Voglio farti conoscere un quadro davvero fantastico. Sono sicuro che ne avrai già sentito parlare, o magari hai avuto la fortuna di vederlo dal vivo. Oggi però ho intenzione di fartelo conoscere nei minimi particolari. L’autore di questa tela è Diego Velázquez, un artista di successo del 17° secolo ed uno dei più famosi esponenti della pittura barocca. Oggi voglio farti scoprire la sua grande abilità ed i segreti del suo stile parlandoti di uno dei suoi quadri più celebri: Las Meninas.
Te lo dico fin da subito.
Si tratta di un quadro molto complesso e ricco di dettagli.
Ma non preoccuparti.
Ho scritto questo articolo proprio per spiegarti in modo semplice tutto ciò che devi sapere sulla tela.
Quando avrai finito di leggere questo testo ti assicuro che:
- Conoscerai tutta la storia del capolavoro Las Meninas Velazquez
- Capirai quali sono i particolari più importanti di questa gigantesca opera d’arte
- Scoprirai le ragioni per cui questo quadro è così famoso
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene questa tela? Cominciamo.
Data di realizzazione: 1656
Dimensioni: 318 x 276 cm
Dove si trova: Museo del Prado, Madrid
STORIA
Siamo in Spagna, 17° secolo.
I pittori non se la passano bene.
Perché?
Da molto tempo il mestiere dell’artista viene spesso disprezzato o sottovalutato.
Tutti pensano che i pittori e gli scultori siano dei semplici artigiani.
Lo stesso discorso non vale però per i musicisti ed i poeti.
Loro vengono ammirati e stimati continuamente.
Ma questo a Diego Velázquez.
Lui ha un obiettivo.
Quale?
Vuole diventare famoso ed affermato come pittore.
Ha tutte le carte in regola per riuscirci e non si fermerà davanti a nessuno ostacolo.
E ci riesce?
Certo.
Con la tenacia ed il duro lavoro riesce a far conoscere il suo talento.
Così entra nella corte di re Filippo IV.
Nel febbraio 1651 ottiene il titolo di Ciambellano di palazzo.
Per Diego ottenere questa carica è un traguardo importante.
Perché?
Perché diventare Ciambellano di palazzo significa diventare più ricco.
Ma questo vuol dire anche lavorare ancora di più.
I suoi impegni a corte sono sempre maggiori.
Pensa che negli ultimi 8 anni della sua vita Diego ha passato pochissimo tempo tra le sue tele.
Ed i quadri che realizzava erano soprattutto ritratti della famiglia reale.
E la Meninas Velazquez quando è stato realizzato?
Nel 1656.
È diventato Ciambellano 5 anni prima che dipingesse questo capolavoro.
Ma pensa che il pittore è stato con la famiglia reale per ben 33 anni.
Davvero?
Certo.
Diego si è sempre dato da fare per cercare di entrare nelle grazie degli uomini più influenti di Spagna.
Soltanto così le sue possibilità di diventare un pittore di successo sarebbero aumentate.
Ma adesso voglio parlarti della storia di Las meninas de Velazquez.
Per farti capire bene la storia di questa tela, dobbiamo fare un passo indietro e conoscere meglio la famiglia reale.
Il re Filippo IV era sposato con Elisabetta di Francia.
La regina però nel 1644 muore.
La tragedia poi prosegue quando il loro unico figlio, Baltasar Carlos di Spagna muore 2 anni dopo.
Filippo è il re e sa che il dolore non lo può fermare.
Il trono ha bisogno di un erede.
Così nel 1649 il re sposa Maria Anna d’Asburgo.
I due hanno una figlia: Margherita Teresa d’Asburgo.
Tieni a mente il suo nome perché è molto importante in Las Meninas Velasquez.
Dalla relazione di Filippo IV e Maria Anna d’Asburgo nascono altri 2 bambini:
- Filippo Prospero di Spagna (che purtroppo morirà quando avrà soltanto 4 anni)
- Carlo II di Spagna
Ed il trono toccherà proprio a quest’ultimo.
So cosa stai pensando.
Perché ti ho raccontato questa storia?
La risposta è semplice.
Las Meninas di Velazquez è un quadro che ritrae i membri di questa famiglia reale spagnola.
E c’è anche il re in questo lavoro?
Sì.
Ma ti dirò la verità.
Non è stato facile convincerlo ad essere presente nel quadro.
Perché?
Perché al momento della realizzazione di questa tela, Filippo IV ha 51 anni.
E non vuole essere ritratto da anziano.
