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San Francesco in meditazione di Caravaggio: il mistero di Roma e Cremona

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San Francesco in meditazione di Caravaggio: il mistero di Roma e Cremona
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Voglio farti conoscere un quadro di Caravaggio (in realtà sono di più) di cui difficilmente avrai sentito parlare, ma che, ti assicuro, vale la pena conoscere fino al più piccolo particolare, perché studiando tutti i dettagli, ti permetterà di avere un’idea più concreta riguardo il talento di questo artista e sulla sua vita avventurosa. I quadri di cui voglio parlarti sono intitolati San Francesco in meditazione.

Quando avrai finito di leggere questo articolo, ogni singola opera di Caravaggio citata in questo articolo non avrà più alcun segreto per te: conoscerai la vicenda del San Francesco Caravaggio, poi scoprirai l’importanza di ciascun particolare incluso nel quadro ed infine, comprenderai perché lo stile di questo artista, ancora oggi, è considerato leggendario.

San Francesco in meditazione Carpineto Romano Chiesa Cappuccini analisi confronto

“San Francesco in meditazione” Caravaggio (a sinistra versione di Carpineto Romano/a destra versione della chiesa dei Cappuccini)

I QUADRI DI ROMA

Qui puoi leggere tutto a proposito del San Francesco in meditazione conservato a Roma.

San Francesco in meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

“San Francesco in meditazione” Caravaggio (Carpineto Romano)

Data di realizzazione: 1605

Dimensioni:  128 x 97 cm

Ubicazione: Galleria nazionale d’arte antica, Roma

Un aspetto praticamente certo è che non è la prima volta che un dipinto di Caravaggio veda protagonista San Francesco.

Esattamente proprio come è accaduto con la Maddalena, anche San Francesco è un protagonista ricorrente nei lavori del pittore: il famoso santo di Assisi è infatti protagonista di un altro bellissimo quadro di Caravaggio che devi assolutamente vedere, ed è intitolato San Francesco in Estasi.

LA STORIA

Perché Caravaggio riserva tutta questa attenzione a San Francesco? Per darti una risposta chiara, devo farti un attimo il quadro della situazione.

Siamo all’inizio del ‘600 e ci troviamo nel pieno della Controriforma: il Papa sta cercando di “rilanciare” il Cristianesimo, o meglio, sta cercando qualsiasi espediente che gli permetta di difendersi dall’avanzata dei protestanti.

Cosa poteva fare? Bisognava trovare un’icona che chiunque potesse riconoscere, soprattutto il popolo più povero e che non era coltissimo.

E allora, chi meglio di San Francesco? La sua storia era nota a tutti ed i valori che incarnava erano più che adeguati per far riavvicinare i fedeli al tradizionale mondo cristiano (e rinnegando così l’innovazione dei protestanti).

È proprio questa la situazione che ha portato alla nascita di un dipinto del Caravaggio come quello di cui ti sto per parlare.

Prima di andare avanti, devi sapere un’altra cosa a proposito di questo Caravaggio San Francesco: non c’è una sola tela con questo tema, bensì 2 quadri quasi identici.

Uno dei due, in origine, si trovava nella chiesa di San Pietro a Carpineto Romano ed oggi lo puoi ammirare nella Galleria nazionale d’arte antica a Roma; l’altro, invece si trova nella chiesa dei Cappuccini di Santa Maria Immacolata, sempre a Roma.

Oggi la questione su quale dei due sia l’originale è ancora del tutto aperta; molti studiosi pensano che quello dipinto da Caravaggio sia quello che di Carpineto Romano, rendendo, di conseguenza, quello della chiesa dei Cappuccini, una copia.

In base a quali elementi hanno fatto una deduzione del genere? Te lo spiego subito.

Devi sapere che questo quadro Caravaggio è stato commissionato da Pietro Aldobrandini nel 1606; in quell’anno, la fama di Michelangelo Merisi è alle stelle, soprattutto a Roma e dintorni.

È sempre in quell’anno, però, che accade l’impossibile. Caravaggio si macchia di un delitto ed uccide un uomo chiamato Ranuccio Tomassoni.

Si sapeva che il pittore era una “testa calda” ed era già noto alle autorità, ma nonostante ciò, le motivazioni che lo avrebbero spinto ad un gesto così assurdo sono poco chiare tutt’ora.

Sappiamo che i due erano rivali per conquistare l’amore di una nota cortigiana chiamata Fillide; inoltre, non erano d’accordo nemmeno in ambito politico (Caravaggio era dalla parte dei Francesi, mentre Tomassoni era dalla parte degli Spagnoli).

Dopo questa follia, Caravaggio è solo ed ha pochi contatti che potrebbero tirarlo fuori dai guai.

Nonostante la notizia dell’omicidio si diffonda in fretta, Aldobrandini decide di puntare sul pittore e gli commissiona questo quadro che l’artista completa a grande velocità.

Il quadro di Caravaggio, appena terminato, viene donato da Aldobrandini alla chiesa di San Pietro di Carpineto Romano.

