Voglio raccontarti la storia di un dipinto che al suo interno contiene un sacco di scene, particolari e dettagli. Si tratta di uno dei capolavori della storia dell’arte moderna e l’autore è Gentile da Fabriano. È stato un pittore vissuto a cavallo tra ‘300 e ‘400, importante esponente del Tardo Gotico. Oggi voglio farti conoscere la sua grande abilità parlandoti della sua opera più celebre: l’adorazione dei Re Magi.
Ci sono un sacco di cose che devo dirti a proposito dell’Adorazione dei Magi Gentile da Fabriano.
Per spiegarti tutto per bene e mostrarti l’importanza dei singoli dettagli che compongono questa fantastica scena, ho deciso di scrivere questo articolo..
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai tutta la storia dell’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
- Scoprirai la bellezza dei minimi particolari presenti in una composizione così varia e colorata
- Capirai chi sono i personaggi più importanti presenti nella scena
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene questo dipinto? Cominciamo.
Data di realizzazione: 1423
Dimensioni: 300 x 282 cm
Dove si trova: Galleria degli Uffizi, Firenze
STORIA
Siamo nei primi venti anni del ‘400 a Firenze.
La città sta affrontando un periodo di grande successo e ricchezza.
Qui i mercanti guadagnano un sacco di soldi ed investono parte del loro denaro nella realizzazione di opere d’arte che celebrassero il loro prestigio.
E commissionare lavori del genere significa anche riempire Firenze di capolavori.
E l adorazione dei Magi Gentile da Fabriano è stata realizzata in questo periodo?
Certo.
Nel catasto (è un documento che indica la disposizione di strutture, oggetti e proprietà in un’area) del 1427 c’è una nota riguardo un certo Palla di Onofrio Strozzi.
E cosa c’entra?
Ora ti spiego.
Palla Strozzi è uno degli uomini più ricchi di Firenze di quel tempo.
Ed è anche uno dei principali committenti di opere d’arte della città.
È lui che ha ordinato a Gentile Fabriano la realizzazione di questo capolavoro.
Sai perché?
Per il prestigio.
Vuole un’opera che ricordi a tutti il potere e la ricchezza che ha conquistato.
L’artista è arrivato a Firenze pochi anni prima, nel 1420.
Ed è stato ospitato proprio negli alloggi di lusso della famiglia Strozzi.
Quando Palla gli affida questo incarico, Gentile non si fa pregare ed accetta immediatamente.
Il suo lavoro sarebbe stato posto nella Basilica di Santa Trinità.
E questa sarebbe stata una struttura davvero fenomenale.
Pensa che alla sua realizzazione ci sta pensando Lorenzo Ghilberti.
Comunque Gentile si mette subito al lavoro e ci mette tutto sé stesso.
Ma so cosa stai pensando.
Ha realizzato questo complessissimo dipinto tutto da solo?
No.
È vero.
È un pittore di grande talento, ma per riuscire in un’impresa del genere si è fatto aiutare da:
- Arcangelo di Cola da Camerino
- Giovanni da Imola
- Michele d’Ungheria
Questi sono i 3 artisti che hanno collaborato alla realizzazione dell’adorazione Magi Gentile da Fabriano.
E sai quanto è costato questo lavoro?
Ben 150 fiorini d’oro.
Una cifra pazzesca.
E quando il lavoro di Gentile da Fabriano Adorazione dei Magi è concluso, viene posto nella Basilica della Santa Trinità come da accordi.
Poi cosa succede?
L’opera rimane nella chiesa per moltissimi anni.
Poi giunge il 1806.
Che succede in quell’anno?
Napoleone Bonaparte invade l’Italia con il suo esercito.
Data la difficile situazione del paese, il popolo è diviso.
C’è chi considera il francese un liberatore e chi invece un nuovo tiranno.
E quest’ultimi non hanno tutti i torti.
Perché?
Perché l’obiettivo di Napoleone è estendere quanto più possibile il dominio della Francia in Europa, ma quando giunge in terreni stranieri, non si fa scrupoli e saccheggia tutte le opere d’arte che trova.
E le porta in Francia.
Nel lungo elenco di furti rientra anche la l adorazione dei Magi Gentile da Fabriano.