Ma si fida di Diego e sa che con la sua abilità realizzerà un vero capolavoro.
Per permettergli di lavorare al meglio il re concede al pittore la Pieza Principal, una delle maggiori stanze del palazzo reale.
Si tratta di un’informazione importante, perché prima questa era la stanza del piccolo Baltasar Carlos di Spagna, il primo figlio di Filippo IV, morto giovanissimo.
Con il passare del tempo questo ambiente è stato trasformato in un “museo” e poi è diventato lo studio del pittore.
Ed è proprio qui che Las Meninas Diego Velazquez è ambientata.
C’è un’altra cosa che voglio dirti.
Il re è davvero curioso di vedere questa tela completata ed ha seguito attentamente la sua creazione e lo sviluppo.
Davvero?
Pensa che per assistere al lavoro, Filippo ha fatto mettere una sedia apposta nello studio di Diego.
Spesso si siede qui e guarda Velázquez mentre lavora con grande precisione al capolavoro.
Ma c’è dell’altro.
Sembrerebbe che tra Filippo IV e Diego ci fosse una grande amicizia.
Ma la cosa non poteva essere resa pubblica per via della reputazione del re.
Sarebbe stato scandaloso sapere che Filippo IV fosse amico di un semplice pittore.
Addirittura?
Esatto.
Gli artisti a quel tempo venivano disprezzati e considerati come dei semplici artigiani.
Ma è certo che fossero amici?
Sì.
Pensa che dopo la morte di Velázquez il re ha scritto “Sono distrutto” ai margini di una nota a proposito della scelta del suo successore.
Filippo si fida di Diego.
Ed infatti – tra il 1640 ed il 1650 – Velázquez, oltre ad essere il pittore di corte è stato anche il curatore della collezione d’arte europea del re.
Ma sai qual è la parte migliore?
Sembra che Diego potesse agire liberamente nel suo campo.
I suoi predecessori non avevano mai avuto questa possibilità.
Ma cosa significa?
Per farti capire Velázquez ha potuto scegliere personalmente la decorazione e l’arredamento interno delle stanze che poi avrebbero ospitato i quadri della collezione reale.
Ha aggiunto specchi, statue e tappeti dove desiderava.
E poi si è occupato dell’inventario, della conservazione e dell’attribuzione dei quadri della stessa collezione.
Con questa grande libertà d’azione, Velázquez è diventato noto a tutti in poco tempo.
Pensa che nel 1650 viene considerato come un grande esperto del suo campo.
A questo proposito devo dirti una cosa.
Gran parte della collezione che oggi è esposta al Museo del Prado (tra cui opere di Tiziano, Raffaello e Rubens) è composta da opere acquistate dal re Filippo IV con i suggerimenti di Diego.
E Las Meninas by Velazquez come c’è arrivato al Prado?
Ora te lo dico.
Dopo il completamento della tela, sono stati redatti diversi inventari nel corso degli anni.
Molti studiosi all’inizio hanno chiamato questo ritratto La familia.
E la prima, dettagliata descrizione è stata fatta da Antonio Palomino nel 1724.
Chi è?
Un famoso storico dell’arte.
È stato soprannominato il Giorgio Vasari dell’età d’oro (dell’arte) spagnola.
Il Vasari, prima di lui è stato un artista ed uno dei primissimi storici dell’arte in assoluto.
Vissuto nel ‘500, ha scritto Le Vite, un importante testo riguardante la vita dei più grandi artisti che hanno attraversato i secoli fino al suo tempo.
Ma tornando a questo lavoro, c’è un’altra cosa che devi sapere.
Prima di essere completata, Diego ha fatto alcune correzioni sulla tela.
Cioè?
Dopo delle analisi approfondite sono state evidenziate delle bozze o delle modifiche.
Per esempio?
In origine la testa dello stesso Velázquez (più tardi ti spiegherò perché è presente anche lui nel quadro) era inclinata a destra e non a sinistra.
E c’è dell’altro.
La tela Las Meninas by Velasquez è stata tagliata sui lati.
E perché? Com’è successo?
Ora te lo spiego.
Il giorno della vigilia di Natale del 1734 è scoppiato un incendio al Real Alcázar di Madrid (il palazzo reale).
Le fiamme hanno distrutto completamente l’edificio, danneggiando molte delle opere d’arte presenti all’interno.
Questo vale anche per il capolavoro di Velázquez.
Ma per fortuna è stato restaurato velocemente dal pittore di corte Juan García de Miranda.
I danni erano gravi?
Sì.
