Voglio farti conoscere un quadro misterioso. Può darsi che tu ne abbia già sentito parlare, ma posso assicurarti che ci sono alcuni dettagli che meritano di essere approfonditi. L’autore di questa fantastica tela è Caspar David Friedrich, un pittore tedesco che ha lasciato un segno nella storia per i suoi paesaggi suggestivi. Oggi voglio farti conoscere meglio il suo stile parlandoti de l’abbazia nel querceto.
Credimi, ci sono molti particolari che devi assolutamente conoscere riguardo questa tela.
Così ho deciso di scrivere questo articolo per spiegarti tutto con chiarezza.
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai la storia di questo lavoro di Friedrich e qual è il suo legame con il principe di Prussia
- Capirai il motivo per cui è considerato uno dei più importanti lavori dell’artista
- Scoprirai il significato di molti dettagli presenti nella composizione
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene questo lavoro? Cominciamo.
Data di realizzazione: 1809-1810
Dimensioni: 110 x 171 cm
Dove si trova: Alte Nationalgalerie, Berlino
STORIA
Cominciamo dall’inizio.
Perché Friedrich ha realizzato un lavoro del genere? Che idea aveva?
Ora ti spiego tutto.
Ma preparati: non è una storia allegra.
È il 1809.
Il pittore inizia a dipingere questa tela durante il suo viaggio di ritorno da Rügen.
Rügen?
È un’isola che si trova in Germania.
Ed è il dolore ad accompagnare Friedrich in questo viaggio.
Perché?
Giusto 6 mesi prima, sua sorella Catharina Dorothea Sponholz è morta.
Era il 22 dicembre 1808.
I 2 avevano un ottimo rapporto.
Purtroppo la loro mamma è morta quando Caspar e Catharina erano molto giovani.
Adesso hanno soltanto il padre.
Ma la morte della sorella ha distrutto il pittore.
Anche perché – come sorella maggiore – è stata lei a crescere l’artista.
Ed è il dolore ad ispirare tutti i quadri che Caspar realizza in questo periodo.
Compresa l abbazia nel querceto.
So cosa stai pensando.
Non avrebbe fatto meglio a prendersi una pausa dall’arte dato il suo stato d’animo?
Certo, ma lui ha preferito riversare tutto il malessere nei suoi lavori.
Ma la storia non finisce qui.
Il 6 novembre 1809 muore anche suo padre a Greifswald.
“Circondato” dalla morte, in un ritratto di Caroline Bardua (realizzato proprio in quegli anni) Caspar si fa dipingere mentre indossa una fascia a lutto al braccio.
Il suo dolore non passa inosservato.
Tutti se ne rendono conto.
Davvero?
Certo.
E questo lavoro (che viene chiamato anche Abbazia di Eichwald) lo realizza in questo difficile periodo.
E quando ha terminato la tela l’ha mostrata al pubblico?
Certo che sì.
Anzi, questo è uno dei quadri di Caspar David Friedrich più popolari.
Ma c’è dell’altro che devi sapere.
L’abbazia nel querceto non è l’unico quadro che ha deciso di esporre alla mostra di Berlino che si è tenuta nel 1810.
Mostra di Berlino? Che c’entra ora?
È un evento molto importante ospitato dal re Federico Guglielmo III di Prussia.
In questo evento, oltre al quadro dell’abbazia, Friedrich ha esposto anche un altro lavoro intitolato Monaco in riva al mare.
Mi raccomando, tieni bene a mente questo lavoro che dopo te ne parlerò meglio.
Comunque i quadri di Friedrich piacciono fin da subito.
Davvero?
Certo.
Ed è stato lo stesso Federico Guglielmo III a comprare entrambe le tele.
Conclusa la mostra, i quadri di Friedrich sono stati messi in esposizione in molti luoghi in Germania.
Ecco quali sono:
- Palais Unter den Linden dal 1837 al 1844
- Neue Palais di Potsdam dal 1844 al 1865
- Palazzo Bellevue
- Castello di Wiesbaden
- Castello di Berlino dopo il 1906
Ed in seguito l’Abbazia nel querceto è arrivato all’Alte Nationalgalerie di Berlino.