Solo nel 1967 il quadro verrà ritrovato nella sacrestia della stessa chiesa; molto tempo prima, (praticamente agli inizi del 19° secolo) un dipinto identico a quello richiesto da Aldobrandini era stato ritrovato nella chiesa dei Cappuccini.

Quest’ultimo, però, era stato donato alla chiesa da Francesco Rustici tra il 1617 ed il 1619.

Nel momento in cui si scoprono i due lavori, questi vengono messi uno accanto all’altro, dando il via alla lunga questione di cui ti ho parlato prima, discutendo su quale dei 2 sia l’originale.

Vengono fatti diversi esami di laboratorio che lasciano pensare che la tela di Carpineto Romano sia originale e quella dei Cappuccini sia solo una copia.

Gli esami hanno fatto emergere che la l’opera nella chiesa dei Cappuccini non aveva alcuna correzione, quasi come se Caravaggio sapesse già come completare la scena, facendo presupporre che questo lavoro lo abbia dipinto in precedenza.

Nella versione del Carpineto, poi, la corda del saio di San Francesco è più dettagliata e curata, mentre nell’altra è stata dipinta velocemente, tanto per.

Corda saio Caravaggio meditazione Carpineto Romano Cappuccini analisi

Particolare della corda (versione del Carpineto sopra/versione dei Cappuccini sotto)

Questo piccolo particolare ha aiutato a favorire il quadro del Carpineto come autentico, e di conseguenza l’altra è stata catalogata come una copia come fatta da qualche allievo di Caravaggio, e quest’ultimo, sarebbe intervenuto giusto per qualche eventuale correzione.

DESCRIZIONE

La scena dipinta da Caravaggio rappresenta San Francesco alla perfezione: si capisce subito che si tratta di un uomo che ha rinunciato a tutti i beni materiali e le ricchezze per iniziare una vita di fede.

Questo dipinto, inoltre,  racchiude in modo eccellente il ruolo e la regola che stanno alla base dell’ordine dei cappuccini francescani; i due sono chiaramente connessi.

Particolare teschio San Francesco Meditazione Carpineto Romano analisi

Particolare del teschio

Il santo protagonista sta meditando, reggendo tra le proprie mani un teschio.

Il suo saio è rovinato, con qualche evidente rattoppo qua e là, facendo immediatamente intuire la povertà in cui vive san Francesco.

Particolare buchi saio San Francesco meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

Particolare dei buchi sul saio

In basso a destra c’è una semplice croce di legno, priva di qualsiasi decorazione. Tutti questi sono dei piccoli riferimenti che, sommati tra loro, alludono alla rinuncia dei beni materiali, inutili per intraprendere la via della fede.

Particolare croce legno San Francesco meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

Particolare della croce di legno

Guarda con attenzione san Francesco: il suo naso, le orecchie e le dita sono di un rosso più intenso rispetto al resto del corpo, facendoci pensare che faccia molto freddo nella piccola grotta in cui si trova.

Un altro elemento da non sottovalutare è l’aureola sulla testa del santo. E allora? Cosa c’è che non va?

Particolare volto San Francesco meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

Particolare del volto di San Francesco

Lo so che solitamente, quando altri artisti dipingono figure sacre inseriscono questo particolare senza problemi, ma lo stesso discorso non vale per Caravaggio.

Questo pittore si riserva l’utilizzo dell’aureola in casi molto rari, e lo puoi vedere nel quadro con alcuni santi (come ad esempio Santa Caterina); questa volta, però, non ha potuto fare di testa sua e l’ha dovuta inserire nel rispetto dei canoni pittorici dettati dalla Controriforma.

Nonostante Caravaggio sia stato un famoso provocatore tramite la sua pittura, spesso “dispettosa”, ottusa e difficilmente incline a seguire delle regole imposte da altri, questa volta deve fare molta attenzione invece: è un ricercato a Roma e fare arrabbiare altre persone non è una mossa saggia.

Ed è così che ci troviamo davanti un san Francesco come da tradizione: povero, immerso nella preghiera mentre è in ginocchio sulla terra, senza nemmeno un appoggio.

Particolare espressione San Francesco meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

Particolare dell’espressione di San Francesco

Ma cosa significa il teschio? Come puoi vedere, san Francesco sta guardando la testa dello scheletro con una faccia pensierosa e riflessiva: questo gesto simboleggia la rapidità e la fragilità della vita, al termine della quale c’è l’inevitabile morte.

Il teschio, però, ha anche un altro significato importante, alludendo ad un nuovo inizio nella pittura. Da questo momento in poi, molti altri pittori introdurranno nelle loro nature morte dei teschi accostati a fiori, frutti, oggetti, libri e molto altro.

Intorno al protagonista non si vede quasi nulla, è tutto molto buio, proprio come ci ha abituato Caravaggio nei suoi maggiori capolavori.

Particolare sfondo rocce San Francesco meditazione Caravaggio Carpineto Romano analisi

Particolare dello sfondo

Guardando bene, però, puoi notare che alle spalle del santo si intravedono delle rocce color marrone: questo piccolo indizio fa capire che il protagonista si trova in una caverna.

IL QUADRO DI CREMONA

Esiste un altro quadro di Caravaggio con ritratto San Francesco in meditazione, oggi conservato a Cremona.

