Voglio parlarti di un ritratto davvero interessante. Questa tela è stata realizzata nel pieno del ‘500, ma – ad essere sincero – non è molto conosciuta. Il suo autore, al contrario, è uno dei pittori più grandi di tutta la storia dell’arte. Il pittore di cui sto parlando è Tiziano, artista veneziano vissuto nel ‘500 e creatore di eccezionali capolavori. Oggi voglio fartelo conoscere meglio parlandoti del Ritratto del conte Antonio Porcia.
Tra i vari ritratti di Tiziano ho deciso di parlarti proprio di questo perché ci sono un po’ di cose che devi sapere in proposito.
Così ho deciso di scrivere un articolo per spiegarti tutto in modo semplice e chiaro.
Quando avrai finito di leggerlo tutto, ti assicuro che:
- Conoscerai tutta la storia della tela e l’identità del protagonista
- Scoprirai i dettagli e la complessa storia del restauro di questa tela
- Vedrai quali sono gli aspetti che rendono questa composizione uno dei migliori ritratti Tiziano
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene questo lavoro? Cominciamo!
Data di realizzazione: 1535-1540
Dimensioni: 115 x 93 cm
Dove si trova: Pinacoteca di Brera, Milano
STORIA
Per prima cosa devo dirti chi è la famiglia Porcia.
Si tratta di una dinastia nobile del Friuli, la quale nel pieno del ‘500 vive un periodo di grande fortuna e ricchezza.
Al tempo, per celebrare il proprio prestigio, era normale farsi ritrarre per la realizzazione di dipinti come questo.
Si tratta di una tradizione che andrà avanti per molti secoli ancora.
Ti basti pensare ai celebri ritratti di Napoleone di David per avere un’idea.
Ma quello di cui ti parlo oggi è uno dei migliori esempi tra i Tiziano ritratti.
Il protagonista è Antonio Porcia, un importante nobile di Pordenone.
Perché questo nobile ha scelto proprio Tiziano e non un altro pittore?
Il motivo è semplice.
In quegli anni Tiziano era uno dei pittori più famosi e richiesti sul mercato.
Poco tempo prima aveva fatto parlare moltissimo di sé realizzando la famosa e provocante Venere di Urbino.
La sua popolarità aveva raggiunto dei livelli altissimi.
Realizzare una tela del genere nel pieno del ‘500 e poi continuare ad essere uno dei pittori più richiesti non è da tutti i giorni.
Così i ritratti di Tiziano diventano richiestissimi.
Antonio Porcia lo sa bene e decide di farsi ritrarre dal pittore veneziano.
Qual è la storia di questo ritratto?
In realtà non c’è molto da dire.
Lo possiamo riassumere in tre fasi:
- Tiziano riceve l’incarico
- Tiziano completa la tela
- Tiziano consegna la tela al Porcia
Tutto qua?
In realtà c’è qualcosa da aggiungere, come – ad esempio – il ritratto sia arrivato alla Pinacoteca di Brera.
Ora ti racconto tutto.
La tela ritraente Antonio Porcia rimane nelle mani della famiglia per generazioni, fino a che, un giorno, Alfonso Porcia decide di cambiare abitazione e si trasferisce a Milano.
Si tratta di un dettaglio importante, perché questo vuol dire che anche l’intera collezione di quadri (compreso questo ritratto) deve essere spostato.
Passano altri anni e tra un’eredità e l’altra la tela finisce tra le mani di Eugenia Visconti Litta Arese.
Proprio lei nel 1891 decide di donare il ritratto di Antonio Porcia alla Pinacoteca di Brera, dove si trova tutt’ora.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo ritratto.
È davvero fantastico.
Ma non pensi di esserti dimenticato qualcosa?
Quando prima ti stavo raccontando la storia di questo ritratto, avresti potuto farmi la seguente domanda:
Chi ci dice che Tiziano abbia realizzato questo quadro nel 1535-1540?
La risposta è semplice.
È bastato confrontare questa tela con le altre che ha realizzato in quel periodo.
I critici e gli esperti non hanno impiegato molto tempo a scovare dettagli e particolari che accomunassero le tele di Tiziano in quel periodo.
Non c’è nessun dubbio.
Si tratta di un lavoro appartenente alla fase matura della carriera di Tiziano.
Ed ora ti mostrerò i dettagli.
Dà un’occhiata al protagonista.
È ritratto a mezzo busto ed è girato di tre quarti.
Ma dove ho già visto una posizione del genere?
Mi ricorda molto la stessa composizione adottata da Raffaello nel ritratto di un giovane uomo dove il protagonista è messo in risalto in primo piano e con alla destra una finestra che si affaccia su un paesaggio di campagna.
