Data di Realizzazione | 1505-1506 |
Dimensioni | 65 x 51 cm |
Tecnica | Olio su Tavola |
Dove si Trova | Galleria Borghese, Roma |
Elementi Chiave
- Alcune parti del dipinto sono state aggiunte in seguito
- La donna ritratta è Caterina Gonzaga di Montevecchio
- Prima delle modifiche, la donna teneva tra le braccia un cagnolino (simbolo di fedeltà coniugale)
- Il liocorno (o unicorno) è simbolo della purezza verginale
- Raffaello si è ispirato alla Dama con ermellino di Leonardo da Vinci per quest’opera
Storia
La 1° volta che il nome della Dama con Liocorno salta fuori è il 1760, all’interno di un inventario degli oggetti di proprietà della famiglia Borghese.
Gli studiosi l’hanno analizzato a fondo fin da subito.
Nel 1916 scoprono che alcune parti del dipinto sono state aggiunte in un secondo momento.
Nel 1935 è stata sottoposta ad un restauro perché – prima di questa operazione – la tavola mostrava delle ridipinture (forse sono dovute ad un pessimo stato di conservazione dell’opera).
La donna protagonista, infatti, mostrava dei dettagli che di solito caratterizzano Santa Caterina d’Alessandria nelle opere d’arte: la ruota dentata e la palma.
E non è tutto: sia le mani che il manto erano state realizzate da qualcun altro e non dall’autore originale dell’opera.
Ecco perché ci sono un sacco di problemi.
Chi è l’artista che ha realizzato questa tavola (prima del restauro)?
Gli studiosi propongono diverse ipotesi:
- Perugino?
- Ridolfo del Ghirlandaio?
- Francesco Granaci?
- Andrea del Sarto?
E poi salta fuori il nome di Raffaello.
Ed è stato proprio lui a realizzare la Dama con Liocorno perché poi è stato scoperto un disegno preparatorio dell’opera.
Poi cominciano le indagini per capire chi fosse la donna ritratta.
Alcuni pensano che sia Maddalena Strozzi, la moglie di Agnolo Doni. Ma un disegno conservato agli Uffizi con Maddalena protagonista mostra che è diversa.
Ed allora l’ipotesi più plausibile è che si tratti di Caterina Gonzaga di Montevecchio, una bellissima donna vissuta nel Rinascimento.
Lei è la moglie del conte di Montevecchio, Ottaviano Gabrielli di Gubbio.
E forse è proprio così perché quadrano anche altri dettagli.
Infatti, devi sapere, che vengono fatte delle radiografie dell’opera che prima, al posto dell’unicorno (simbolo della purezza delle vergini), la donna aveva in braccio un cagnolino, simbolo della fedeltà coniugale.
Questo è un dettaglio importante perché il conte di Montevecchio muore prima della giovane moglie e quest’ultima decide di andare in convento.
A causa di questi eventi, forse la tavola è stata modificata per rappresentare non più Caterina Gonzaga di Montevecchio, ma Santa Caterina d’Alessandria (è stata scelta proprio questa santa perché hanno lo stesso nome).
Descrizione
La Dama con Unicorno è una tavola che rappresenta una il mezzobusto di una donna seduta su una terrazza.
Dietro di lei c’è un parapetto con delle colonne che incorniciano il paesaggio sullo sfondo.
La donna è girata di tre quarti verso sinistra e con il volto guarda verso di noi.
Non c’è dubbio che Raffaello si è ispirato a Leonardo da Vinci ed alla sua Dama con ermellino:
- Hanno la stessa posa
- Hanno uno sguardo intenso
- Entrambe hanno un animale in braccio
Ci sono anche delle differenze però.
Mentre Leonardo inserisce nella sua opera simboli ed allusioni, Raffaello ritrae una donna elegante e sobria, ponendo una grande attenzione ai dettagli ed all’armonia generale dell’opera.
Dà un’occhiata al suo vestito.
È l’abito di una nobile scollato con grandi maniche estraibili allacciate, ed è identico a quello indossato dalla donna ritratta nella Gravida conservato a Palazzo Pitti.
Sulla fronte ha un piccolo diadema che le incornicia il viso.
Al collo ha una catena d’oro annodata, poi c’è un pendente di rubino ed una perla a goccia.
Tra le braccia ha un liocorno.
Si tratta di un animale mitologico che rappresenta la purezza verginale: secondo il mito questi animali potevano essere addomesticate soltanto dalle vergini.
Curiosità: il liocorno è da sempre associato alla famiglia Farnese. Questo dettaglio ha fatto pensare che la donna ritratta potesse essere Giulia Farnese, amante di papa Alessandro VI, ma poi la critica è più convinta dell’idea che si tratti di Caterina Gonzaga di Montevecchio.
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