Data di Realizzazione | 1936 |
Dimensioni (Larghezza x Altezza) | 80 x 60 cm |
Tecnica | Olio su tela |
Dove si Trova | Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid |
Caratteristiche Chiave
- Magritte dipinge una scena in cui una finestra viene rotta in tante schegge di vetro. Alcune sono già a terra e nelle altre che stanno cadendo si vede ancora il riflesso del paesaggio esterno
- Gioca su un’illusione ottica che somiglia molto ad un’altra opera dipinta tre anni prima: La Condizione Umana 1, con alcune variazioni
- Utilizza colori freddi per dare un’atmosfera strana, quasi irreale all’ambiente
- Tutta la scena è costruita con una perfetta attenzione geometrica, dando ancora di più la sensazione che questo luogo non esista e non ci sia vita
Storia
Magritte è uno dei più grandi esponenti del Surrealismo.
Nelle sue opere ha esplorato a fondo il tema dell’inconscio con la massima razionalità e precisione.
Così nascono dei lavori che sono dei veri e propri enigmi ma con uno stile coerente e subito riconoscibile: tele che a primo impatto sembrano semplici ed ordinarie, ma che – guardando più da vicino – svelano degli aspetti “nascosti” della quotidianità.
Magritte dipinge La chiave dei campi nel 1936.
In quel periodo è già un famoso artista surrealista come Dalí e Tanguy; in questi mesi, però, sta mettendo da parte le “tradizionali” caratteristiche surrealiste per avvicinarsi alle “leggi senza senso” immaginate da Lewis Carroll nel suo libro Alice nel Paese delle Meraviglie.
Oggi questa tela è conservata al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.
Descrizione
Siamo in una stanza con una grande finestra che dà su un paesaggio di campagna.
Fuori, in primo piano c’è un prato (un po’ in pendenza da sinistra), alberi e cespugli.
La finestra che dà sul verde è composta da 2 vetri: uno superiore ed uno inferiore; quest’ultimo è rotto.
Non sappiamo cosa abbia rotto il vetro, ma il buco è quasi circolare.
A terra ci sono un sacco di schegge di vetro, mentre altre stanno cadendo e si vede su di loro ancora il riflesso del paesaggio esterno.
Magritte usa soprattutto colori freddi per questo lavoro, e sono:
- Azzurro: lo utilizza per il cielo, ma anche un po’ per gli alberi ed i cespugli mischiandolo al grigio
- Verde/Azzurro: Per l’erba sulla collina
- Grigio: Per il muro della stanza
- Marrone: per il pavimento della stanza
- Porpora: Per le tende laterali alla finestra
Utilizza apposta delle tonalità fredde per dare alla scena un’atmosfera anomala e priva di emozioni.
Tutto è perfettamente geometrico: la profondità è perfetta attraverso un calcolo di proporzioni e sovrapporisioni di figure. Inoltre tutta la composizione è bilanciata sull’asse verticale.
Tutta questa precisione rende l’immagine ancora più irreale e fuori da ogni tempo.
Curiosità: C’è una forte somiglianza tra questa tela e quella che ha realizzato tre anni prima intitolata La Condizione Umana. Le scene sono molto simili, con l’unica differenza che qui non c’è una tela nella tela, ma un buco nella finestra. Se spostassimo la tela in La Condizione Umana, rimarrebbe un buco nella scena? La risposta arriva con La chiave dei campi. Se la finestra si rompe, il riflesso si spacca, ma il paesaggio esterno rimane invariato.
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