Adesso voglio svelarti un piccolo – ma importante – dettaglio.
Cioè?
Anche se è stato Federico Guglielmo III a comprare i 2 lavori, probabilmente non è stato per suo volere.
In che senso?
Il re ha acquistato i quadri di Friedrich perché piacciono a suo figlio Federico Guglielmo IV, il principe ereditario di Prussia.
Pensa che il ragazzo ha soltanto 15 anni quando rimane affascinato dalle tele di Caspar.
Suo padre, davanti all’insistenza del giovane non può fare altro se non acquistare sia il quadro dell’abbazia che del Monaco in riva al mare.
Ma Federico Guglielmo IV è un appassionato d’arte o è stato soltanto un caso l’acquisto di queste tele?
È un grande amante di disegni e quadri.
Pensa che fin da quando era piccolo ha sempre passato gran parte del tempo a disegnare appena ne avesse possibilità.
E l’arte non è la sua unica passione.
Cos’altro gli piace?
L’architettura gotica.
E questo è un dettaglio importante per le 2 Friedrich opere?
In un certo senso, sì.
Ora mi spiego meglio.
Né l’Abbazia nel querceto e né il Monaco in riva al mare rispecchiano al 100% i gusti del giovane Federico Guglielmo IV.
E allora perché le ha fatte comprare?
Per il dolore che aleggia nei 2 lavori.
Anche il giovane – esattamente come Friedrich – in quel periodo sta soffrendo.
Nel luglio 1810 sua madre, la regina Luisa, è morta.
È stata una perdita terribile.
Ed in questo momento Federico Guglielmo IV è incredibilmente attratto dalla religione.
Cosa c’entra ora la religione?
Ora te lo spiego.
Agli inizi del 1810 il principe ha un nuovo tutore reale.
Jean Pierre Françoise Ancillon.
Quando quest’ultimo comincia con gli insegnamenti, prende una decisione molto importante.
E cioè?
L’educazione liberale avrà un ruolo secondario.
Adesso la religione avrà un ruolo principale.
Tutti i giorni.
Ed anche dopo la morte della regina Luisa la storia non cambia.
I discorsi tra il principe ed il suo tutore riguardano solo e soltanto la religione.
E così è accaduto l’inevitabile.
Federico Guglielmo IV cerca esclusivamente delle opere d’arte con un forte significato religioso.
Pensa che il principe comprerà molte opere di Friedrich nel corso del tempo.
Ah sì? Quali altri lavori ha acquistato?
Montagne dei giganti al mattino e La terrazza del giardino.
E non solo.
La “collaborazione” tra Friedrich ed il principe continuerà fino al 1827.
Ma aspetta un momento.
Finora ti ho parlato soltanto della reazione di Federico Guglielmo IV.
Secondo te questa tela è piaciuta al pubblico o no?
Te lo dico io.
La critica ha apprezzato il significato religioso dell’opera e la sua atmosfera.
Pensa che nel corso del tempo molti autori hanno realizzato dei sonetti e delle poesie per celebrare la bellezza della tela.
E nel corso del tempo il quadro ha subito qualche intervento di restauro?
Sì.
Perché è stato necessario restaurare questo lavoro?
Perché la tela su cui si trova il dipinto è estremamente sottile.
E per ottenere questi colori scuri, Friedrich ha disposto molti strati di vernice uno sopra l’altro.
Nel 1906 c’è stata una prima operazione per il restauro.
Poi tra il 2013 ed il 2015 i restauratori dell’Alte Nationalgalerie di Berlino – grazie a delle tecniche avanzate – hanno sostituito le parti dell’opera più rovinate con alcune più moderne.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo lavoro.
Scopriamo insieme gli elementi più importanti della composizione.
Il protagonista indiscusso della scena è il rudere del monastero.
Siamo in pieno inverno e sul terreno scuro si vedono qua e là delle croci di alcune tombe.
Siamo in un cimitero.
Ma quel rudere cos’era?
È tutto ciò che rimane di una chiesa gotica.
