Data di Realizzazione | 1507 |
Dimensioni | 64 x 48 cm |
Tecnica | Olio su tavola |
Dove si Trova | Gallera Nazionale delle Marche, Urbino |
Caratteristiche chiave
- È un possibile ritratto di Giovanna da Montefeltro, moglie di Giovanni della Rovere e che la ritrae dopo che è diventata vedova
- Il quadro si intitola La muta per l’espressione della protagonista, la quale in realtà non è muta ma ha un’espressione indecifrabile a causa del dolore per la morte del marito
Storia
Purtroppo non ci sono informazioni certe su chi abbia commissionato la tavola, ma sappiamo che appartiene alla fine del periodo in cui Raffaello è stato a Firenze.
Tra le varie ipotesi, si suppone che la donna ritratta potrebbe essere Giovanna da Montefeltro (figlia di Federico da Montefeltro) e moglie di Giovanni della Rovere.
Dati questi legami, il committente potrebbe essere stata la famiglia della Rovere, la quale ha finanziato il soggiorno di Raffaello a Firenze.
Ma tra i documenti, il nome di questa tavola salta fuori soltanto nel 1666, tra le opere contenute nell’eredità del cardinale Carlo de’ Medici.
L’opera viene spostata più volte: prima Palazzo Pitti, poi la Villa di Poggio a Caiano ed infine gli Uffizi il 23 dicembre 1773.
Ma dato che tutti i quadri di Raffaello si trovavano a Firenze grazie all’eredità di Vittoria della Rovere nel 17° secolo, nel 1927 la tavola della Muta viene regalata al Museo di Urbino, come dono per onorare la città natale del pittore.
Oggi è esposta nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
Curiosità: Questa tavola è stata rubata il 6 febbraio 1975 con la Madonna di Senigallia e Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca. Per fortuna tutto viene ritrovato a Locarno il 23 marzo 1976.
Descrizione
La protagonista della tavola è una donna ritratta a mezzo busto, girata verso sinistra.
Molti dettagli dell’opera sono realizzati alla perfezione, soprattutto quelli della veste.
Ci sono:
- Gamurra (nome della sopravveste femminile) di panno verde con bande di velluto rosso
- Le maniche sono in panno castagnino allacciate con nastri rossi che mostrano lo sbuffo della sottoveste
- Camicia di lino con ulteriori ricami in nero
- Grembiule di tela annodato con la fettuccia rossa
E non solo.
Anche i gioielli hanno un ruolo fondamentale:
- L’anello a destra ha uno stile nordico
- Il rubino che ha sull’anulare sinistro è un simbolo di prosperità
- Lo zaffiro sull’indice sinistro è simbolo di castità
Questi sono ottimi esempi della tradizione orafa fiorentina.
E poi c’è il pendente con croce composto da una catena d’oro a maglie fitte e piatte, annodata a mezzo busto (come anche per la protagonista della Dama con Liocorno) e che termina in un crocifisso decorato con dei piccoli ramoscelli e fiori.
Raffaello però, ha eseguito diverse modifiche che si vedono anche ad occhio nudo:
- Sulla spalla destra
- Sul velo delle spalle
- Sulla manica sinistra
- Sul lato sinistro dell’acconciatura dei capelli
- Sulla mano destra
Tutti questi pentimenti forse sono dovuti al fatto che Raffaello potrebbe aver eseguito il ritratto in due momenti diversi.
In un primo momento l’opera doveva avere una certa atmosfera, ma in seguito la donna è rimasta vedova, e di conseguenza il ritratto ha acquistato un tono differente.
Seguendo questa ipotesi si spiegherebbe la presenza del fazzoletto nella mano sinistra ed il colore verde della veste che simboleggia la vedovanza.
E poi c’è l’espressione della donna.
È indecifrabile.
Ha lo sguardo fisso verso di noi e c’è un’atmosfera drammatica.
Ed è proprio la sua espressione che le ha fatto guadagnare il titolo di La Muta.
Ispirazione
Raffaello si è ispirato a diversi artisti per quest’opera.
Prima di tutto alla Gioconda di Leonardo da Vinci sia per la struttura dell’opera che per la particolarità della figura che affiora dall’ombra.
Ma a differenza della Gioconda, La Muta ha dei lineamenti fisici e l’abbigliamento più preciso e definito.
Le mani poggiate sul bordo inferiore – come se ci fosse un parapetto – invece Raffaello si è ispirato al Ritratto di Folco Portinari di Hans Memling.
E poi ci sono degli elementi ricorrenti di altre opere di Raffaello, come il particolare delle mani nel Ritratto di Maddalena Strozzi e lo sfondo della Gravida.
Scopri altri particolari sull’opera nel video qui sotto realizzato dalla Galleria che ospita l’opera.
Domande frequenti sulla Muta di Raffaello
La Muta di Raffaello Sanzio si trova nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.
La Muta di Raffaello si chiama così perché la protagonista ha un’espressione indecifrabile. È in lutto per la morte del marito e nell’opera ci sono diversi simboli che dimostrano che lei è vedova.
L'articolo La Muta di Raffaello Sanzio: Dolore Senza Parole proviene da .