Il Seminatore di Vincent Van Gogh: analisi completa dell’opera
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Terminato il nostro recente viaggio in compagnia delle opere accademiche di Bouguereau, ora facciamo nuovamente un passo indietro per aggiungere un nuovo lavoro ai quadri più belli di Van Gogh, i quali, secondo gli studi sulla sua biografia, sono stati più di settecento, e di cui, sfortunatamente, solo uno è stato venduto mentre il pittore era ancora in vita. Il lavoro su cui ci concentreremo oggi, è intitolato “Il Seminatore”.
All’interno di questo articolo troverete una breve analisi, la quale ovviamente è coadiuvata dalla lettura della corrispondenza letteraria che lo stesso pittore ebbe con diversi artisti, ma soprattutto con suo fratello Theo, ed all’interno di queste lettere sono presenti molti dettagli legati alla produzione delle opere di Vincent. Per qualsiasi informazione o lettura aggiuntiva dell’opera da parte vostra, potete aggiungerla a questo articolo e renderla disponibile al pubblico semplicemente lasciando un commento in fondo a questo stesso articolo.
Prima di procedere oltre, è bene indicare che Van Gogh ha realizzato diversi lavori intitolati “Il Seminatore”, di conseguenza, realizzeremo due piccoli paragrafi in cui faremo riferimento alle versioni più popolari di questa “serie”.
VERSIONE DEL VAN GOGH MUSEUM
In questo paragrafo andremo a studiare la versione conservata ad Amsterdam di questo lavoro. Prima di tutto elencheremo i dati tecnici dell’opera, e poi effettueremo una breve analisi della composizione.
Data di produzione: 1888
Dimensioni: 32 x 40 cm
Dove si trova: Van Gogh Museum, Amsterdam
Come ben sappiamo, Vincent è stato sempre appassionato dal mondo agrario e dei contadini. Per realizzare questo lavoro, il pittore olandese fece riferimento ad un omonimo lavoro di Jean-Francois Millet, grazie a cui riuscì a studiare l’apparato illuministico della scena, e che utilizzò successivamente per altri suoi lavori legati al mondo agrario.
In questa specifica versione, conservata ad Amsterdam, possiamo vedere che il soggetto, ovvero il contadino che sta spargendo la semina sul campo in primo piano, ha attorno alla testa una sorta di alone, formato dallo stesso sole, non assimilabile ovviamente ad un angelo, ma senza dubbio tende ad esaltare il soggetto come una figura positiva.
I colori utilizzati nella scena sono molto interessanti: il forte contrasto tra i campi, dove dominano colori vari, che spaziano dal marrone al viola, per andare ulteriormente in contrasto con il sole giallo, il quale, sembra contagiare con il suo calore tutto il cielo.
Nelle sue lettere, ed in particolare, nella corrispondenza letteraria che intrattenne con il suo amico Emile Bernard, Vincent scrisse dell’importanza del seminatore, il quale, attraverso il suo lavoro era come se desse la vita alle piante, e di conseguenza, anch’egli rappresentava la vita stessa.
Successivamente, il pittore si concentrerà in altre opere sul valore opposto a quello del Seminatore, ovvero la mietitrice, la quale simbolicamente rappresenta la morte.
VERSIONE DEL KRÖLLER-MÜLLER MUSEUM
Dopo aver rapidamente descritto la versione conservata ad Amsterdam, adesso ci spostiamo ad Otterlo per analizzare la composizione di un’altra versione de “Il Seminatore”. Come in precedenza, eccovi prima i dettagli tecnici, e successivamente l’analisi dell’opera.
Data di produzione: 1888
Dimensione: 64,2 x 80,3 cm
Dove si trova: Kröller-Müller Museum, Otterlo, Olanda
Quest’altra versione è stata realizzata nello stesso anno di quella citata precedentemente, e ciò già lascia intuire la tenacia di Vincent nel voler studiare a fondo questa tematica. Il quadro, così come tutta la produzione, è pregna di innumerevoli riferimenti al mondo cristiano, al quale il pittore era indubbiamente legato.
Differentemente dalla versione di Amsterdam, in questo caso il contadino non si trova in primissimo piano, ma sul lato destro della tela, impegnato a gettare la semina sul campo, mentre sullo sfondo si erge al centro un forte sole, che con i suoi raggi sembra quasi voler abbracciare tutto il creato, quasi come se si trattasse di Dio. Nelle sue lettere, Vincent aveva un particolare legame con il sole, che chiamava “il buon Dio del sole”, addirittura considerando infedeli coloro che non gli prestavano ascolto.
Alle spalle del seminatore è possibile notare una parte del raccolto, rigoglioso, il quale ripaga i forti sacrifici dell’uomo. Vincent comparava il ciclo del grano a quello della vita umana, dove entrambi rappresentano la crescita e la forza della natura.
I colori utilizzati sono molto chiari, a sottolineare come la luminosità del sole possa coinvolgere tutta la scena. Si può notare un forte contrasto tra il campo che deve ancora seminare (dove lavora il contadino), composto principalmente dal blu ed il marrone, e quello più in fondo, già rigoglioso, reso con un giallo più scuro, quasi bronzeo, per essere distinto dai raggi solari che dominano il cielo.
Il Seminatore di Vincent Van Gogh: analisi completa dell’opera
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