San Francesco in meditazione Caravaggio Cremona analisi

“San Francesco in meditazione” Caravaggio (versione Cremona)

Data di realizzazione: 1605-1606

Dimensioni: 130 x 90 cm

Ubicazione: Museo civico Ala Ponzone, Cremona

LA STORIA

In realtà si è cominciato a pensare che questo quadro fosse di Caravaggio in tempi molto recenti.

È il 1943 quando Roberto Longhi, uno dei più grandi storici dell’arte italiani, definisce questo quadro, una copia di alta qualità di un lavoro originale del Merisi.

Dopo questa affermazione, gli studiosi cominciano ad indagare su quest’opera curiosa, più che certi di voler scoprire chi, e quando abbia realizzato questo capolavoro.

Ed è così che si torna ad indagare sulla vita di Caravaggio, e si arriva alla conclusione che probabilmente sia stato proprio lui ad aver dipinto questo quadro e non qualche imitatore.

Con molta probabilità, l’artista ha realizzato questa tela nel 1606, dopo il suo arrivo a Napoli. Ma cosa ci faceva lì?

Poco tempo prima Caravaggio si era macchiato dell’omicidio di Ranuccio Tomassoni a Roma, e per questo era un famoso ricercato, sulla cui testa pendeva una condanna a morte.

Fortunatamente, il pittore ha ancora dalla sua parte degli amici potenti, ed è solo grazie a loro che riesce a scappare da Roma indenne per arrivare a nascondersi nell’affollata Napoli, dove la sua fama di grande artista lo precede.

Nonostante i guai con la legge, i suoi lavori sono richiestissimi, e molto probabilmente anche questo San Francesco in meditazione fa parte dei lavori del periodo napoletano, quasi sicuramente è stato richiesto da un monastero francescano a Napoli.

Ma gli studiosi, come hanno fatto a capire che questo quadro era originale e non una copia?

Devi sapere che nel 1986 il quadro è stato pulito molto accuratamente ed è venuta allo scoperto la grande qualità dell’opera, facendo capire immediatamente che c’era la mano di Caravaggio dietro questo capolavoro.

Ma se il lavoro è stato realizzato a Napoli, cosa ci fa a Cremona? In effetti, non sappiamo come la tela sia arrivata da Napoli a Cremona.

Nel 1836, però, è certo che si trovasse tra le mani del marchese Filippo Ala Ponzone, il quale lo ha donato personalmente al Comune di Cremona.

Esiste anche una copia di questo lavoro, conservata nel Museo della Colleggiata di Castell’Arquato, a Piacenza; di questo lavoro, però, non si hanno molte informazioni su chi sia l’artista che lo ha dipinto e sul motivo per il quale sia conservato proprio a Piacenza.

DESCRIZIONE

Guarda con attenzione il dipinto. L’oscurità avvolge tutta la scena e solo alcuni particolari del volto sono illuminati, così come le pieghe delle vesti del santo.

Il saio di san Francesco è visibilmente rovinato, e soprattutto sulla manica destra si intravede del tessuto rovinato.

Particolare manica rovinata saio san Francesco meditazione Caravaggio Cremona analisi

Particolare della manica rovinata

Nonostante la poca chiarezza della composizione, alcuni elementi dello scenario circostante si vedono abbastanza facilmente, come ad esempio il tronco dell’albero ed alcune foglie e poi anche un teschio, un libro ed una croce.

Particolare teschio libro croce legno San Francesco meditazione Caravaggio Cremona analisi

Particolare del teschio, del libro e della croce

Che significato hanno questi elementi? Ti basta guardare l’espressione riflessiva (intensificata anche dalle rughe sulla fronte) di san Francesco, impegnato in preghiera e con lo sguardo rivolto verso gli oggetti che stanno sotto di lui.

Particolare espressione San francesco meditazione Caravaggio Cremona analisi

Particolare dell’espressione di San Francesco

Questi 3 oggetti alludono alla fragilità della vita (il teschio) ed ai valori della religione cristiana (il libro e la croce); quest’ultimi, particolare, messi in correlazione al momento storico vissuto da Caravaggio, ovvero quello della Controriforma, sembrano quasi suggerire quale sia la strada giusta da intraprendere per una riconquista dei fedeli, davanti all’avanzata dei Protestanti.

Particolare albero rami foglie San Francesco meditazione Caravaggio Cremona analisi

Particolare dell’albero e delle foglie sullo sfondo

La povertà e l’umiltà sono i 2 valori fondamentali caratterizzano questa scena: l’ambiente silenzioso che si intravede solo grazie ad un raggio di luce proveniente dall’esterno e poi le vesti del santo, semplici e prive di sfarzo, sono 2 particolari che permettono a chiunque di riconoscere san Francesco ad una prima occhiata del quadro.

Questo lavoro è un perfetto riassunto dell’insieme dei valori tradizionali dell’ordine francescano, caratterizzato dalla persecuzione di una vita umile e dedicata unicamente alla religione.

San Francesco in meditazione di Caravaggio: il mistero di Roma e Cremona
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