Il dipinto viene rimosso dalla basilica e viene temporaneamente messo in un deposito.
E poi?
Nel 1810 viene trasferito nelle Gallerie dell’Accademia.
Qui centinaia di studiosi ed artisti possono ammirarlo da vicino e scoprire i segreti ed i dettagli di questo antico capolavoro.
Ma 2 anni dopo i furti da parte del Bonaparte continuano.
E questa volta i risultati sono spaventosi.
Che succede?
L adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano questa volta viene privata di di uno scomparto della predella (più tardi ti spiegherò per bene cos’è) ritraente la Presentazione al tempio.
Nella predella di solito sono rappresentate delle scene inerenti a quella che si vede nella zona principale.
E che fine ha fatto questa scena della predella?
È stata trasportata in Francia ed oggi si trova al Musée du Louvre.
Quindi lo spazio occupato dalla Presentazione del tempio nell’opera originale oggi è vuoto?
No, assolutamente.
Nel 1903 Gaspare Diomede della Bruna ha realizzato una copia della scena messa al posto di quella mancante.
E così giungiamo agli ultimi eventi della storia del lavoro di Gentile da Fabriano Adoration of the Magi (questo è il titolo in inglese dell’opera).
Nel 1919 il dipinto viene nuovamente spostato.
E dove?
Questa volta nella Galleria degli Uffizi, dove si trova ancora oggi.
Ah, quasi dimenticavo.
Nel 2004 c’è stato un importante restauro di questo capolavoro grazie al contributo del professore Abramo Galassi.
È stato un intervento fondamentale, perché con questo processo sono tornate alla luce:
- La luminosità delle lacche originali utilizzate nella scena
- I colori verdi reali
- I tanti dettagli dei fiori presenti in tutta la scena
- La sezione inferiore delle cuspidi
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione questo lavoro.
Voglio mostrarti i particolari più importanti di questo dipinto realizzato da Gentile da Fabbriano.
La scena principale – come avrai intuito dal titolo – ritrae l’arrivo dei Re Magi alla grotta dove è nato Gesù Bambino.
Ma non aspettarti una tradizionale scena della natività.
In che senso?
La composizione di questa scena è davvero ricca di oro e dettagli eccezionali.
E perché?
Per 2 motivi:
- Palla Strozzi in questo modo passerà alla storia per aver commissionato un lavoro molto prestigioso
- Gentile da Fabriano può sbizzarrirsi in tecnicismi e particolari minuziosi per dimostrare la propria abilità
Ma perché l’artista ha insistito così tanto sui dettagli?
La risposta a questa domanda ha a che fare con Palla Strozzi.
Oltre ad essere un uomo molto ricco, è anche uno studioso appassionato del mondo greco e bizantino.
I suoi affari lo hanno condotto all’acquisto di testi antichi e codici decorati in ogni loro parte.
Probabilmente avrà richiesto un livello di dettaglio simile anche per quest’opera.
Ma andiamo avanti.
Al centro di tutta la composizione ci sono loro.
I Re Magi.
Tra poco ti parlerò nel dettaglio di ciascuno di loro.
Piuttosto hai notato che l’opera è divisa in 3 parti?
In ciascuna sezione ci sono dei dettagli che meritano attenzione, messi lì apposta per non farci staccare l’opera da questo capolavoro.
E poi c’è oro.
Oro in abbondanza.
Lo vedi:
- Nelle vesti di molti personaggi
- Nelle bardature dei cavalli
- Nei collari dei cani da caccia
- Nelle corone di alcuni personaggi
- Nelle spade
- Nei doni dei Magi
E sai come Gentile ha applicato tutto quest’oro nella scena senza risultare pesante e ripetitivo?
Servendosi di foglie molto sottili e poi incidendo il tutto a mano libera.
Il risultato è stata una bellissima sfumatura dorata in tutta la composizione.
Non c’è dubbio.
Gentile ha usato tutti gli assi nella sua manica per affascinare la borghesia fiorentina.
Dimostra tutto il bello del mondo dipingendo particolari di ogni genere.
Lascia che ti mostri un esempio.
Nella parte alta di questa complessa opera ci sono i re Magi che sono in viaggio per omaggiare Gesù Bambino.
