Voglio parlarti di una famosissima scultura realizzata da Donatello, un artista vissuto nel ‘400 ed autore di fantastici capolavori. L’opera che voglio farti conoscere oggi è il Monumento Equestre al Gattamelata.
Ci sono un po’ di cose che devi sapere su quest’opera ed ho deciso di spiegarti tutto chiaramente in questo articolo.
Una volta che avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Saprai chi è il Gattamelata
- Capirai il perché questa scultura è considerata uno dei capolavori più importanti della storia dell’arte moderna
- Scoprirai il significato di tutti i dettagli dell’opera
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere a fondo questa scultura? Cominciamo.
Data di realizzazione | 1445-1453 |
Dimensioni | 340 x 390 cm |
Dove si trova | Piazza del Santo, Padova |
STORIA
Prima di raccontarti la storia della scultura devo rispondere ad una domanda molto importante.
Chi è l’uomo protagonista della scultura?
È Erasmo Stefano da Narni.
Lascia che ti racconti brevemente la sua storia.
È nato nel 1370 a Narni, ma i suoi genitori sono di Todi.
Proviene da una famiglia umile e quando è abbastanza grande l’unica scelta per sopravvivere è arruolarsi nell’esercito.
Così comincia la sua carriera e passa sotto il comando di diversi nobili.
Ma aspetta un momento.
Se si chiama Erasmo chi è il Gattamelata?
Gattamelata è il soprannome di Erasmo. Questo può essere dovuto ad:
- Il fatto che ha un atteggiamento dolce e furbo con cui riesce ad ingannare il nemico
- Al cognome della madre, Melania Gattelli
- Al fatto che in battaglia indossava un cimiero (un elmo) con la forma di una gatta di color miele
Chiarito questo dettaglio devi sapere che la carriera militare di Erasmo va avanti.
Presta servizio presso la Repubblica di Firenze, lo Stato Pontificio e la Repubblica di Venezia.
Ed è proprio con quest’ultima che dimostra il proprio valore ed ottiene importanti riconoscimenti.
Erasmo muore il 16 gennaio 1443.
La Repubblica di Venezia gli porge tutti gli onori.
Lo stesso anno è Giacoma della Leonessa, la vedova del Gattamelata a richiedere la realizzazione di una scultura per omaggiare il suo defunto marito.
E la richiede a Donatello.
Stando a quanto scrive Giorgio Vasari (uno dei più antichi storici dell’arte) ne Le Vite Donatello nel 1443 doveva trovarsi a Firenze per lavoro.
A questo punto c’è un po’ di confusione.
Cioè?
Alcuni esperti ritengono che Donatello – non appena ricevuto l’incarico da Giacoma della Leonessa – sia partito per Padova per mettersi all’opera.
Altri invece dicono che in realtà la richiesta è arrivata soltanto nel 1446 quando lo scultore si trovava già in città impegnato in altre opere.
In ogni caso, Donatello comincia effettivamente a lavorare al Monumento Equestre al Gattamelata nel 1446.
Nel 1447 realizza i modelli per la fusione del cavallo e del condottiero.
I lavori procedono a pieno regime ed il capolavoro nel 1453 è concluso.
Quello stesso anno la statua viene posta sul piedistallo.
Sai quanto è costata quest’opera?
1650 ducati: gran parte della somma è stata versata dalla vedova del Gattamelata, mentre il restante è stato pagato dal Senato di Venezia.
Devi sapere una cosa.
Nel piedistallo ci sono delle porte.
Ma non farti ingannare.
Il corpo di Erasmo non si trova all’interno della scultura.
Nel testamento ha lasciato scritto che voleva essere sepolto nella basilica di San Francesco.
Questa non è un’opera funeraria, ma una scultura celebrativa.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo capolavoro.
Il monumento Gattamelata è una statua curata nei minimi dettagli.
Cominciamo con il parlare della posizione in cui è stata costruita.
Pensa che il punto in cui oggi vedi la statua Equestre Gattamelata una volta era un cimitero.
Nelle vicinanze c’era la basilica e da lì si poteva vedere perfettamente la statua.
Osserva un momento il cavallo.
Donatello realizza un animale massiccio e molto potente.
Guardandolo attentamente puoi renderti conto che non è fermo; ha un’andatura lenta e decisa, priva di qualsiasi esitazione.
Ma non è tutto.
Facendo un rapido confronto si vede chiaramente che le proporzioni del cavallo sono maggiori rispetto a quelle del condottiero.
Donatello ha sbagliato ed ha fatto Erasmo troppo piccolo o il cavallo troppo grande?
No.
Lo scultore lo ha fatto apposta: in questo modo mette in risalto il valore del Gattamelata il quale con le sue abilità riesce a domare anche animali selvaggi e giganteschi.
Guardando attentamente il cavallo puoi notare altri particolari interessanti:
- Imbrigliatura
- Sella
- Decorazioni
Sai perché sono interessanti?
Perché – anche se Donatello si ispira molto ai modelli antichi (come vedremo tra poco) – sono particolari con uno stile estremamente moderno.
Considera che nell’antichità non c’erano molte selle ed i combattenti si arrangiavano come meglio potevano utilizzando anche dei cuscini sulla schiena del cavallo.
Ah, un’altra cosa.
Hai notato che una zampa dell’animale è appoggiata su una sfera?