Ma Antonio Porcia è ben diverso dal ragazzo ritratto da Raffaello.
Per prima cosa, è vestito completamente di nero.
Perché è vestito in questo modo?
Il motivo è semplice.
Il nero è il tradizionale colore dei nobili e questa tonalità serve anche a mettere in risalto la preziosa collana che porta al collo.
Questo accessorio è soltanto uno dei vari dettagli che indica la nobiltà del protagonista.
Quali sono gli altri particolari?
C’è il collare da cavaliere e la spada di cui si vede soltanto l’elsa (l’impugnatura) che trattiene con una mano mentre si gira di tre quarti verso di noi.
Chiaramente non si tratta di un lavoro da principianti.
Cioè?
Ora ti spiego.
Quando Tiziano in passato realizzava dei ritratti del genere, non perdeva troppo tempo a mettere in risalto tutti questi dettagli.
Si concentrava soltanto sugli elementi principali.
Qui la situazione è diversa.
Ogni particolare ha tutta l’attenzione che merita e nulla è dato per scontato.
Vuoi un esempio?
Dà un’occhiata al paesaggio che si scorge dalla finestra in alto a destra.
È impossibile dire con precisione a quale ambiente si sia ispirato Tiziano per realizzare questo piccolo scorcio naturale.
Ma una cosa è certa.
Non è la prima volta che utilizza lo schema “protagonista + paesaggio dalla finestre” in un ritratto.
Ma c’è dell’altro che devi sapere.
I colori che Tiziano usa per questo ritratto sono pochi ma scelti con cura.
C’è il nero, il marrone ed un giallo scuro.
A fare da contrasto c’è quell’azzurro che usa per il cielo che non è assolutamente fuori luogo.
C’è un ultimo dettaglio che voglio farti notare.
Sto parlando della firma dell’artista.
Dove si trova?
È proprio lì, sul davanzale, c’è scritto “TITIANVS”.
RESTAURO
Conservare un’opera del genere è stata una vera impresa.
È una tela realizzata nel pieno del ‘500 e mantenerla nelle migliori condizioni non è per niente semplice.
Sai quando è cominciato il restauro?
Le operazioni più recenti – in realtà – sono cominciate di recente.
Ad essere precisi, è accaduto tutto nel marzo del 2014 e nel giro di 7 mesi il ritratto di Tiziano era come nuovo.
Ma i primi importanti lavori di conservazione sono avvenuti a cavallo tra ‘800 e ‘900.
È stato il restauratore Luigi Cavenaghi ad occuparsene prima che la tela arrivasse nella Pinacoteca di Brera.
Quando il ritratto è arrivato tra le sue mani, non era in ottime condizioni.
Sai perché?
Nel corso dei secoli questo quadro è stato trasferito e ritrasferito da una cornice all’altra.
Per adattarlo ad ogni cornice è stato necessario modificarlo un sacco di volte.
Per questo motivo, su tutti i lati della cornice ci sono un sacco di danni.
Cavenaghi poi ha scoperto innumerevoli lacerazioni e seri danni su tutta la tela.
Ma c’è di peggio.
Nel corso degli anni qualcuno ha steso un grande strato nero che ha messo in risalto la figura del conte cancellando completamente tutto quello che c’era intorno a lui.
Era scomparso tutto: il paesaggio, l’ambiente circostante e la firma.
In quelle condizioni non sembrava più un quadro di Tiziano, ma assomigliava più ad un’opera di Caravaggio.
C’era molto da fare.
Così nel 1891 il Cavenaghi ha ripulito tutta la tela ed ha riportato alla luce tutti i problemi dell’opera.
Sul lato destro del quadro c’era una gigantesca fascia chiara e che non presentava più i colori originali della composizione.
Come se non bastasse, le dita della mano sinistra del conte erano state ridipinte e peggiorate con l’aggiunta dello strato nero.
Il risultato?
Sembrava che fossero completamente staccate dal corpo.
Cosa si poteva fare per sistemare le cose?
Cavenaghi per prima cosa ha coperto la fascia chiara ed ha cercato di sistemare gli errori delle dita modificando la cornice intagliata che contiene l’opera.
In seguito le altre operazioni sono state fatte nel 2014.
Grazie alla moderna tecnologia è stato possibile proseguire il processo avviato dallo storico restauratore.
Poi è saltato fuori un altro problema.
A causa di tutte le operazioni di restauro ormai il dipinto non era più in uno stato uniforme.
Ormai era quasi impossibile riconoscere lo stato originale dell’opera.
Grazie a radiografie, raggi X e tecniche avanzate, è stato possibile sistemare la questione e riportare la tela ad uno stato quanto più simile all’originale.
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