Luce e colore (la teoria di Goethe) di William Turner: analisi completa dell’opera
ArteWorld.
Protagonista dell’articolo odierno è un quadro di William Turner, il quale è stato un prolifico artista dell’Ottocento, i cui quadri hanno cambiato radicalmente la storia dell’arte moderna, sia inglese che globale. Il suo sapiente utilizzo dei colori e la tecnica peculiare presente nella stragrande maggioranza dei suoi lavori testimoniano la grande abilità del Turner pittore, e lo abbiamo potuto scoprire analizzando “Chichester Canal“, ed oggi potremo saperne ancora di più sulla bravura del leggendario artista inglese, andando a studiare tutto quello che riguarda un altro suo quadro, intitolato “Luce e colore (la teoria di Goethe)”.
In questo articolo troverete la descrizione approfondita del soggetto rappresentato in questo olio su tela di Turner, ma oltre a ciò, effettueremo un breve riassunto delle caratteristiche stilistiche rintracciabili attraverso l’analisi del quadro.
Data di realizzazione: 1843
Dimensioni: 78,5 x 78,5 cm
Dove si trova: Tate Gallery, Londra
Questo “Luce e colore (la teoria di Goethe)”, come si può evincere dal titolo stesso dell’opera, è nato dal grande interesse mostrato da William Turner per il libro di Goethe intitolato “La teoria dei colori”, pubblicato nel 1810. La scena ritratta all’interno di questa tela quadrata del Turner pittore, è tratta liberamente dal Libro della Genesi: protagonista è il Diluvio Universale raccontato proprio nel libro della Genesi; protagoniste indiscusse della tela sono la possibilità della natura di donare la vita e nel contempo la sua straordinaria forza distruttrice.
Turner, scegliendo di rappresentare proprio un tema derivante dal mondo cristiano, non fa altro che suggerire Dio come “motore degli eventi”: è stato Egli stesso ad ordinare a Noè la realizzazione dell’Arca per permettere il salvataggio degli animali, e successivamente è stato sempre Dio ad ispirare Mosè per compiere la scrittura del Libro della Genesi.
I colori utilizzati in questo lavoro rappresentano una sorta di vortice colorato con quattro pennacchi leggermente più scuri rispetto alla parte centrale; al centro si scorge appena la figura di un uomo, ovvero Mosè, mentre sotto di lui, Turner dipinge il serpente presente nella Genesi.
Come accennato in precedenza, questo quadro è molto legato alla “Teoria di Goethe” dei colori: Turner, colpito dagli studi di questo intellettuale, sceglie di riportare le conclusioni che ha raggiunto all’interno di questa tela, secondo cui la nascita del colore dipende semplicemente dalla luce ed ombra che vengono riflesse da un oggetto trasparente; seguendo questo criterio, in quest’opera, Turner, pone grande attenzione all’utilizzo dei colori e l’immagine che permane “nell’occhio” dell’utente dopo un’attenta visione del quadro. Attraverso questo ragionamento, William Turner pittore, sceglie sapientemente di utilizzare alcuni colori e di attribuire a quest’ultimi determinati ruoli: il rosso ed il giallo devono suggerire felicità ed una visione positiva, mentre colori freddi come il blu devono essere invece portatori di tristezza e angoscia.
Secondo Goethe, il giallo, fu proprio il primo colore in assoluto ad essere trasmesso dalla luce, e conoscendo tale teoria, Turner utilizza questo colore nella sua composizione, come chiaro riferimento agli studi dell’intellettuale, ed anche se questa tonalità dovrebbe suggerire felicità, il pittore si focalizza sull’aspetto più negativo, cercando di far prevalere questa emozione piuttosto che quella originale. La curiosa forma circolare che si può notare all’interno della tela, ricorda la forma dell’occhio umano.
Luce e colore (la teoria di Goethe) di William Turner: analisi completa dell’opera
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