Ciò che non è crollato è la struttura di una finestra.
Ma dei vetri non è rimasto più nulla.
A completare il quadro ci sono diversi alberi di querce spogli per via del freddo invernale.
Apparentemente questi ti sembreranno gli unici dettagli della scena.
Ma non è così.
Cos’altro c’è?
Un gruppo di monaci.
È molto difficile notarli.
Si trovano in basso al centro e si avviano all’interno della vecchia chiesa.
Ma cosa ci fanno qui?
Stanno effettuando una processione.
Il gruppetto in testa sta trasportando una bara.
Quindi si tratta di un funerale.
Ma è difficile capire chiaramente cosa stia succedendo per via dei colori molto scuri.
A questo punto – giustamente – potresti farmi la seguente domanda.
L’opera è ambientata di giorno o di notte?
La notte sta per terminare e l’alba sta per cominciare.
La luce del sole sta cominciando ad illuminare tutta la scena da destra.
La luna sta per scomparire con l’arrivo del mattino.
Il passaggio tra la notte ed il giorno è reso alla perfezione dall’artista con la divisione della scena in fasce diverse di colore.
A proposito di piccoli dettagli, voglio mostratene uno.
Guarda i resti della vetrata dell’antica chiesa.
Quello è un uccellino.
Notarlo ad occhio nudo è praticamente impossibile se non avvicinandosi moltissimo al quadro.
Ma ora lascia che ti dica qualcosa in più sui monaci in questa scena.
Prima ti ho detto che si stanno avvicinando a ciò che rimane della chiesa.
E quindi?
Guarda meglio il portale che stanno attraversando.
Lì dentro c’è una grande croce.
Più dietro si vede invece un piccolo altare con 2 candele accese.
Friedrich ha fatto attenzione ad ogni minimo dettaglio.
Pensa che addirittura i monaci – nonostante le loro ridotte dimensioni – li ha ritratti alla perfezione, con il saio che li copre totalmente eccetto la loro testa.
E c’è dell’altro.
Ma questo è veramente impossibile da vedere da lontano.
Alcuni di loro portano tra le mani un crocifisso.
Ha un’abilità pazzesca.
Adesso voglio dirti un’altra cosa.
Cioè?
In questa scena c’è la firma dell’artista.
Dove si trova?
Ora non si vede più.
E perché?
Perché si trova sotto diversi strati di vernice opaca.
E come è stato scoperto?
Grazie a degli approfonditi esami ad infrarossi.
E poi anche la geometria è molto importante nell’Abbazia nel querceto.
Geometria?
Esatto.
Oltre ai particolari, Friedrich ha studiato attentamente la composizione di tutta l’opera.
Ti faccio un esempio.
Se tracciamo una linea verticale esattamente al centro del quadro, ti renderai conto che attraversa con precisione la vetrata in rovina.
Tenendo in considerazione tale linea, possiamo notare un’altra cosa.
Cioè?
Che ci sono 8 querce in tutto:
- 4 querce a sinistra
- 4 querce a destra
E c’è dell’altro.
Si possono dividere in 3 piccoli gruppi gli elementi principali della scena.
Esattamente come un trittico.
Ma andiamo avanti.
Prima mentre ti parlavo della storia di quest’opera ti ho parlato del Monaco in riva al mare, ricordi?
Perfetto.
Pensa che il lavoro con il monaco è esattamente il contrario di questo con protagonista l’abbazia.
In che senso?
Come hai visto, nell’opera di cui ti sto parlando la geometria ha un ruolo fondamentale nella composizione.
Nel Monaco in riva al mare invece pare che qualsiasi regola estetica sia completamente assente.
E non è un caso.
Pensa che per ottenere la migliore precisione possibile (nell’Abbazia del querceto), Friedrich si è aiutato con:
- Righello
- Pennelli sottili
Sfruttando attentamente questi strumenti, i colori sulla tela sono stati disposti con cura e non in modo denso e pesante.
E come ha ottenuto questa patina scura che domina la parte inferiore della scena?
È stato semplice.
Ha applicato diversi strati (sottili) di pittura uno sopra l’altro finché non ha ottenuto il risultato desiderato.