Pensa che la guancia sinistra della piccola Margherita Teresa d’Asburgo è stata ridipinta da zero.
Il colore era completamente sparito.
Dopo il disastroso incendio, il nome dell’opera salta nuovamente fuori in un inventario della collezione reale del 1747-1748.
In un altro inventario del 1794 l’opera viene indicata con il nome La famiglia di Filippo IV.
Anche in documenti successivi il titolo è sempre lo stesso.
Poi nel 1819 nasce il Museo del Prado.
Ed il quadro di Diego entra immediatamente nella collezione del prestigioso museo.
Nel 1843 viene stilato un catalogo con le opere del Museo del Prado.
Ed è lì che il quadro viene chiamato per la prima volta Las Meninas by velasquez.
Ma non ti sei chiesto cosa vuol dire Las Meninas?
Significa “Le damigelle d’onore”.
Ma la storia della tela non è ancora conclusa.
Perché?
Perché a causa della polvere ed i migliaia di visitatori che ogni giorno si accalcano per vedere questo capolavoro, la qualità della tela sta lentamente peggiorando.
Una volta il contrasto tra il colore blu ed i pigmenti bianchi dei vestiti indossati dalle protagoniste era più nitido.
Ora è tutto rovinato.
L’ultima operazione di pulizia risale al 1984, ed è stata guidata da John Brealey.
Il suo compito era eliminare la polvere che si era formata dalla precedente restaurazione avvenuta nel 19° secolo.
Ce l’ha fatta?
Dipende.
Alcuni esperti ritengono che il suo sia stato un intervento troppo invasivo e che abbia alterato l’opera.
Altri invece pensano che sia stato un lavoro impeccabile.
A proposito dei colori, devo dirti un’ultima cosa.
Nel 1981 nel Museo del Prado è stata effettuata una Las Meninas analysis per analizzare nel dettaglio i pigmenti utilizzati da Diego.
Non c’è dubbio.
Sono i tradizionali colori che Velázquez ha già utilizzato anche per altri suoi quadri.
Ecco quali sono:
- Bianco piombo
- Azzurrite
- Vermiglio
- Ocra
- Nero Carbone
DESCRIZIONE
Guarda questo capolavoro.
È fantastico.
Ed è stracarico di dettagli che voglio assolutamente farti conoscere.
Sei pronto?
Cominciamo dal luogo in cui è ambientata la scena.
Le Meninas Velazquez si trovano nello studio del pittore che – come ti dicevo prima – si trovava nel Real Alcázar di Madrid poi andato distrutto in un incendio.
Diego dipinge questo luogo con poca luce.
Ma non preoccuparti.
Tra poco ti parlerò dettagliatamente anche dell’illuminazione.
Per ora voglio che ti concentri sul muro in fondo.
Li vedi quei quadri?
Si tratta delle tele che Filippo IV ha acquistato dietro consiglio di Velázquez.
Lo so.
C’è talmente poca luce che è molto difficile capire di che quadri si tratta.
Ma gli studiosi ce l’hanno fatta e sono convinti che le 2 tele in alto siano delle opere di Rubens ritraenti delle scene presenti nelle Metamorfosi dell’autore latino Ovidio.
Che lavori sono?
Quello sulla sinistra rappresenta Atena che punisce Aracne per la sua superbia (dopo che è stata sconfitta dalla dea in una gara di tessitura).
Quello di destra invece riguarda la vittoria di Apollo su Marsia.
Perché Velázquez ha messo queste tele in risalto?
Perché sono entrambe delle scene in cui i mortali osano sfidare le divinità e vengono puniti per la loro sfrontatezza.
E poi in entrambe le storie c’è Atena, la dea della saggezza e patrona delle arti.
E la sai una cosa?
Questi lavori sui muri della stanza non sono collocati a caso.
Le loro posizioni combaciano alla perfezione con quanto indicato negli inventari realizzati in quel periodo.
Ma non finisce qui.
Dà un’occhiata al muro a destra.
Lì ci sono altri 8 dipinti, ma è impossibile capire cosa rappresentino.
Forse – anche in questo caso – ci possono aiutare gli inventari riguardanti le opere presenti in questa stanza.
Stando ai documenti probabilmente quei misteriosi 8 lavori sul muro destro sarebbero delle copie di alcuni quadri di Rubens realizzati da Juan del Mazo, il genero di Velázquez.
Ma adesso basta parlare delle tele circostanti.
Guarda un attimo i protagonisti.
Il primo personaggio che voglio farti conoscere è quella piccola bambina bionda al centro che guarda verso di noi.