Da una parte vedono la stella cometa, dall’altra stanno per entrare a Gerusalemme.
L’artista ha studiato a fondo le fisionomie, i costumi dei popoli orientali, le piante e tanto altro ancora.
Il risultato è un’opera articolata in tanti spazi diversi.
La luce che avvolge tutta la scena è di origine divina.
Ed è impossibile trovare il suo punto d’origine.
Si tratta di un’illuminazione presente nell’atmosfera che assomiglia molto alla brina.
Ah, a proposito dello spazio, devo dirti una cosa.
Cioè?
Non c’è prospettiva.
Dimentica la perfezione geometrica che caratterizza – ad esempio – l’Annunciazione di Leonardo da Vinci.
Nel lavoro di Gentile regna il caos.
Ma è il caos positivo come quello di una festa.
Ti ho parlato di quest’opera a linee generali.
Ora è il momento che ti sveli tutti i dettagli.
LUNETTE
Qui ti spiegherò cosa c’è rappresentato nelle 3 lunette (le sezioni superiori) che si vedono nell’Adoration of the Magi Gentile da Fabriano.
Prima ti ho già indicato generalmente quali sono le scene presenti in questi piccoli spazi.
Sono le fasi principali del viaggio dei Re Magi diretti alla grotta dove è nato Gesù Bambino.
Nella lunetta di sinistra ci sono i 3 protagonisti vestiti d’oro che guardano la stella cometa dal Monte Vettore.
Il monte, diversamente dalla tradizione, qui è dipinto come una rupe a picco sul mare.
Ma aspetta un attimo.
Hai visto quegli uomini che alle loro spalle stanno tendendo un agguato?
Questo è un evento simbolico.
Rappresenta com’era il mondo prima dell’arrivo di Gesù Bambino.
Un luogo dominato dal caos e dalla violenza.
Poi c’è la lunetta centrale.
Il viaggio è iniziato.
I Re Magi sono partiti con un grandissimo corteo al loro seguito.
E credimi, è una novità assoluta nell’arte.
Perché?
Perché di solito i Magi giungono dalla Sacra Famiglia da soli.
Qui invece sono alla testa di un gigantesco gruppo di visitatori.
Comunque, nella lunetta centrale si vede che stanno per entrare in una città tipicamente medievale.
Quella è Gerusalemme.
Ed è proprio questa piccola “fortezza” che ci porta alla lunetta di destra.
In questo spazio è ritratto l’arrivo dei Re Magi nella città di Betlemme, con intorno campi fioriti e grandi boschi verdi.
PARTE CENTRALE
È il momento che ti parli nel dettaglio della scena centrale di tutta la composizione.
Il corteo con i Re Magi ha “attraversato” le 3 lunette superiori.
Ora sta entrando nella parte centrale da destra.
E sono tutti diretti alla grotta dove c’è la Sacra Famiglia.
A proposito, la vedi la grotta?
Si trova sul lato sinistro della scena, accanto alla struttura all’angolo.
È questa la destinazione.
E lo prova anche la presenza della piccola stella cometa.
Qui tutto rispecchia la tradizione.
Nei pressi della grotta ci sono:
- La Sacra Famiglia
- Il bue
- L’asinello
- Due servitrici
I Re Magi hanno portato a termine il loro viaggio e stanno offrendo i loro omaggi al Bambino.
Guardiamoli un attimo da più vicino.
Il più anziano del trio ha messo la sua corona a terra in segno di rispetto e viene benedetto da Gesù.
Ed il suo dono dov’è?
L’ha già offerto alla Sacra Famiglia.
Il suo regalo infatti è tra le mani delle 2 servitrici, che lo osservano con curiosità.
Adesso sposta la tua attenzione più a destra, dove c’è l’altro Re.
Tra poco tocca a lui.
Si vede che è più giovane del suo compagno di viaggio in ginocchio.
E come quest’ultimo sta per togliersi la corona ed accenna ad inginocchiarsi.
Con la mano sinistra stringe il calice d’oro che donerà al Bambino.
Ora rimane l’ultimo dei Re Magi.
È appena sceso da cavallo.
Un servitore è a terra e gli sta togliendo gli speroni che ha utilizzato poco prima per cavalcare.
Tra le mani stringe un’ampolla d’oro.
