Data di Realizzazione | 1863 |
Dimensioni | 130 x 225 cm |
Tecnica | Olio su tela |
Dove si Trova | Musée d’Orsay, Parigi |
Caratteristiche Chiave
- Cabanel ritrae Venere nata dalle spume del mare mentre si sta svegliando, circondata dagli amorini che festeggiano la sua nascita
- L’opera viene presentata al Salon del 1863 e l’imperatore Napoleone III la compra per 20.000 franchi
- L’artista usa colori molto tenui, soprattutto per la pelle (quasi pallida) di Venere
- Anche se la protagonista è nuda, l’opera non viene criticata perché il soggetto è mitologico e quindi non è scandaloso (al contrario dell’Olympia di Manet)
Storia
Alexandre Cabanel completa la tela nel 1863 e quello stesso anno la presenta al Salon di Parigi.
Molti apprezzano il lavoro, soprattutto l’Imperatore Napoleone III che decide di comprarla per 20.000 franchi.
Da lì è un continuo trasferimento:
- Nel 1865 viene esposta al Palazzo dell’Eliseo
- Nel 1870 viene spostata nel Palazzo del Lussemburgo
- Nel 1923 viene trasferita nel Louvre e poi nel Musée d’Orsay
Ed oggi è esposta ancora al Musée d’Orsay.
Curiosità: Dato il successo dell’opera, Cabanel ha firmato un contratto con la Goupil per mettere in vendita delle riproduzioni del suo lavoro sotto forma di incisioni. Ed ecco perché ci sono un paio di copie realizzate da Adolphe Jourdan nel 1864, di cui una è esposta al Museo Dahesh di New York, e l’altro al Museo d’Arte Metropolitana, sempre nella stessa città.
Descrizione
La protagonista dell’opera e l’antica dea romana della bellezza, Venere.
Secondo la leggenda, lei sarebbe nata dalle spume del mare.
E così Cabanel la dipinge sdraiata proprio sulla superficie dell’acqua, mentre le onde formano una spuma bianca che formano quasi un cuscino per la dea.
I suoi lunghi capelli scivolano fino alle gambe.
Essendo nata da poco ha gli occhi ancora chiusi (i dei greci e romani raggiungevano quasi subito l’età adulta dopo la nascita) e con la mano destra sembra quasi che voglia ripararsi dalla forte luce del sole.
Sopra di lei ci sono 5 amorini, due dei quali soffiano in una grande conchiglia e stanno festeggiando per la nascita della dea.
I colori della tela sono molto leggeri, soprattutto nel caso della pelle di Venere.
Le tonalità sono simili, al punto che gli amorini sembrano quasi confondersi con il cielo che li circonda.
Cabanel sfrutta una struttura serpeggiante sia per il corpo di Venere (esaltandone la sensualità) che per la posizione degli amorini.
Critica
Anche se la protagonista è del tutto nuda, quest’opera non ha fatto scandalo alla sua presentazione.
Ed il motivo è semplice.
Essendo un soggetto mitologico, non si tratta di un lavoro osceno.
Quello stesso anno – nel 1863 – Manet presenta la sua Olympia, opera che fa discutere tutti quanti.
Qui la situazione si è ribaltata.
Nessuno accetta di vedere una donna del popolo che si mostra nuda davanti a tutti senza pudore.
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