Lei è Margherita Teresa d’Asburgo, la figlia del re Filippo IV e di Maria Anna d’Asburgo.
Sai quanti anni aveva quando è stata ritratta?
Cinque anni.
E voglio dirti un’altra cosa (che ci servirà più avanti in questo articolo).
Quando Margherita diventerà grande sposerà Leopoldo I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero.
Ora lascia che ti presenti gli altri personaggi del lavoro di Velazquez Las Meninas.
Le due ragazzine ai lati della figlia del re sono delle dame di compagnia.
Qual è il loro incarico?
Devono assicurarsi che Margherita non si cacci nei guai e che stia bene.
Ma chi sono – precisamente – queste dame di compagnia?
Doña Isabel de Velasco e Doña Maria Agustina Sarmiento de Sotomayor.
Isabel è quella alla sinistra di Margherita.
Si sta inginocchiando mentre offre alla piccola reale una tazzina rossa.
Cosa c’è dentro?
Difficile dirlo.
Potrebbe essere una bevanda qualsiasi oppure un búcaro.
Búcaro?
Esatto.
Ti dico di cosa si tratta.
Sono dei piccoli vasetti di ceramica (o argilla) contenenti acqua profumata.
Servono per mantenere sempre il viso pallido (così andava di moda al tempo) o venivano usati per dei riti superstiziosi.
L’altra dama di compagnia invece?
Doña Maria Agustina Sarmiento de Sotomayor è alla destra della piccola Margherita.
Velázquez la ritrae mentre accenna ad un inchino e rivolge lo sguardo verso di noi.
E quei personaggi in primo piano sulla destra chi sono?
Sono 2 persone nane.
Quella che guarda verso di noi si chiama Maria Barbola ed è tedesca.
L’altro ritratto vicino al cane invece è l’italiano Nicolas Pertusato.
A proposito, cosa sta facendo all’animale?
Sta tentando di svegliarlo toccandolo con una scarpa.
Ah, c’è un’altra cosa che devi sapere a proposito del cane.
Cioè?
Si dice che discendesse da una coppia di mastini provenienti da Lyme Hall in Cheshire.
Cheshire? Ma non è in Inghilterra? E come c’è arrivato in Spagna?
Ottima domanda.
Pensa che è stato Giacomo I d’Inghilterra a regalarlo a Filippo III nel 1604.
Ma adesso è il momento che tu conosca anche gli altri personaggi di questo capolavoro.
Dà un’occhiata alla donna dietro Maria Agustina.
Chi è?
Lei è Doña Marcela de Ulloa.
È l’accompagnatrice ufficiale della principessa.
Ma cosa sta facendo? E poi, com’è vestita?
È vestita a lutto.
E non è tutto.
Vedi che sta parlando con un’altra persona?
Lui probabilmente è una guardia del corpo di Margherita.
Adesso alza lo sguardo e guarda in fondo alla stanza.
Chi è quell’uomo che sta all’entrata?
Lui è Don José Nieto Velázquez, il ciambellano della regina vissuto nella metà del ‘600.
Il suo cognome è Velázquez? È un parente del pittore?
Forse.
Comunque il suo ruolo – oltre quello di ciambellano – è anche la gestione degli arazzi nel palazzo.
Ma cosa sta facendo lì in fondo?
Probabilmente è in pausa, ma guardiamo da più vicino la sua posizione.
Ha un ginocchio piegato ed i suoi piedi sono poggiati su dei gradini diversi.
In pratica non si capisce se stia andando via o stia entrando nella stanza.
E poi con quella luce alle spalle non si riconoscono chiaramente i suoi lineamenti; forse sta tenendo su una tenda che divideva la stanza dal corridoio.
E credimi, questa zona con le scale è davvero molto importante.
Perché?
Perché è qui che si trova il punto di fuga dell’opera.
Sai cos’è il punto di fuga?
È il punto in cui giungono tutte le linee prospettiche della composizione.
Ma nessuno dei protagonisti può rendersi conto della presenza del ciambellano dato che è alle loro spalle.
Soltanto noi osservatori – che siamo dall’altra parte della stanza – lo abbiamo visto.
Ma perché non sta con tutti gli altri personaggi ed invece si trova sulle scale?
Perché come ciambellano di corte ha anche il dovere di aprire e chiudere le porte al passaggio del re e della regina.
Ah, quindi c’è anche la coppia reale qui dentro?
Questa è un’ottima domanda.
Moltissimi studiosi hanno cercato di dare una risposta, ma è difficile dirlo con certezza.
