Sogno di Costantino di Piero della Francesca: analisi completa dell’opera
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Uno degli artisti più apprezzati del Quattrocento è stato senza dubbio Piero della Francesca, il quale attraverso i suoi lavori ha gettato delle solide basi artistiche che avrebbero influenzato moltissimi artisti venuti dopo di lui. Per scoprire qualcosa in più su questo artista,, oggi andremo a scoprire tutto quello che riguarda uno dei suoi lavori più popolari di sempre, ovvero b “Sogno di Costantino”.
All’interno di questo articolo troverete tutti i dettagli relativi a tale affresco: prima di tutto vedremo la data di realizzazione, le dimensioni ed altri dati tecnici, e successivamente passeremo alla descrizione effettiva dell’opera, per avere tutte le informazioni relative a questo famosissimo affresco di Piero della Francesca.
Data di produzione: 1458-1466
Dimensioni: 329 x 190 cm
Dove si trova: Basilica di San Francesco, Arezzo
“Sogno di Costantino” appartiene al filone delle “Storie della Vera Croce” presenti nella cappella maggiore della Basilica di San Francesco ad Arezzo, ed è stata realizzata da Piero della Francesca e da diversi aiutanti che hanno contribuito al completamento perfetto di tale affresco.
Cerchiamo di capire qual’è il fatto rappresentato all’interno di questo affresco da parte di Piero della Francesca: siamo nel IV secolo d.C., dove regna l’imperatore Costantino, e prossimamente dovrà combattere contro Massenzio per determinare chi dovesse dominare Roma e l’Impero. Piero della Francesca ambienta la scena all’interno del campo dove risiedono le truppe di Costantino insieme all’imperatore; durante la notte, un angelo appare in sogno e si dirige verso Costantino, mostrando un segno prodigioso a quest’ultimo: una croce con accanto la scritta “In hoc signo vinces” che tradotto vuol dire, “con questo segno vinci”.
La comparsa di questo segno, oltre a portare la vittoria in favore di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, fu fondamentale anche per la concessione della libertà di culto per i cristiani ad opera dello stesso Costantino, il quale attraverso la promulgazione dell’editto di Milano del 313 d.C., pose le basi per la futura imposizione del Cristianesimo come religione di Stato.
Nell’affresco di Piero della Francesca, la scena di cui abbiamo parlato poc’anzi, è rappresentata perfettamente: la notte giunge al termine, e le prime luci dell’alba diventano sempre più forti, donando un po’ di luminosità alla scena. Al centro dell’affresco troviamo la tenda dell’imperatore Costantino, vegliata da due guardie, mentre un aiutante dello stesso imperatore, stanco, si addormenta poggiando il gomito sul letto di Costantino.
In primo piano sulla sinistra, facendo bene attenzione alla guardia rappresentata di spalle, è possibile notare che la punta della lancia che trattiene tra le mani, indica l’angelo che a grande velocità si sta dirigendo verso l’Imperatore, portando nella mano una piccola croce (rappresentante la Vera Croce citata in precedenza); questa piccola Croce ha un ruolo fondamentale nell’opera: sembra che quest’ultima sia la fonte di luce che illumina completamente il panorama, coadiuvata leggermente anche dall’arrivo dell’alba.
La luce, sembra prediligere alcune zone della scena: in particolare, la forte luce della Croce “colpisce” la tenda dell’imperatore ed il suo interno, lasciando completamente in disparte invece i soldati che si trovano nei pressi. La luce, infine, è presente anche in altri affreschi di Piero della Francesca, ed oltre a fungere da “illuminazione”, metaforicamente indica anche la vittoria della luce “cristiana”, contro l’oscurità sempre minore del paganesimo.
Sogno di Costantino di Piero della Francesca: analisi completa dell’opera
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