Data di Realizzazione | 1910-1911 |
Dimensioni | 174,7×114,7 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Museum of Modern Art, New York |
Caratteristiche Chiave
- Con quest’opera vuole dimostrare la superiorità e le potenzialità della luce elettrica industriale rispetto a quella tradizionale della luna
- È un lavoro divisionista (ispirato al Neo-Impressionismo francese) e si nota perché le pennellate su tela sono distaccate e le tonalità sono pure
- Tracciando una linea verticale al centro si nota una perfetta simmetria tra la parte sinistra e destra dell’opera (anche se c’è la luna da questo lato che rende la sezione più evidente)
Storia
Giacomo Balla si interessa ai lampioni della luce per le sue opere tra il 1900-1901.
Ad aumentare la sua curiosità su questo tema ci sono 2 ipotesi:
- Nel 1910 c’è una pubblicità con protagonista un palo della luce stilizzato
- A Roma in quel periodo vengono posizionati i primi pali della luce
Non sappiamo se sia stato uno di questi elementi (o entrambi) ad aver spinto Giacomo a realizzare questa tela, ma ci sono altre cose che devi sapere.
Quando completa Lampada ad Arco Balla segna come data di realizzazione il 1909, ma non è così.
L’ha finito nella seconda metà del 1911, dopo essere stato rifiutato per una mostra a Milano.
Ha fatto questo cambio di date quando la tela è stata protagonista di una mostra nel 1928.
Oggi, il lavoro di Balla si trova al Museum of Modern Art di New York dopo l’acquisto da parte di quest’ultimo nel 1954.
Curiosità: nel museo americano, oltre all’opera sono conservati anche altri disegni e strudi che Giacomo ha realizzato prima di completare la tela.
Descrizione
Protagonista dell’opera è una lampada di un lampione che brilla nella notte.
Dall’elemnto luminoso si diffonde una forte luminosità sprigionando dei raggi.
La lampada è sorretta da un’alta struttura metallica che occupa la parte centrale della scena.
Sulla destra, tra i raggi di luce, si vede la luna.
Ed anche se ha lo stesso colore della lampada, quest’ultima è più luminosa (mettendo la luna in secondo piano).
Se guardi con attenzione, puoi notare che l’alone luminoso è circondato da un contorno che segue un percorso simmetrico ma irregolare.
Giacomo si ispira al Neo-Impressionismo di Seurat e Signac (puoi saperne di più leggendo questo articolo sul Post-Impressionismo), mettendo i colori sulla tela senza unire le pennellate ed ottenendo delle tonalità pure.
L’artista con quest’opera vuole esaltare le potenzialità dell’energia elettrica e dimostrare la bellezza di quest’invenzione industriale.
Per questo la luna è meno luminosa e finisce in secondo piano.
Per rendere la luminosità usa soprattutto il giallo in diverse varietà: prima di tutto c’è il giallo molto chiaro che diventa più scuro ai bordi, mentre al centro usa soprattutto il verde (ed ancora il giallo).
Spostandoci più sui lati mette su tela anche il rosso, l’arancione e l’indaco.
Tracciando una linea verticale proprio al centro dell’opera puoi notare un’incredibile simmetria di colore e struttura tra destra e sinistra (anche se la presenza della luna rende la parte di destra più evidente).
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