Pensa che l’esperto Joel Snyder ha pensato che il re e la regina potrebbero essere seduti nella stanza (in un punto che non vediamo) del quadro di Velazquez Las Meninas.
Oppure potrebbero essere pronti ad uscire da questo luogo.
E come fa ad esserne certo?
Ci sono alcuni particolari molto interessanti.
Lascia che te ne parli.
Se effettivamente la coppia reale fosse all’interno della stanza si spiegherebbe il perché Maria Agustina sia inginocchiata ed anche il motivo per cui José stia mantenendo la porta aperta sulle scale.
Ma non ti preoccupare.
Non ho dimenticato che ci sono anche altri personaggi di cui devo parlarti.
Sai che in questo lavoro c’è un autoritratto di Velázquez?
È proprio lui.
Si trova sulla parte sinistra della composizione ed è impegnato a dipingere un’enorme tela mentre rivolge verso di noi lo sguardo.
Ma aspetta un attimo.
Hai visto quant’è grande la croce che indossa?
Quella è la croce rossa dell’Ordine di Santiago.
Si tratta di un’importante onorificenza.
Ma c’è qualcosa che non va.
Cioè?
Il pittore ha ricevuto questa croce nel 1659, tre anni dopo il completamento di questa tela.
E perché si trova già al suo collo?
Gli studiosi pensano che questo piccolo dettaglio sia stato aggiunto da qualche altro artista (o forse anche dallo stesso Filippo IV dato che era appassionato d’arte ed amico del pittore) dopo la morte di Diego.
Ma c’è dell’altro che devi sapere sull’abbigliamento di Velázquez.
Dalla sua cinta pendono delle chiavi.
E servono per le aprire le porte degli uffici di corte.
Comunque hanno un significato simbolico (rappresentano l’importanza del ruolo di Velázquez nella famiglia reale) dato che non esistono in realtà queste chiavi.
Ora è il momento che ti parli di quello strano specchio che si trova a sinistra della porta sullo sfondo.
Chi sono le 2 persone che si vedono nel riflesso?
Sono il re Filippo IV e la regina Maria Anna d’Asburgo.
Aspetta un momento.
Se si vede il loro riflesso nello specchio vuol dire che ci sono anche loro nella stanza, giusto?
Esatto.
Ma prima di andare avanti facciamo un piccolo riassunto.
I personaggi visibili nella tela sono in tutto 9.
Cinque di loro (compresi il re e la regina nello specchio) guardano dritto verso di noi.
Ma c’è qualcosa che ancora non quadra.
In che senso?
Non è detto che Filippo e Maria Anna siano effettivamente seduti ad osservare la realizzazione del quadro.
Può darsi che il riflesso che si vede nello specchio non sia altro che il soggetto dell’enorme tela su cui lavora Velázquez.
È difficile dirlo dato che noi vediamo soltanto il retro di questo lavoro.
E poi, a dirla tutta, è un’ipotesi non molto affidabile.
Perché?
Perché Velázquez per dei ritratti non ha mai utilizzato dei supporti così grandi.
La forma di questa tela ricorda moltissimo quella di Velasquez Las Meninas di cui ti sto parlando.
E voglio dirti un’altra cosa.
Questo è l’unico lavoro in cui c’è il doppio ritratto del re e della regina per mano di Diego.
E come avrai capito è davvero molto difficile capire se i regnanti fossero davvero in questa stanza o meno.
COMPOSIZIONE
Lascia che ti parli della composizione di questa scena.
Pensa che questa l’elaborata struttura alla base del lavoro è stata studiata nei minimi dettagli per disporre in modo organizzato tutti i protagonisti nella scena.
Lascia che te ne parli.
Tutti i protagonisti si trovano nella parte inferiore della composizione.
Il senso di profondità nell’opera di Velasquez Las Meninas è data dall’uso della prospettiva lineare e dalla sovrapposizione di strati e forme attraverso i colori.
E poi anche la luce è molto importante.
Cioè?
La parte centrale ed inferiore della tela è illuminata da 2 punti:
- La prima si trova sulla parte destra dove c’è la finestra
- La seconda invece si trova sulla porta in fondo al corridoio
A proposito della prima fonte di luce, devi sapere che questa sembra essere talmente forte al punto da illuminare la stanza che la zona in primo piano dove siamo noi.
Sempre riguardo la luce, voglio condividere con te l’opinione del filosofo José Ortega y Gasset.
