Data di Realizzazione | 1503 |
Dimensioni | 200 x 152 cm |
Tecnica | Olio su Tavola |
Dove si Trova | Duomo di Santa Maria Assunta e Liberale, Castelfranco Veneto |
Caratteristiche Chiave
- Questa è l’unica pala d’altare realizzata da Giorgione
- L’opera è stata commissionata da Tuzio Costanzo per onorare il ricordo del figlio Matteo, morto in battaglia
- I protagonisti sono la Vergine Maria, Gesù Bambino, San Francesco e San Nicasio
- I protagonisti formano una piramide con alla punta la Vergine
- San Nicasio e San Francesco rappresentano il motto dell’Ordine di Malta, di cui faceva parte il defunto Matteo
- A differenza di altre opere veneziane, Giorgione non usa uno sfondo architettonico, ma un ambiente naturale e ben illuminato
- In lontananza ci sono dei guerrieri ed una città fortificata danneggiata, simboli di guerra
Storia
Tuzio Costanzo, condottiero della Repubblica Veneta richiede a Giorgione di eseguire quest’opera.
Una volta conclusa, l’avrebbe messa nella cappella di famiglia nel duomo di Santa Maria Assunta e Liberale a Castelfranco (ecco perché si chiama Pala di Castelfranco).
Ma perché Tuzio ha chiesto questo lavoro?
L’ha fatto per ricordare la morte del figlio Matteo, avvenuta nel 1504-1505 a Ravenna durante una campagna militare della Repubblica di Venezia.
Giorgione completa l’incarico e la tavola viene messa nel duomo.
Il 10 dicembre 1972, però, la pala viene rubata.
Spunta fuori 3 settimane dopo in un vecchio casolare, forse dopo il pagamento di un riscatto.
Soltanto nel 2006 – dopo tanti e tanti lavori di restauro – l’opera viene riportata nel duomo, dove si trova ancora oggi.
Descrizione
In questa pala del Giorgione ci sono diversi protagonisti.
Cominciamo dall’alto.
Seduti su un trono ci sono la Vergine Maria e Gesù Bambino.
La sedia è molto in alto, appoggiata su una struttura alla cui base c’è un sarcofago in porfido.
Nota: il porfido è una roccia color porpora utilizzata nell’Antica Roma per costruire i sarcofagi degli imperatori.
Sopra al sepolcro c’è il simbolo della famiglia Costanzo.
Uno stemma a 6 coste con una banda rossa.
La Vergine guarda il sarcofago con aria triste, sapendo che – a livello simbolico – al suo interno c’è il corpo di Matteo, il figlio di Tuzio morto a Ravenna.
Nella parte più bassa della scena ci sono altri 2 protagonisti: San Nicasio (quello con l’armatura e l’insegna dei cavalieri di Malta) e San Francesco a destra.
Curiosità: Giorgione per San Francesco si è ispirato a quello dipinto da Giovanni Bellini nella Pala di San Giobbe.
Perché in compagnia di San Francesco c’è San Nicasio?
A Messina, la città natale di Tuzio, Nicasio è un santo molto venerato insieme a San Francesco.
Senza contare che il fratello di Tuzio (ed il figlio Matteo) facevano parte dell’Ordine di Malta.
Ed è qui che tutto si ricollega.
Il motto dell’Ordine di Malta è “Difesa della Fede e Ossequio dei Poveri”.
San Nicasio rappresenta la Difesa della Fede, mentre San Francesco l’Ossequio dei Poveri.
Entrambi guardano verso di noi, creando un collegamento tra il nostro mondo mortale e quello divino.
Stile
Questa Pala è molto interessante perché è del tutto diversa dalla tradizionale arte veneziana di quel periodo.
Se i colleghi di Giorgione utilizzavano uno sfondo architettonico per i loro lavori, lui prende un’altra strada.
Qui divide la composizione in 2 parti:
- La parte più bassa con pavimento a scacchi in prospettiva ed un parapetto rosso che fa da fondale
- Metà superiore celeste con paesaggio naturale composto da campagne e colline
In fondo sulla destra ci sono 2 piccole figure con l’armatura che simboleggiano la guerra, così come la città fortificata (e danneggiata) sulla sinistra con lo stemma del Leone di San Marco.
A collegare il tutto c’è la luce atmosferica che avvolge tutti i dettagli, rendendo morbidi gli abiti dei protagonisti ed i particolari della composizione.
Giorgione usa il colore per strutturare lo spazio:
- In primo piano il pavimento è chiaro a scacchi
- In secondo piano il tono è più scuro e con qualche ombra
- In lontananza lo sfondo è brillante con qualche tocco di grigio
Per finire la composizione della scena è piramidale la cui punta è rappresentata dalla Vergine sul trono e la base invece è composta dai due santi.
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