Quella è la sua offerta.
È vero: non è ancora il suo turno ma già rivolge lo sguardo a Gesù.
E sono certo che l’avrai già notato.
Che cosa?
I Re Magi sono di 3 età diverse.
E c’è un motivo per questa differenza.
Simboleggiano le 3 fasi della vita umana:
- Il re di destra rappresenta la giovinezza
- Il re al centro rappresenta la maturità
- Il re a sinistra rappresenta l’anzianità
E diciamocelo.
Gentile da Fabriano non si è assolutamente risparmiato nel dipingere i dettagli delle vesti dei Magi.
Il loro abbigliamento è sfarzoso e carico d’oro.
Nella calca di gente che c’è alle spalle del trio di protagonisti, ci sono 2 persone che meritano la nostra attenzione.
E chi sarebbero?
L’uomo con il falco in mano.
Si trova alla destra del Re più giovane.
Sta accarezzando un falco e guarda la Sacra Famiglia.
Chi è?
Lui è il committente dell’opera: Palla di Onofrio Strozzi.
E poi c’è anche il ragazzo alla sua sinistra che guarda dritto verso di noi.
Lui è Lorenzo Strozzi, il figlio di Palla di Onofrio.
Ma riguardo l’identità di quest’ultimo, devi sapere che c’è qualcosa che non va.
Cioè?
Giorgio Vasari, uno dei più antichi e famosi storici dell’arte pensava che questo ragazzo non fosse Lorenzo Strozzi, ma forse un autoritratto dello stesso Gentile da Fabriano.
Però si tratta di un’ipotesi poco credibile.
Perché?
La ragione è semplice.
A quel tempo è impensabile che un artista “modesto” come Gentile osasse mettersi in primo piano in una sua opera e guardasse direttamente l’osservatore.
Ci vorrà del tempo prima che accada una cosa del genere.
Ma una volta che i pittori cominceranno a ritrarsi nei loro lavori, non smetteranno più.
Pensa a Las Meninas di Velázquez.
In quel caso l’artista si è messo proprio in primo piano sul lato sinistro della scena e guarda dritto verso di noi.
Ma andiamo avanti.
Hai notato quanti animali ci sono in questa scena?
Ce ne sono davvero tanti.
Dà un’occhiata ai cavalli sulla destra.
Sono disposti in cerchio, tutti diversi tra loro.
Alla sinistra del cavallo grigio in secondo piano si vede anche un leopardo che ruggisce.
In primo piano poi c’è anche un bellissimo levriero seduto che guarda dritto verso i cavalli.
Un vistoso collare con la chiusura dorata lo mette in risalto.
Ci sono anche altri animali?
Certo.
In lontananza si vedono:
- Un altro leopardo
- Due scimmie
- Un dromedario
- Un falco in volo
- Una coppia di uccelli
Sono davvero un sacco.
Ma perché ce ne sono così tanti?
Sempre per lo stesso motivo.
Gentile da Fabriano vuole dimostrare di essere molto abile anche nella rappresentazione di animali.
Ed a proposito di dettagli, voglio dirti un’altra cosa.
Guarda il ragazzino che regge la spada del Re più giovane.
Non voglio parlarti dell’arma, ma della banda a tracolla che indossa.
Quella è un’iscrizione con dei caratteri cufici.
Cufici?
Esatto.
È uno stile calligrafico molto antico legato alla tradizione araba.
La presenza di questo dettaglio è l’ennesima riprova dell’abilità di Gentile, oppure si tratta di una richiesta fatta da Palla di Onofrio Strozzi (che ti ricordo è un grande appassionato dell’antico mondo greco e bizantino).
CUSPIDI
Che cos’è la cuspide?
Generalmente è la punta di una struttura.
Nel caso di quest’opera le cuspidi sono le parti “a punta” che si trovano nella parte superiore.
E qui ce ne sono addirittura 3.
Chi sono i personaggi che si vedono?
Ora te li presento tutti.
Cominciamo dalla cuspide di sinistra.
L’uomo sdraiato sul lato sinistro è il profeta Ezechiele.
È l’autore del libro che prende il suo nome.
In questo testo parla di Dio che accompagna il suo popolo sempre.
