Voglio farti conoscere una delle sculture più famose di tutta la storia dell’arte. A renderla così celebre sono stati i straordinari dettagli ed un dinamismo senza precedenti. L’autore di questo straordinario capolavoro è Gian Lorenzo Bernini, celebre scultore barocco del ‘600. Oggi voglio spiegarti qualcosa in più sul suo inconfondibile stile parlandoti dell’Apollo e Dafne Bernini.
Devo dirtelo.
Ci sono un po’ di cose che devi sapere su questo spettacolare gruppo scultoreo.
E per spiegarti tutto con chiarezza ho deciso di scrivere questo articolo.
Una volta che avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai il racconto della mitologia greco-romana che ha permesso la nascita dell’opera Bernini
- Scoprirai i meravigliosi dettagli che rendono questa scultura una meraviglia dell’arte
- Capirai come questa Bernini scultura faccia ad essere così armonica e “leggera” nonostante sia realizzata in marmo
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere questo leggendario gruppo scultoreo? Cominciamo.
Data di realizzazione: 1622-1625
Dimensioni: 243 cm (altezza)
Dove si trova: Galleria Borghese, Roma
STORIA
Lascia che ti racconti la storia della più famosa statua Bernini.
Siamo nei primi venti anni del ‘600.
Gian Lorenzo Bernini è ancora un giovanissimo artista.
Pensa che ha poco più di 20 anni e – nonostante ciò – c’è voluto davvero pochissimo per farsi notare dal cardinale Scipione Caffarelli-Borghese.
Quest’ultimo infatti è un grandissimo amante dell’arte.
Ha capito fin da subito che il ragazzo ha un talento fuori dal comune e non può farselo sfuggire.
Così inizia a metterlo alla prova commissionandogli sculture di ogni genere.
E questo che cosa c’entra con la statua di Apollo e Dafne di Bernini?
Ora te lo spiego.
Questa scultura (legata ad un celebre ed antico racconto greco) è stata realizzata nel 1622.
Si tratta dell’ultimo incarico che il cardinale Scipione ordina al giovanissimo Gian Lorenzo.
E l’artista, pieno di energie comincia a lavorare sulla rappresentazione di Apollo e Dafni nell’agosto del 1622.
Si concentra al 100% su questa scultura e non si concede nemmeno un attimo di pausa.
Vuole ottenere un risultato perfetto e senza precedenti.
Così passa un anno ed arriva l’estate.
In quel periodo il Bernini è costretto a fermarsi.
Per quale motivo?
Perché il suo talento per la scultura non è più un segreto.
Tutti lo conoscono, compreso il cardinale Alessandro Peretti.
Cosa vuole da Gian Lorenzo?
Vuole che l’artista realizzi per lui una scultura del David.
Il ragazzo accetta questa nuova sfida.
Ma ciò significa bloccare temporaneamente il suo lavoro sulla scultura Apollo e Dafne.
Non gli importa.
Adesso la sua priorità è terminare il David.
E quanto tempo ci ha messo?
Un anno circa.
Così, nel 1624 ritorna a lavorare a pieno ritmo sul progetto del cardinale Scipione.
Ed ha un’idea.
Per recuperare il tempo perduto, il Bernini si fa aiutare da un altro scultore che si trova nella sua bottega.
E chi sarebbe?
Giuliano Finelli, un giovanissimo collega proveniente da Carrara.
So che ora vuoi sapere dove è intervenuto di preciso quest’ultimo, vero?
Nell’opera del Bernini Apollo e Dafne il Finelli ha ritoccato alcune delle zone più delicate di tutta la composizione, ovvero le foglie e le radici.
I 2 scultori collaborando concludono il lavoro in tempi record.
Nell’autunno 1625 la statua è conclusa.
E non c’è bisogno che te lo dica.
È stato un vero successo.
La scultura di Bernini viene talmente apprezzata che Maffeo Barberini (ovvero Papa Urbano VIII dal 1623) decide di porre un’iscrizione su un cartiglio per celebrare quest’opera.
Un cartiglio? Cos’è?
In poche parole si tratta di una decorazione a forma di rotolo con all’interno una frase.
