caso.
Il suo braccio è disteso come se stesse salutando qualcuno, mentre l’altra mano è appoggiata su un bel cuscino bianco.
Guarda con attenzione la mano sul letto: ha diversi bracciali preziosi ed un anello all’anulare.
Ma non si tratta di un anello di fidanzamento?
In effetti si tratta di un particolare che non lascia spazio ad altre supposizioni: siamo certi che si tratti di Danae?
Se guardi un po’ più in lontananza, puoi vedere che si sta affacciando nella “camera” della donna un uomo con un turbante e tra le mani un oggetto.
Si tratta di una guardia personale di Danae oppure di un suo pretendente?
Ma adesso dà un’occhiata alla sontuosa camera da letto della donna.
Oltre ai minimi particolari con cui è stato costruito questo ambiente, hai notato che la testiera del letto è a forma di un angioletto ma con la faccia sofferente?
Un altro importante dettaglio riguarda questa luce fioca che avvolge tutta la scena e che si concentra soprattutto sul corpo della donna, simboleggiando la sua castità.
Ma c’è altro che devi sapere a proposito di questa mitica donna.
Sai chi ha posato per il ritratto di Danae?
I lineamenti del suo volto sono quelli di Saskia van Uylenburgh, la moglie di Rembrandt.
Questa non è l’unica occasione in cui la donna posa per suo marito; in molte altre opere del pittore olandese si riconosce facilmente il suo volto.
Nel 1642 Saskia muore e Rembrandt, dopo la scomparsa della compagna comincia a frequentare un’altra donna, Geertje Dircx.
Cosa c’entra tutto questo?
Devi sapere che dopo un’accurata analisi a raggi X a cui è stata sottoposta quest’opera, è stato scoperto che Rembrandt ha fatto più di una modifica a questa tela.
Dopo la morte di Saskia, Rembrandt ha modificato il volto della protagonista rendendola molto più simile a Geertje.
Le altri modifiche riguardano l’intera composizione: in un primo momento il pittore aveva incluso anche la pioggia d’oro dentro la sua scena, ma poi ha deciso di cancellarla del tutto.
Il volto di Danae, poi all’inizio era rivolto verso l’alto e quel curioso angioletto sulla testata del letto aveva una faccia sorridente e non quel grugno che vedi ora.
C’è un altro importante dettaglio che riguarda quest’opera e che voglio farti conoscere.
Se confrontiamo il lavoro di Rembrandt con un’incisione di Annibale Carracci del 1592, intitolata Venere spiata da un satiro, puoi notare immediatamente alcune somiglianze.
Lascia stare che i soggetti ritratti sono completamente differenti, la posizione delle 2 protagoniste è molto simile: se guardi il braccio della dea dipinta dal Carracci puoi notare che è praticamente identico a quello disegnato da Rembrandt.
Anche la tenda che copre Venere da occhi indiscreti assomiglia parecchio a quella che precede la camera da letto di Danae.
Davanti a queste evidenti somiglianze, è più che ovvio che Rembrandt conoscesse sia l’incisione del Carracci ed anche un’altra sua opera, Danae.
Se facciamo un ultimo confronto tra la donna di Rembrandt e quella di Annibale, anche qui le somiglianze si sprecano: stesso braccio teso, l’acconciatura identica delle 2 protagoniste, il braccio sul cuscino uguale e l’indiscutibile somiglianza tra la loro posizione.
Rembrandt riprende la donna dipinta da Annibale e le rende molto più sofisticata immergendola nell’oro ed arricchendo tutto il contesto che la circonda.
Danae di Rembrandt: la rivoluzione del mito greco immerso nell’oro
.