Alla fine del libro Israele vincerà e Gerusalemme (con il suo famoso tempio) verrà ricostruita.
Nella lunetta centrale c’è l’Angelo cherubino che annuncia a Maria che porterà in grembo il figlio di Dio.
E Maria dov’è?
Si trova nella lunetta della cuspide di destra.
Dopo te ne parlerò.
L’uomo sdraiato sul lato destro della prima cuspide è Michea.
Il Libro di Michea è diviso in 7 capitoli.
Ci sono degli oracoli del profeta e parla di ingiustizia sociale, dell’idolatria (la “venerazione” di oggetti sacri fatti dall’uomo) ed annuncia l’arrivo del Messia.
Passiamo alla cuspide centrale.
L’uomo sdraiato sul lato sinistro è Mosè ed ha tra le mani le tavolette con i 10 Comandamenti.
Non ha bisogno di presentazioni.
È colui che liberato il popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.
E poi li ha guidati.
Nella lunetta centrale è ritratto Gesù con le mani impegnate a benedire.
Il personaggio sul lato destro è Re Davide.
Ha scritto molti salmi nella sua vita ed è passato alla storia per aver sconfitto il gigante Golia.
Nel campo dell’arte è stato uno dei personaggi più utilizzati di tutti i tempi, come puoi vedere anche nel David di Michelangelo.
Ora rimane l’ultima cuspide, quella di destra.
Sul lato sinistro dell’opera c’è Baruc.
Nel suo libro parla di preghiere e meditazioni.
Nella lunetta centrale c’è la Vergine Maria che sta ricevendo l’Annunciazione da parte dell’angelo ritratto nella cuspide di sinistra.
A destra c’è il famoso profeta Isaia.
Nel suo libro scrive della salvezza del popolo ebraico da parte di Dio.
Poi, oltre alle cuspidi ci sono anche le monofore.
Monofore?
Esatto.
Sono le piccole colonne laterali con un foro (dipinto) al cui interno Gentile ha disegnato fiori di ogni genere.
PREDELLA
È il momento che ti parli della famosa predella.
Sai a cosa serve?
Si tratta di una fascia che contiene diversi dipinti e che fa da corredo all’opera principale.
Guardiamola da più vicino.
Questa predella è costituita da 3 scene:
- Natività
- Fuga in Egitto
- Presentazione di Gesù al Tempio (quella conservata agli Uffizi è una copia realizzata da Gaspare Diomede della Bruna nel 1903)
Cominciamo con la Natività Gentile da Fabriano.
La scena è ambientata di notte.
Ed il luogo è molto simile a quello in cui avviene la scena principale.
Davvero?
Proprio così.
Ci sono alcuni somiglianze evidenti.
Per esempio?
La struttura che si vede sul lato sinistro di questa piccola scena è lo stesso che ospita la Sacra Famiglia nell’opera principale.
Nella parte laterale dell’edificio ci sono le 2 ancelle di Maria.
Una è girata di spalle e sta dormendo.
L’altra invece guarda curiosamente ciò che accade.
Cioè?
Gesù è appena nato.
Il suo arrivo in questo mondo è accompagnato da una fortissima luce che illumina tutto ciò che lo circonda.
Alla sua sinistra si vede la Vergine Maria inginocchiata e con le mani unite in preghiera.
Alla destra del Bambino si vedono il bue e l’asinello.
Sempre a destra – un po’ più in disparte – c’è Giuseppe che dorme.
Perché è così lontano?
Per via della tradizione.
Con questa distanza si vuol indicare il suo impegno di protettore della Sacra Famiglia.
Ma non ha nulla a che fare con la nascita del Bambino.
Gesù è figlio di Dio.
E c’è dell’altro.
Nonostante la predella sia di dimensioni ridotte, i giochi di luce presenti in questi dipinti sono fantastici.
Ah sì? Dove si vede?
La luce che circonda nel lavoro di Gentile da Fabriano Natività di Gesù illumina la caverna e tutto l’ambiente circostante.
Ora dà un’occhiata alla scenetta che si vede in secondo piano sulla destra.
Che succede?
È apparso un angelo che sta annunciando ai pastori la nascita di Cristo.
È ancora buio.