Cosa c’è scritto?
La seguente frase:
Chi amando insegue le gioie della bellezza fugace riempie la mano di fronde e coglie bacche amare”.
Ma non si tratta di una scritta messa lì per caso.
C’è un motivo per cui il Papa ha scelto di inserire proprio questa iscrizione.
E quale sarebbe?
Con questa frase il pontefice ha dato un significato (o una morale) cristiano ad un’opera ispirata da un soggetto della mitologia greca (e quindi pagana).
A proposito, conosci la storia di Dafne e Apollo?
Se la tua risposta è no, non preoccuparti.
Tra poco te la racconterò.
Poi ti ho anche detto che nel momento in cui è stata terminata questa statua ha avuto un successo incredibile.
E cosa hanno detto i critici nel corso degli anni?
Pierre Cureau de la Chambre è stato l’autore della primissima biografia del Bernini.
A proposito della statua Apollo e Dafne conservata all’interno di Villa Borghese ha detto che si tratta del capolavoro più importante di tutta la sua carriera.
E non solo.
Nel 1682 lo storico dell’arte Filippo Baldinucci – sempre a proposito della biografia del Bernini – ha aggiunto che questa scultura è un vero e proprio miracolo per l’arte, sia per gli esperti ed anche per tutti gli altri.
Fantastico, vero? E secondo te quant’è durato il successo della Dafne ed Apollo Bernini?
Te lo dico io.
Davvero tanto.
Questo gruppo scultoreo è stato apprezzato moltissimo anche trenta anni dopo in Francia.
Nonostante sia passato tutto questo tempo, tutti parlano di questo fenomenale lavoro.
Anche dopo la morte di Gian Lorenzo?
Certo che sì.
Pensa che Johann Joachim Wincklmann, un celebre studioso e teorico del Neoclassicismo ha aggiunto che il mondo della scultura ha raggiunto il massimo splendore solo e soltanto grazie al Bernini.
Un’ultima cosa.
Anche coloro che di solito hanno trovato dei difetti nelle opere di questo scultore, questa volta non hanno nulla da dire sull’Apollo and Daphne Bernini.
Ti faccio un esempio.
Leopoldo Cicognara è stato uno storico dell’arte che non ha avuto molta simpatia per le opere barocche.
Dopo aver visto questo capolavoro – però – è rimasto senza parole ed ha fatto i complimenti all’artista.
IL MITO DI APOLLO E DAFNE
Ora – come promesso – lascia che ti racconti il mito di Apollo e Dafne.
Prima che la scultura Bernini rendesse questa storia di grande successo, questa vicenda è stata riportata nelle Metamorfosi di Ovidio.
Ovidio?
Esatto.
Si tratta di un autore latino vissuto nel primo secolo.
Questa è la sua opera più celebre.
Comunque la vicenda narra che Apollo, dopo aver eliminato il serpente Pitone, si vanta della sua vittoria con Cupido, il dio dell’amore.
E cosa succede?
Apollo comincia a prendere in giro Cupido dicendo che quest’ultimo non ha mai compiuto delle imprese eroiche.
Il dio dell’amore non può tollerare un simile affronto.
Così comincia a pensare ad un modo per vendicarsi.
E lo trova.
Sai cosa ha fatto?
Ha preparato un paio delle sue leggendarie frecce:
- La prima freccia è tutta d’oro ed ha una punta ben lavorata che usa per far nascere l’amore nei suoi bersagli
- La seconda freccia è di piombo ed è tutta rovinata e la scaglia verso i suoi bersagli per ottenere l’effetto opposto e rimuovere l’amore
Messo a punto i dettagli del suo piano di vendetta, Cupido scaglia la freccia d’oro su Apollo.
E quella di piombo?
Con quela colpisce Dafne, una ninfa figlia del dio-fiume Peneo.
Gli effetti delle frecce non tardano ad arrivare.
Apollo si innamora immediatamente di Dafne, ma quest’ultima no.
L’effetto magico della freccia di piombo è talmente forte che appena la ninfa vede Apollo comincia a scappare per non essere presa.