Quella sfera (che potrebbe trattarsi anche di una palla di cannone poiché Erasmo era un guerriero) serve a dare piena stabilità a tutta la composizione di Donatello.
Una piccola curiosità: la zampa del cavallo alzata da terra simboleggia che il soggetto (in questo caso il Gattamelata) è morto in battaglia.
Ci sono un altro paio di cose che devi sapere sull’animale protagonista.
Guarda da più vicino la sua faccia.
Ha gli occhi sbarrati ed un’espressione selvaggia ed indomabile.
Osservandolo diresti che è impossibile riuscire a cavalcarlo, ed invece il Gattamelata ci riesce con facilità e senza fatica.
Senza fatica?
Esatto.
Se dai un’occhiata alle redini tra le mani del protagonista noterai che le sta reggendo in tutta tranquillità.
Questo è un altro dettaglio che serve a mettere in risalto l’astuzia e l’ingegno di Erasmo.
Dopo averti parlato del cavallo, è il momento di scoprire qualcosa in più sul condottiero.
Ha un’espressione fiera e decisa.
Mentre cavalca regge con una mano il bastone del comando.
Non si tratta solo di un oggetto simbolico; forse lo ha ricevuto nel 1438 dalla Repubblica di Venezia.
Uno dei migliori dettagli dell’opera è sicuramente l’armatura indossata dal protagonista.
Qui si vede tutta l’abilità di Donatello.
Ha ripreso un antico modello e lo ha modernizzato ottenendo un risultato incredibile.
Tra i dettagli spiccano decorazioni puramente classiche come la testa di Medusa, dei putti che suonano e delle teste di uomini sulla cintura.
Oltre questi particolari, lo scultore riesce a donare l’illusione di uno “sbilanciamento” in avanti al Gattamelata usando i seguenti dettagli:
- Le gambe tese del condottiero
- Gli occhi rivolti verso un punto lontano
- Il bastone del comando messo in obliquo
- La spada nel fodero messa in obliquo
- L’asse orizzontale del cavallo
- L’asse verticale del condottiero
A proposito, prima mentre ti parlavo della storia del Gattamelata, ricordi che ti ho detto che in battaglia indossava un elmo con una gatta color miele? Perché Donatello non ha incluso questo dettaglio?
Semplice.
Se il protagonista dell’opera di Donatello Gattamelata avesse indossato l’elmo:
- Non si sarebbe visto il volto e sarebbe stato irriconoscibile
- Più che un uomo d’astuzia sarebbe stato più il simbolo di un guerriero assetato di sangue
Grazie all’assenza dell’elmo possiamo apprezzare i dettagli del volto di Erasmo.
Donatello ci mostra un uomo maturo molto simile al vero.
Con lo sguardo fisso e l’espressione decisa trasmette:
- Determinazione
- Potenza
- Forza di volontà
- Abilità di comando
- Grande concentrazione
- Lealtà
- Codice morale
Ma non confonderti.
Il Gattamelata non è la “classica scultura greca o romana” di un eroe con il fisico scolpito; Donatello ci presenta un uomo moderno che ha avuto successo con la ragione.
Detto ciò, parliamo un attimo della tecnica.
Lo scultore – per realizzare questo capolavoro – ha utilizzato la tecnica della cera persa. Una modalità di lavoro non utilizzata da molto e che con Donatello ritorna di nuovo in voga (tant’è che la utilizzerà anche per il San Ludovico di Tolosa).
Dopo il Monumento Equestre Gattamelata ci saranno altre fantastiche opere realizzate da colleghi dell’artista, come il Monumento a Bartolomeo Colleoni del Verrocchio ed il Monumento a Cosimo I del Giambologna.
E non è tutto.
Sai che esistono delle copie del Gattamelata di Donatello?
Proprio così. Si trovano:
- Montevideo, Uruguay
- Museo Puškin, Mosca
- Istituto Statale d’arte, Firenze
Sicuramente avrai notato – mentre ti spiegavo i dettagli di quest’opera – che ti ho detto più volte che Donatello si è ispirato ad opere dell’antichità.
Ed ecco quali sono le opere da cui ha preso spunto:
- Statua equestre di Marco Aurelio, Roma
- Regisole di Pavia (andato distrutto nel 1796)
- Quadriga di San Marco, Venezia (l’andatura al passo del cavallo ed il muso rivolto verso il basso assomiglia molto a quello riprodotto da Donatello)
Sia chiaro.
Donatello non si è limitato a “copiare ed incollare” ma ha tratto ispirazione da questi storici capolavori e li ha modernizzati.
COMPOSIZIONE
L’opera è studiata nei minimi dettagli.
In questo modo la luce mette in risalto determinati particolari come il muso del cavallo o la sua criniera.
Stesso discorso vale anche per il condottiero: la luce ne esalta il volto e le decorazioni dell’armatura.
Anche il fatto che la statua ha un piedistallo così alto ha un suo perché.
Messo ad un’altezza tale il Gattamelata non “condivide” il nostro stesso spazio.
Lui si trova in una dimensione differente, eterna e fuori dal tempo.
Sai che il punto migliore per osservare l’opera è dal lato sinistro?
Messo così di profilo infatti ricorda molto le immagini degli antichi guerrieri ritratti su medaglie e monete.
L'articolo Monumento Equestre al Gattamelata di Donatello: la Statua del Guerriero Astuto proviene da .