Secondo lui l’illuminazione divide quest’opera in 3 parti:
- Il primo piano con i protagonisti caratterizzati da una forte luce
- La zona centrale scura dove si intravedono i profili di alcuni personaggi
- Lo sfondo con l’uomo sulle scale
Ma davvero la luce è così importante in questo lavoro?
Certo.
E ti dico anche il perché.
Velázquez si serve della luce:
- Per aggiungere volume e definizione ad ogni forma
- Per mettere in risalto le parti più importanti dell’opera
Mi spiego meglio.
La luce giunge nella stanza dalla finestra sul lato destro ed illumina leggermente la treccia e parte dei capelli di Maria Barbola.
Lei è il personaggio più vicino alla fonte di luce.
Ma guardando attentamente si vede che la sua faccia non è completamente illuminata, anzi.
Questo vuol dire che non è una protagonista principale.
Lo stesso discorso vale anche per Maria Agustina Sarmiento de Sotomayor, la dama di compagnia.
La luce la investe in modo obliquo, mettendo in evidenza la sua guancia e parte del suo vestito.
La vera protagonista è lei: Margherita.
E la luce ne è la prova.
Infatti è completamente illuminata nonostante non sia rivolta con lo sguardo verso la finestra.
Il contrasto con gli altri personaggi è talmente forte da far credere che la bambina non appartenga a questa scena.
Ma a Velázquez questo non basta.
Per mettere ancor di più al centro dell’attenzione la piccola, Diego la pone esattamente in mezzo alle dame di compagnia.
Le 2 ragazze sono messe una di fronte all’altra.
Quella di sinistra (Isabel) ha parte della faccia rivolta verso la luce.
E lo stesso discorso vale anche per la manica del suo vestito.
Maria Agustina invece si trova dalla parte opposta e la luce agisce su di lei esattamente al contrario.
Ma c’è un’altra cosa che devi sapere sul capolavoro di Diego Velazquez Las Meninas.
Cioè?
C’è una connessione, o meglio, una diagonale che unisce Maria Barbola e l’autoritratto dell’artista.
Entrambi rivolgono la loro attenzione verso di noi, ma lo fanno da 2 angoli differenti, creando una sorta di profondità di visuale.
Adesso guarda un attimo il volto di Diego.
L’ambiente è talmente scuro che si vedono a malapena i suoi lineamenti.
E questo è dovuto al fatto che il pittore non viene investito direttamente dalla luce, ma quest’ultima lo “colpisce” di riflesso.
Ma andiamo dritti al punto.
Sicuramente il volto di Velázquez è uno dei primi particolari che salta all’occhio quando si guarda questo lavoro.
E sai il perché?
È tutto merito delle tonalità utilizzate.
Guarda nuovamente la faccia di Diego.
Ci sono vari elementi che mettono in risalto questo dettaglio, e sono:
- Capelli scuri
- La luce sulla mano
- Il pennello
La luce illumina ciascuno di questi particolari che, a loro volta, mettono in risalto il volto del pittore.
E nel discorso della composizione c’entra anche quel misterioso specchio.
Pensa che Diego per disegnarlo ci ha messo pochissimo.
Gli è bastato tracciare un rettangolo chiaro più piccolo e poi un rettangolo scuro più grande per la cornice.
Dentro ha disegnato rapidamente il busto dei 2 regnanti ed il gioco è fatto.
La nostra attenzione finisce immediatamente lì.
E così ci sfuggono altri importanti particolari.
Quali?
Alcuni te li ho già citati prima, come:
- Il volto della nana visibile soltanto in parte
- L’uomo in fondo alla stanza sulle scale
E poi c’è la porta sullo sfondo che è un po’ strana.
In che senso?
La porta è più grande della cornice in cui dovrebbe rientrare.
Ma non preoccuparti.
Alcuni sono dettagli davvero difficili da notare.
Ti faccio un altro esempio.
È davvero difficile capire che quelli ritratti nello specchio siano il re e la regina se li guardi da lontano.
A distanza sembrano soltanto una coppia di ovali con qualche dettaglio.
Ma alla fine, il compito del re e della regina è quello di proteggere la loro piccola Margherita.
E lo stesso vale anche per le dame di compagnia, l’accompagnatrice ufficiale vestita a lutto e la guardia del corpo.
La salvaguardia della piccola reale è la loro priorità.
Ma torniamo a parlare un attimo di Nicolas Pertusato, la persona nana sul lato destro del quadro.
Come puoi vedere ha le mani alzate mentre cerca di svegliare il cane.
Ma aspetta un momento.
La sua posizione è identica a quella di Isabel (anche se nel senso opposto).