Ma Dafne non può nulla contro la velocità del dio.
E poi cosa succede?
Disperata, Dafne rivolge un’ultima preghiera a suo padre Peneo e gli chiede di essere trasformata in qualsiasi oggetto.
In questo modo non sarebbe caduta tra le grinfie di Apollo.
Peneo accoglie la richiesta della figlia e la trasforma in un albero di alloro.
Da quel momento questa pianta sarà sacra per Apollo.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questa scultura.
Dopo averti raccontato tuta la storia, ora è il momento che ti faccia capire l’Apollo e Dafne Bernini descrizione.
Sai quale momento della storia ha deciso di scolpire l’artista?
L’istante più celebre di tutto il racconto.
Apollo sta per ragiungere Dafne, ma quest’ultima sta iniziando a trasformarsi in alloro.
E poi nella versione di Gian Lorenzo Bernini Apollo e Dafne ci sono dei dettagli che devi assolutamente conoscere.
Per esempio?
Comincia con il guardare Apollo da più vicino.
Lui è un giovane adolescente che sta utilizzando tutte le sue energie per inseguire e catturare la ninfa.
Ha tutti i muscoli in tensione.
Vuole raggiungere a tutti i costi Dafne.
Il Bernini ci mostra l’ultimissima fase dell’inseguimento.
E lo si capisce da diversi particolari.
Cioè?
Apollo si sta lanciando in avanti, come se stesse cercando di effettuare agguantare con un ultimo sforzo la ninfa.
il dio greco è in una posizione sbilanciata e sta ruotando il busto per raggiungere la rappresentazione scultorea del Bernini Dafne.
E poi ci sono un sacco di altri elementi che testimoniano il ritmo dinamico di tutto il gruppo scultoreo.
Tipo?
Il mantello di Apollo si gonfia in modo notevole, come se ci fosse una fortissima folata di vento.
Ed ora dà un’occhiata al mantello di Apollo.
Ha un’espressione che è un misto di confusione ed ansia.
Tutto ciò che vuole è raggiungere la sua amata ninfa.
E cosa bisogna sapere della rappresentazione del Bernini Daphne?
Adesso te ne parlo.
Lei è esattamente il contrario di tutto ciò che ti ho detto a proposito di Apollo.
Cosa significa?
Mi spiego meglio.
Dà un’occhiata alla sua faccia.
Paura e disperazione segnano il suo volto.
Sa di non avere via di scampo: non può sfuggire ad Apollo.
Nonostante ciò usa tutte le sue forze per cercare di sfuggire come può alla presa del dio greco.
E nella scultura si vede benissimo.
Dove?
Basta guardare i suoi movimenti.
È completamente inarcata verso all’esterno, come se cercasse di prendere quanta più distanza possibile dal suo inseguitore.
Ruota il busto ed allunga le braccia in alto.
Il suo sembra un salto disperato in avanti per salvarsi dalla presa di Apollo.
Come vedi l’Apollo e Dafne del Bernini è un insieme di tanti, straordinari dettagli.
E non ho ancora finito.
C’è altro di cui devo parlarti.
Cosa?
Dà un’occhiata alle mani ed ai capelli della ninfa.
Le sue sembianze stanno cambiando ed il corpo di donna si sta trasformando in un albero.
E lo stesso accade alle sue gambe.
Tra poco quest’ultime diventeranno un tronco ed i suoi piedi diventeranno delle radici.
L’Apollo e Dafne scultura di Gian Lorenzo ricalca molti degli aspetti narrati da Ovidio nelle sue Metamorfosi.
Questo – per esempio – è il momento in cui Dafne ha appena rivolto una preghiera al padre Peneo per chiedergli di cambiare il suo aspetto in modo tale da sfuggire una volta per tutte ad Apollo.
Ed è così che diventa un albero di alloro.
Da lì a poco non resterà più nulla dell’aspetto originale della ninfa Dafne.
Apollo non potrà più averla.
Sai qual è l’aspetto più intrigante della Dafne e Apollo Bernini?
Te lo dico io.
