Voglio farti conoscere una tela che diventerà l’antenata di molte opere scandalose. È un lavoro realizzato agli inizi del ‘500 e l’artefice è il veneziano Giorgione, ma parte del merito è anche del suo famoso allievo Tiziano (dopo ti spiegherò meglio questa storia). Il titolo del quadro è la Venere dormiente ed oggi ti farò scoprire la sua storia e molto altro ancora.
Sono i particolari che rendono quest’opera spettacolare e per farti conoscere tutto a proposito della tela, ho deciso di scrivere questo articolo.
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai la storia della Venere dormiente Giorgione e chi è il committente
- Capirai il perché si dice che sano Giorgione e Tiziano i creatori dell’opera e non soltanto il primo
- Scoprirai le opere successive che si sono ispirate a questa tela e che hanno scandalizzato la critica
E molto altro ancora.
Sei pronto per scoprire ogni cosa sulla Venere di Giorgione?
Cominciamo!
Data di realizzazione: 1507-1510
Dimensioni: 108,5 x 175 cm
Dove si trova: Gemäldegalerie Alte Meister, Dresda
STORIA
Siamo nella Venezia di inizio ‘500.
La fama di Giorgione è alle stelle e sono in molti a desiderare una sua opera.
Tra questi, uno dei più interessanti è Girolamo Marcello.
Chi è?
Oltre ad essere un nobile molto ricco, è un appassionato collezionista d’opere d’arte.
Da buon esperto, vuole avere assolutamente un quadro di Giorgione tra le sue proprietà.
Così, nel 1507, poco dopo le sue nozze, commissiona all’artista un quadro con protagonista la Venere dormiente.
Ma nel corso dei secoli ci sono stati un sacco di cambiamenti e la tela non è come la vedi ora.
Cioè?
Un altro collezionista chiamato Marcantonio Michiel ha trascritto la richiesta di Girolamo; all’interno di questa si legge che ai piedi della dea doveva esserci un piccolo Cupido.
Che fine ha fatto?
È stato coperto nell’800 dopo dei lavori di restauro della Venere sdraiata.
E perché si dice che questa è una tela di Giorgione e Tiziano? Non è solo di Giorgione?
Ora ti spiego.
Giorgione è il maestro di Tiziano.
Dopo aver ricevuto la richiesta di questa tela da Girolamo, Giorgione si mette all’opera.
Nel 1510, però, il famoso artista muore lasciando la tela incompleta.
Ed è qui che entra in gioco Tiziano.
Ha tutte le carte in regola per terminare l’ultimo incarico del suo maestro.
E cos’ha dovuto completare di preciso?
Più tardi ti darò tutti i dettagli, ma voglio già darti un assaggio.
Devi sapere che quando il committente vede il lavoro di Giorgione Venere dormiente, rimane un po’ deluso.
E perché?
Non si aspettava una protagonista così idealizzata e poco realistica.
Dato che questa tela è stata realizzata per il suo matrimonio, si aspettava qualcosa di diverso.
Dopo aver sentito le critiche di Girolamo Marcello, Tiziano decide di effettuare qualche modifica all’originale lavoro del maestro.
Vuoi un esempio?
Guarda il lenzuolo panneggiato su cui è sdraiata la protagonista.
Questa è una delle aggiunte più importanti dell’artista veneziano, ma dopo te ne mostrerò molte altre.
Sai perché Girolamo ha fatto dipingere la Venere distesa per il suo matrimonio?
Non soltanto perché è la dea dell’amore.
C’è un altro motivo.
Girolamo Marcello vuole esaltare le proprie radici.
Infatti si vantava di discendere direttamente dalla Gens Iulia (un antico e potente gruppo familiare di Roma).
E questo cosa c’entra?
Nella sua Eneide Virgilio racconta che la donna la dea che ha generato la Gens Iulia fosse proprio Venere.
In pratica, per mettere in risalto le leggendarie origini della propria stirpe, Girolamo fa dipingere un ritratto della dea da Giorgione.
Alla fine Tiziano conclude l’opera aggiungendo diversi elementi qua e là.
Quando la Venere Giorgione (e Tiziano) è completata, in pochissimo tempo diventa una delle opere più apprezzate e famose di Venezia (soprattutto tra gli artisti del tempo).
Ah si?
Proprio così.
Sono diversi gli artisti che si ispirano al lavoro di Giorgione.
Primo fra tutti è il suo allievo Tiziano, il quale realizza un’opera molto simile (la Venere di Urbino).
Poi c’è anche Venere e Cupido di Lorenzo Lotto, Pan e la ninfa di Dosso Dossi e Ninfa in un paesaggio di Palma il Vecchio.
Il successo dell’opera di Giorgione si prolunga nei secoli, coinvolgendo anche grandi artisti futuri come Rubens, Ingres e Manet (quest’ultimo realizzerà la famosa Olympia ispirandosi all’artista veneziano).