Questo è un dettaglio che sfugge facilmente a causa della luce.
Quest’ultima tende a nascondere Nicolas ed i suoi movimenti, rendendo i confronti molto difficili.
E poi lo spazio che coinvolge tutti i componenti di questa tela è talmente ampio che è praticamente impossibile riconoscere tutti i particolari di ogni personaggio.
I nostri occhi devono concentrarsi su una sezione alla volta.
E c’è un’altra cosa.
Sapevi che questa è l’unico quadro di Velázquez in cui si vede il soffitto?
E probabilmente ha scelto di includerlo in questo lavoro dopo aver studiato attentamente i quadri olandesi appartenenti alla collezione di Filippo IV.
LO SPECCHIO
È inutile girarci intorno.
Quello strano specchio sul muro in fondo è un vero e proprio mistero.
Analizzando la posizione dei riflessi e cercando di intuire il punto preciso in cui si trova la coppia reale, si può ipotizzare che la coppia reale si trovi in realtà proprio al nostro posto.
Pensaci un attimo.
Molti dei protagonisti stanno guardando verso di noi, come se fossimo qualcuno di molto importante.
E poi anche Velázquez rivolge lo sguardo fuori dalla tela.
A questo punto la domanda è ovvia.
Stanno guardando noi o il re e la regina?
Questa è una bella domanda.
Se potessimo sbirciare sulla gigante tela sul lato sinistro del quadro tutto sarebbe più facile.
Questo specchio ha un ruolo fondamentale nell’opera.
Sicuramente Diego si è ispirato al ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck e all’eccezionale abilità dimostrata dall’artista nella resa del riflesso nello specchio.
Ma c’è anche da dire che sono 2 specchi completamente diversi.
Nel quadro di Jan Van Eyck è praticamente impossibile riconoscere i personaggi.
INTERPRETAZIONE
Qual è il significato di questo capolavoro?
Ora te lo spiego.
C’è una strana atmosfera “illusoria” che si respira nell’opera.
E questa è data dall’eccezionale gioco di luce ed ombra nella stanza.
Las Meninas per molti studiosi è una sorta di “riassunto” della carriera (e della vita) di Velázquez.
Un riassunto?
Sì, un’opera celebrativa del percorso artistico tracciato da Diego.
Riflettiamo su questa ipotesi.
In questa composizione c’è l’unico autoritratto certo di Velázquez.
Ed ha scelto un’opera ambientata nel palazzo reale, o meglio, nella stanza che ha contribuito a realizzare scegliendo ogni singolo dettaglio decorativo (oltre che i quadri appesi ai muri).
Vuole dare una dimostrazione a tutti coloro che hanno criticato il mestiere d’artista.
Con Las Meninas Velázquez dimostra di non essere né un artigiano né un mercante.
Lui è un ufficiale della corte reale.
E poi in questa composizione ci sono alcuni particolari che Diego ha già incluso in altre opere precedenti.
Per esempio?
La Venere Rockeby.
Questo è una tela di Velázquez del 1648.
Il pittore qui “gioca” con la tradizione pittorica.
Che significa?
Ora ti dico tutto.
Come puoi vedere, la donna è sdraiata su un letto e si guarda allo specchio.
Ma qualcosa non va.
Lo specchio è molto sfocato ed è impossibile riconoscere i suoi lineamenti.
Ma non è questo ciò che voglio dirti.
La donna non sta guardando sé stessa nel vetro, ma ha lo sguardo rivolto verso di noi.
Esattamente come Filippo IV e Maria Anna d’Asburgo in Las Meninas.
Adesso guarda Cristo nella casa di Marta e Maria, un altro lavoro di Velázquez del 1618.
In primo piano ci sono 2 domestiche che stanno preparando da mangiare.
In alto a destra c’è un piccolo spazio dove c’è Cristo con Marta e Maria.
E quindi?
È una composizione abbastanza strana.
Non si capisce se quel particolare nell’angolo sia un’apertura verso un’altra stanza o sia una scena riflessa nello specchio.
Se consideriamo quest’ultima ipotesi è chiaro che in diverse opere di Diego lo specchio è molto popolare.
Voglio parlarti di un altro quadro intitolato Los Borrachos del 1629.
I protagonisti qui sono dei paesani che indossano abiti del ‘600 e che festeggiano in compagnia del dio Bacco (il quale invece indossa giusto una tunica sul ventre secondo la tradizione greca) ed alcuni dei suoi seguaci.
Avrai sicuramente notato che c’è una coppia di uomini che sta guardando verso di noi alla ricerca di una risposta o di una reazione.