Si vede ancora uno spicchio di luna sul lato sinistro dell’opera, ma nello stesso tempo il chiarore del giorno si sta facendo spazio.
Passiamo alla prossima scena della predella: la Fuga in Egitto.
Te lo dico fin da subito.
L’ambiente di questo piccolo dipinto è completamente diverso da quelli che abbiamo già visto.
Ci sono dettagli ovunque.
Ma i protagonisti sono sempre gli stessi:
- Maria e Gesù Bambino in sella all’asino
- Giuseppe che guida la famiglia
- La coppia di ancelle che segue il gruppo
Per evidenziare la presenza di questi protagonisti in un ambiente così complesso, l’artista ha utilizzato un semplice artificio.
E sarebbe?
Ha disegnato una collina alle spalle dei personaggi.
In questo modo si crea un contrasto notevole che mette in risalto il gruppo.
E diversamente dalla prima scena della predella, questa volta è giorno.
Probabilmente è estate.
È una giornata limpida e si vedono dettaglio ovunque.
Sullo sfondo infatti ci sono diverse città tipicamente medievali.
E per non farsi mancare nulla Gentile ha dipinto anche un sacco di ciottoli sulla strada percorsa dai protagonisti.
Adesso ti parlerò dell’ultima scena della predella: la Presentazione al tempio.
Prima di andare avanti però voglio fare una precisazione.
Ti descriverò la versione originale di questo dipinto, quella conservata al Musée du Louvre (e non la copia che si trova agli Uffizi).
Questa è una scena decisamente più complessa rispetto alle altre 2 che abbiamo appena visto.
Perché?
Perché la scena può essere divisa in 3 parti:
- Tempio di Gerusalemme (al centro)
- Le due nobildonne che assistono alla scena a sinistra
- I due mendicanti a destra
Cominciamo dalla parte principale.
Il tempio di Gerusalemme.
Diciamocelo.
È una struttura davvero molto complessa.
Il tempio ha un lato aperto rivolto verso di noi ed è dotato di una loggia a 3 archi.
Aspetta un attimo.
Perché il tempio è aperto? Non c’è un muro?
Si tratta di un effetto scenico.
In questo modo Gentile ci permette di osservare ciò che accade all’interno dell’edificio.
Gesù viene presentato al tempio.
E chi sono gli altri personaggi?
Ci sono:
- La Vergine Maria
- Giuseppe
- La Profetessa Anna
- Simeone il giusto
- Un uomo vestito di rosso (forse il sommo sacerdote)
- Un altra persona tra Giuseppe e Maria
Guarda un momento il Bambino da più vicino.
Che gli succede?
È spaventato.
Si trova tra le braccia di un uomo sconosciuto.
Come un qualunque bambino ha paura ed allunga le braccia alla ricerca della madre.
E poi c’è l’ambiente circostante.
È una riproduzione fedele della città di Gerusalemme?
In realtà questa è una “città ideale”.
Ciò vuol dire che è una rappresentazione di un luogo dove ci sono palazzi, chiese ed edifici elaborati.
E lo so.
I personaggi ai lati sono alti quasi quanto gli le strutture che fanno da sfondo.
E com’è possibile?
È una tecnica che serve per mettere in risalto questi protagonisti i quali altrimenti sarebbero passati inosservati.
Guarda le 2 nobildonne sul lato sinistro.
Quella più a sinistra è vestita in modo molto elegante.
Indossa abiti vistosi ed in testa ha un copricapo chiamato “ghirlanda”.
Ghirlanda?
Sì.
È un accessorio a forma di anello con fiori e rami intrecciati attorno ad un panno dorato.
Dalla parte opposta ci sono 2 mendicanti.
Loro sono l’esatto opposto delle 2 nobildonne di cui ti ho appena parlato.
Sono poveri e la loro schiena è provata dalla vita che conducono.
So cosa ti stai chiedendo.
Cosa c’entrano nobildonne e mendicanti con la presentazione di Gesù al tempio?
In realtà si tratta di un contrasto pittorico tipico dell’arte tardo gotica, che vede opposte delle figure benestanti con personaggi poveri.
Ah, un’ultima cosa.
L’opera è firmata.
L’iscrizione “OPVS GENTILIS DE FABRIANO” si trova proprio sopra la predella.
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