Aspetta un momento.
Ma se tutta la storia dell’opera di Giorgione si svolge a Venezia, com’è arrivata a Dresda?
Tutto quello che sappiamo è che nel 1697 il quadro di Giorgione è tra le mani del mercante C. Le Roy, il quale poi lo vende ad Augusto di Sassonia.
Da quel momento la Venere Dresda rimarrà in Germania, entrando a far parte della collezione della Gemäldegalerie Alte Meister, dove si trova tutt’ora.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione questo lavoro.
Giorgione ha dato vita ad un bellissimo quadro e per farlo si è ispirato ad opere del passato.
E quali sarebbero?
Lavori risalenti all’antica Grecia, in particolare delle rappresentazioni dell’Arianna dormiente e dell’Ermafrodito dormiente.
Se guardi attentamente, noterai che le composizioni delle statue greche e della protagonista dell’opera di Giorgione sono molto simili.
Adesso voglio parlarti della Venere dormiente analisi e mostrarti tutti i particolari che la rendono un’opera straordinaria.
Al centro della scena c’è la dea spogliata che dorme su un telo bianco, con la testa appoggiata su un cuscino foderato con un drappo rosso.
Dietro di lei in secondo piano si vede un paesaggio naturale caratterizzato da un paio di alberi.
A destra, invece, c’è un piccolo gruppo di case arroccate su una collina.
Sai che Tiziano “copierà ed incollerà” queste abitazioni anche in altre opere future?
Proprio così, e voglio dimostrartelo.
Dà un’occhiata all’opera qui sotto, è intitolata Noli me tangere.
Quelle case che vedi sulla destra sono le stesse presenti dietro la Venere di Dresda.
Ma le operazioni di Tiziano per completare l’opera del suo maestro non finiscono qui.
Come faccio a saperlo?
Grazie a delle analisi ai raggi X fatte sulla tela.
Queste hanno messo in evidenza tutti i ritocchi e le aggiunte dell’allievo di Giorgione.
In particolare ha:
- Ridotto il lenzuolo su cui è sdraiata Venere
- Reso più vasto il prato che domina in primo piano la scena
- Aggiunto il drappo rosso dietro la testa della dea
Vedi quella roccia sopra la testa della dea?
Anche quella l’ha dipinta Tiziano.
E perché avrebbe aggiunto un dettaglio del genere?
Per dare la sensazione che la dea dorma vicino ad una caverna, lontana dalla civiltà ed totalmente immersa nella natura.
Poi ha anche curato il cielo che vedi nella parte alta del quadro.
Tiziano, furbescamente ha ripreso questo modello e lo ha riutilizzato per altre sue opere: la già citata Noli me tangere ed Amor Sacro e Amor Profano (in quest’ultimo però, il cielo è dipinto al contrario).
Come avrai capito, Tiziano ha avuto un bel da fare per completare questa composizione, ma il merito per la realizzazione della base dell’opera va al maestro Giorgione.
Cosa significa?
L’artista sicuramente ha dipinto le linee compositive del paesaggio che poi si ripropongono – quasi identiche – sulla silhouette della protagonista.
Come sappiamo che la protagonista è proprio Venere e non un’altra donna?
Lo sappiamo grazie alle ragioni della commissione dell’opera da parte di Girolamo Marcello, ma anche perché in questa donna sono evidenti tutte le caratteristiche di Venere, la dea della bellezza.
Questa protagonista è dotata di una bellezza ideale, ha un’espressione sensuale mentre dorme ed è completamente immersa nel sogno.
Sono elementi che nelle rappresentazioni degli artisti futuri si perderanno completamente per lasciare spazio a protagoniste disinibite e ribelli.
Per chiudere il discorso sulla Venere dormiente Giorgione analisi devo dirti un paio di cose a proposito dei colori utilizzati dalla coppia di artisti e sulla composizione.
Hai notato che i colori principali dell’opera sono il marrone e l’arancione?
C’è un motivo ben preciso per la scelta di questi toni.
Giorgione e Tiziano volevano donare all’opera un’atmosfera malinconica e sognante.
Questi colori si distendono perfettamente in tutta l’opera, passando dall’ambiente circostante e passando nuovamente sul corpo di Venere (così viene esaltata anche la somiglianza tra la dea e la bellezza della natura).
E per quanto riguarda la composizione?
Guarda qui sotto. Puoi vedere 2 diagonali che attraversano l’opera:
- Quella rappresentata dal profilo di Venere
- L’altra costituita dall’andamento delle colline e del paesaggio circostante.
C’è un motivo per cui la dea dorme su un lenzuolo bianco ed il cuscino è rosso?
Probabilmente perché sono i colori ricorrenti delle spose del ‘400.
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