E questo particolare ricorda lo sguardo dei tanti personaggi che in Las Meninas rivolgono verso di noi.
INFLUENZA
Il successo di Las Meninas è stato eccezionale.
Molti dei suoi contemporanei avevano già capito che sarebbe diventato un capolavoro famosissimo.
Addirittura?
Certo.
Guarda alcuni lavori fatti da Juan del Mazo, il genero di Velázquez.
Nel 1666 il ragazzo ha ritratto ancora una volta Margherita.
Questa volta aveva 15 anni.
Ed in quel momento si stava preparando per lasciare Madrid ed andare in sposa a Leopoldo I d’Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero.
Perché ti parlo di questo lavoro?
Perché Juan ha usato una tecnica simile a quella di Velázquez in Las Meninas.
E dove si vede?
Sul lato destro della composizione si apre un corridoio che conduce ad un’altra stanza dove si scorgono alcuni personaggi.
Il piccolo bambino è il fratello di Margherita, Carlo ed accanto a lui c’è Maria Barbola, già vista in Las Meninas.
Poi c’è un altro lavoro di Juan del Mazo di cui voglio parlarti.
È il ritratto di Margherita vedova.
Sul lato di questa composizione si vede un corridoio del palazzo reale.
Il bambino è ancora una volta Carlo ed è in compagnia di alcune persone nane (tra cui forse Maria Barbola) ed alcuni camerieri che gli offrono da bere.
È una tela in cui l’artista utilizza una tecnica simile a quella vista in precedenza.
Ti faccio vedere un ultimo lavoro di Mazo, intitolato Famiglia dell’artista.
Ti è familiare?
Ti aiuto io.
La composizione della scena e la posizione dei protagonisti è simile a quella che Velázquez ha usato in Las Meninas.
Anche Francesco Goya si è reso conto del grande valore del quadro di Diego.
Ed infatti ha realizzato una stampa in acquaforte dell’opera nel 1778.
E Goya non è un pittore qualunque.
È diventato uno degli artisti spagnoli più famosi di sempre ed è l’autore del 3 maggio 1808 e di molte altre opere.
Ah, quasi dimenticavo.
Goya ha anche ritratto la famiglia di Carlo IV e per farlo si è ispirato sicuramente al lavoro di Diego.
Come faccio a saperlo?
In entrambi i lavori:
- Protagonista è la famiglia reale
- I personaggi si trovano nello studio del pittore
- C’è l’autoritratto degli artisti impegnati a dipingere
Ma c’è anche una differenza.
In Goya la luce domina tutta la composizione ed i protagonisti sono tutti in bella mostra davanti al pubblico.
In Las Meninas invece c’è un’atmosfera cupa.
Andando avanti nel tempo il capolavoro di Diego ha ottenuto sempre più successo.
Nel 1879 il pittore John Singer Sargent ha prima fatto una copia di Las Meninas di piccole dimensioni.
Poi nel 1882 ha dipinto Le figlie di Edward Darley Boit.
E non c’è dubbio.
Alla base di questa composizione c’è il lavoro di Diego.
Pensa che in seguito Picasso ha dedicato una serie di 58 interpretazioni diverse di Las Meninas, conservando la posizione dei vari personaggi e trasformando il tutto con il suo stile cubista.
LAS MENINAS DI KINGSTON LACY
C’è un altra versione di Las Meninas del Velázquez.
Davvero?
Sì.
Si trova nella dimora di Kingston Lacy, in Dorset.
È più piccola dell’originale.
Molti ritengono che si tratti di un modello realizzato da Diego che gli serviva per completare il quadro.
Forse era una sorta di bozza che ha voluto mostrare a Filippo IV per vedere se gli andasse bene.
O forse non è così.
Per conoscere meglio questo lavoro sono state effettuate diverse radiografie su questa tavola.
E sai cosa è stato scoperto?
Che questa versione è stata realizzata dopo di quella conservata al Museo del Prado.
E quindi?
Questo cambia le carte in tavola.
Sono spuntate fuori altre ipotesi, tra cui una che riguarda ancora una volta Juan Mazo.
Forse l’ha fatta proprio lui questa variante di Las Meninas.
Ma è diversa dall’originale?
Mancano alcuni particolari, come il riflesso della coppia reale nello specchio e delle sfumature qua e là.
Tralasciando questi dettagli, il lavoro di Kingston Lacy è caratterizzato da colori chiari, una luce più fioca e da alcune linee a matita che evidenziano il profilo della piccola Margherita.
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