SIGNIFICATO
Qual è il significato di questo quadro?
Cerchiamo di capirlo.
Friedrich si è servito di colori scuri e tonalità pesanti.
Non c’è alcun dubbio.
La morte è la protagonista dell’opera.
La morte?
Certo.
Pensaci un attimo:
- I colori sono scurissimi
- L’abbazia è completamente distrutta
- Le querce sono morte e prive di foglie
Ma quando parlo di “morte” sto parlando in senso religioso.
Il pittore ha messo in risalto la morte che anticipa la vita eterna.
Ed anche in questo caso devo citare nuovamente il Monaco in riva al mare.
Perché?
Perché le 2 opere Friedrich sono legate tra loro.
Nel quadro del monaco il protagonista osserva il mare sterminato.
Ed sta attendendo serenamente la sera.
L’atmosfera presente nel Monaco in riva al mare è completamente diversa da quella dell’abbazia.
Ma scendiamo nel dettaglio.
Devi sapere che Friedrich è protestante.
E quindi?
Si tratta di un indizio molto importante.
Perché?
Perché considerando questo particolare probabilmente le rovine protagoniste di questa composizione potrebbero simboleggiare le antiche credenze della chiesa medievale.
Che significa?
Quando la Riforma Protestante ha preso il via nel 16° secolo, aveva soltanto un obiettivo.
Rinnovare la chiesa medievale ed eliminare tutti gli sbagli che aveva commesso.
Così l’abbazia distrutta potrebbe indicare lo stato della chiesa prima della trasformazione ad opera dei protestanti.
E le querce? Hanno qualche significato?
Simboleggiano gli antichi popoli pagani.
In poche parole, i dettagli ambientali presenti in questa composizione potrebbero alludere alla religione del passato, prima dell’arrivo della Riforma Protestante.
Ma devi sapere anche un’altra cosa.
Non tutti gli studiosi sono d’accordo con questa interpretazione.
Ci sono altre possibilità?
Più che altro ci sono dei particolari misteriosi.
E quali sarebbero?
È molto difficile vederlo.
Sembrerebbe che sulla croce che si trova nel portale dell’abbazia ci sia Cristo.
Ed allora?
Sarebbe un dettaglio trascurabile se non per il fatto che non è Gesù adulto, ma è un ragazzo.
Ed a rendere ancora più improbabile l’interpretazione dell’opera c’è il fatto che Friedrich – al momento della mostra – non aveva dato un titolo preciso né a questo lavoro né al Monaco in riva al mare.
Erano 2 quadri qualsiasi.
Ma per cercare di capire il significato di quest’opera potrebbe aiutarci lo stesso pittore.
In che senso?
In una lettera del 1809 indirizzata a Johannes Schulze (un insegnante), Friedrich ha descritto il suo quadro.
Nel testo accenna ad una tomba ed al futuro; poi parla di un luogo che non può essere visto con gli occhi, se non con la fede.
Poi prosegue descrivendo i resti della chiesa gotica e delle querce intorno, con il sole che sta sorgendo e che illumina le macerie.
La luna sta sparendo ed una nebbia scura prende forma sulla terra.
Come avrai capito, in questa lettera descrive nel dettaglio la sua opera accennando anche ad una possibile interpretazione.
E poi c’è anche un’altra lettera.
Cosa scrive?
Lì parla di altri pittori, ma fa anche un rapido accenno parlando (probabilmente) di questo lavoro.
Scrive che il monastero al centro del quadro simboleggia un passato oscuro (come la chiesa medievale di cui parlavamo prima) e la luce del sole invece rappresenta il presente.
ISPIRAZIONE
Secondo te esiste davvero quest’abbazia?
Forse.
La storia di questo luogo mi ricorda molto quella dell’Isola dei morti di Böcklin.
Per fartela breve, l’edificio disegnato da Caspar esiste nella realtà, anche se l’ha modificato pesantemente.
E quale struttura è?
La facciata occidentale delle Rovine di Eldena.
Ma voglio essere chiaro.
È soltanto un’ipotesi.