Gian Lorenzo ha studiato e lavorato su ogni minimo particolare così da permettere agli osservatori di ammirare l’opera da più angolazioni.
Per farti capire lo spettacolare effetto che l’autore ha cercato di ottenere, voglio mostrarti una cosa.
Su Internet ho trovato un modello 3D dell’Apollo Dafne Bernini realizzata da egiptologo91.
In questo modo puoi vedere come quest’opera sia ricca di dettagli a 360°.
E non è tutto.
Gian Lorenzo ha posto il suo capolavoro in questa posizione nella Galleria Borghese per una ragione.
Quale?
In questo modo quando le persone entrano nella stanza dove è collocata l’opera non riescono a vedere immediatamente tutta la scena.
Ah no?
No.
Si vede soltanto Apollo di spalle.
E perché ha fatto questo?
Per creare un effetto sorpresa.
Nessuno può immaginare che il dio greco sia soltanto una piccola parte della complessa scultura.
Girandoci attorno all’Apollo Daphne Bernini si possono ammirare tutti i dettagli dell’inseguimento, compresa la fatidica trasformazione della ninfa.
Ma ora, per terminare l’Apollo e Dafne Bernini analisi, devo raccontarti alcune cose che riguardano il movimento dei 2 protagonisti.
Gian Lorenzo con questo lavoro ha ottenuto dei risultati inimmaginabili.
Con martello e scalpello è riuscito a rappresentare perfettamente il momento cruciale di tutto il racconto.
Stiamo assistendo al momento in cui Dafne sta cominciando a trasformarsi in albero di alloro.
Dio e ninfa corrono.
Un attimo prima la ninfa ha le sembianze di una donna ma basta un altro istante e questa sta diventando un albero.
E poi c’è da dire che nell’intera opera del Bernini Apollo and Daphne l’equilibrio dei protagonisti è davvero precario.
Che significa?
Guarda megliole gambe dei personaggi.
Sembra che stiano per cadere da un momento all’altro.
Apollo ha la gamba sinistra slanciata all’indietro.
L’unico punto su cui può fare perno con il peso del proprio corpo è la gamba destra.
E Dafne invece?
Lei si solleva verso l’alto per via delle radici che le stanno spuntando velocemente dai piedi.
L’adrenalinico movimento è reso alla perfezione dalla presenza di 2 archi formati dai 2 protagonisti, i quali si intrecciano in una spirale formata da tronco, mantello e braccia.
Mi spiego meglio.
In Daphne and Apollo Bernini l’equilibrio si trova in uno spazio fondamentale.
In che senso?
Le gambe, le braccia ed il corpo dei personaggi si muovono liberi nello spazio.
Ma – nello stesso tempo – i loro movimenti sono indirizzati nella direzione opposta, mantenedo Apollo e Dafne ben ancorati a terra.
E voglio farti notare un’altra cosa.
Il Bernini è riuscito ad ottenere un meraviglioso risultato lavorando su un grande – e spesso – blocco di marmo.
E con ciò?
Non è per nulla facile riuscire a scolpire dei dettagli leggeri e con uno spessore minimo sfruttando un materiale così consistente.
Lo stesso discorso vale anche per alcuni dettagli di Dafne.
La pelle della ninfa è delicatissima.
Nella storia dell’arte non si è mai visto qualcosa del genere.
La vera meraviglia sta nel fatto che la leggerezza della pelle umana di Dafne contrasta con la durezza della corteccia che sta pian piano prendendo forma.
Per concludere l’Apollo e Dafne descrizione non mi rimane che parlarti del chiaroscuro.
Lo so cosa stai pensando.
Il chiaroscuro non è una tecnica pittorica che ha a che fare con quadri e tele?
Hai ragione.
Ma il Bernini è stato talmente abile da riuscire ad importare questo spettacolare effetto anche in questa scultura.
Sai come ha fatto?
Semplice.
Ha alternato le sezioni piene con quelle vuote in tutta la composizione.
In questo modo sono naturalmente comparsi dei giochi di luce.
Il contrasto è ulterioremente enfatizzato dalla durezza e morbidezza presente nella figura di Dafne a cui ho accennato poco fa.
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