Prima di disegnare la versione definitiva di questo luogo Friedrich ha fatto un sacco di prove e schizzi.
Nel 1802 ha realizzato un disegno con la tecnica detta sanguigna con protagonista un funerale presso le rovine di Eldena.
Diciamocelo.
Rispetto all’Abbazia nel querceto, la scena è molto diversa.
Ma sul lato destro c’è una rovina che assomiglia molto a quella che si vede nell’opera finale.
E poi si vede anche un uomo che sta pregando in ginocchio vicino ad una croce con il sole lo illumina.
Ma ci sono anche altri disegni che precedono la versione finale dell’opera.
Nel 1803 Friedrich ha realizzato un progetto simile a quello dell’anno precedente, soltanto che questa volta è ambientato di notte.
Le rovine fanno da sfondo ed assomigliano decisamente a quelle che si vedono nel quadro che oggi si trova all’Alte Nationalgalerie.
Poi in primo piano c’è un anziano seduto che sta osservando una tomba da riempire con la terra.
Sul lato destro ci sono degli alberi spogli (anche qui siamo in pieno inverno).
Nella serie dei progetti precedenti a questo lavoro c’è anche un progetto del 1808 che vedi qui sotto.
L’artista ha studiato a lungo anche le querce.
A questo proposito però ci sono giunti soltanto 2 disegni.
C’è un lavoro del 1804 in cui la quercia è la protagonista ed è identica a quella che si vede accanto alla rovina nel quadro finale.
Poi l’altro disegno del 1809 ci mostra un altro albero poi sfruttato nell’opera dell’anno successivo.
Come avrai capito dall’evoluzione del lavoro nel corso degli anni, il tema dell’opera è la morte.
Friedrich lo sapeva fin da giovane.
La sua educazione religiosa gli ha insegnato che dopo la morte c’è la salvezza, rappresentata dalla resurrezione.
Fin da giovane aveva questa idea?
Certo.
In una lettera del 1° dicembre 1788 l’artista (che aveva soltanto 14 anni) parla del piacere, del dolore, della vita e di Dio.
In queste righe poi aggiunge che la morte libera l’uomo dal suo corpo mortale per cominciare il suo viaggio nell’aldilà.
La visione della vita e della morte di Friedrich non cambia con il passare degli anni.
Pensa che nel 1825 scrive anche una poesia dove è la protagonista è la morte.
ABBAZIA NEL QUERCETO ED IL MONACO IN RIVA AL MARE
Ti ho spiegato più volte che questa tela, per essere compresa al 100%, deve essere analizzata con il Monaco in riva al mare.
Entrambe sono state esposte alla mostra di Berlino del 1810.
Ed è chiaro che le 2 tele hanno dei significati opposti.
E non sto parlando soltanto della geometria (come abbiamo visto in precedenza).
Nella scena dell’abbazia distrutta il quadro è diviso in 3 fasce diverse ed il risultato è un lavoro variegato.
Nel lavoro con protagonista il monaco invece la divisione è più netta ed il mare (insieme al cielo) occupa uno spazio maggiore, dando vita ad un paesaggio abbastanza statico.
EREDITÀ
Federico Guglielmo IV non è stato l’unico ad apprezzare il quadro di Friedrich.
Ci sono stati molti colleghi del pittore che hanno deciso di imitare la sua opera.
Per esempio?
C’è il lavoro di Carl Gustav Carus intitolata Ritiro dei monaci al monastero del 1816 in cui la prospettiva utilizzata, le rovine e l’atmosfera lugubre ricordano molto il capolavoro di Caspar.
E poi c’è un altro quadro di Carus Rovine di un monastero al chiaro di luna da inserire nell’elenco delle opere che hanno seguito quella di Friedrich.
Oltre a Carus altri pittori hanno seguito l’esempio di Caspar David?
Certo.
Ernst Ferdinand Oehme si è chiaramente ispirato al capolavoro di Friedrich per la realizzazione della sua Processione nella nebbia (i monaci presenti sono molto simili a quelli che abbiamo visto in precedenza nel quadro di Friedrich) e Cattedrale in inverno.
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