Voglio parlarti di un quadro che ha cambiato la storia dell’arte francese (e poi quella internazionale). Il soggetto ritratto nella tela è un triste evento di cronaca che, dopo essere diventato protagonista di questo lavoro, è rimasto impresso nelle menti di tutti. L’autore del quadro è il francese Théodore Géricault, che, servendosi della sua abilità e della sua straordinaria tecnica, si è confermato come uno dei più grandi artisti dell’800. Oggi ho intenzione di farti scoprire il suo più grande capolavoro intitolato la Zattera della Medusa.
Ho intenzione di dirti tutto a proposito di questa tela, spiegandoti il motivo per cui è così importante la storia di questa zattera, quali sono gli aspetti più importanti dell’opera e molto altro ancora. Ho scritto questo articolo per farti conoscere:
- Il perché la Zattera della medusa di Gericault ha diviso la critica ed ha coinvolto la politica
- Quale era la missione di questa nave e quale è stata la causa che ha portato ad il naufragio della Medusa
- Il perché questo lavoro viene considerato un dipinto romanticismo molto importante
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene il quadro di Gericault? Cominciamo!
Data di realizzazione: 1818-1819
Dimensioni: 419 x 716 cm
Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi
STORIA
Siamo nella Francia del 1815.
Luigi XVIII è salito al trono e sta avendo inizio la Seconda Restaurazione.
Nel giugno del 1816 la fregata (è un tipo di nave) francese Medusa è in viaggio.
La sua direzione è il porto di Saint-Louis, che si trova sulle coste del Senegal.
Trattandosi di un viaggio abbastanza lungo, la Medusa non può affrontare questa tratta da sola, ed infatti ad accompagnarla ci sono altre 3 navi: Loire, Argus ed Echo.
Il capitano della Medusa è Hugues Duroy de Chaumareys: tutto l’equipaggio sa che la sua abilità di navigazione non è il massimo, ma nonostante questo, devono eseguire – per forza – i suoi ordini.
Aspetta un momento: quale è l’obiettivo di questo viaggio?
Ti dico tutto subito.
Devi sapere che nel 1814 Napoleone Bonaparte è stato sconfitto dai suoi avversari ed è stato esiliato sull’Isola d’Elba.
La battaglia si è conclusa con la firma del trattato di Parigi: questo documento delinea i nuovi confini della Francia dopo la disfatta di Napoleone.
Tra le tante modifiche, ce ne è una che ci interessa particolarmente: l’Inghilterra cede la propria colonia del Senegal alla Francia.
Si tratta di una mossa strategica e la Francia lo sa bene.
Non fidandosi della sua avversaria, la Francia invia una piccola flotta in Senegal per vedere con i propri occhi se l’Inghilterra avesse effettivamente abbandonato la colonia.
Ed è proprio questa la missione della Medusa.
È un viaggio che ha una certa priorità, ma dato che lo stato francese si sta ancora riprendendo dopo la sconfitta, deve fare in modo di spendere meno denaro (e tempo) possibile.
E cosa si può fare?
Pensandoci bene, una soluzione c’è: la fregata Medusa può accelerare e distaccare – temporaneamente – le navi che la scortano.
In questo modo il viaggio durerà meno giorni e ci vorranno meno risorse per completare la missione.
Sembra un’ottima strategia, ed infatti la Medusa segue questo piano.
Avendo aumentato la velocità l’equipaggio non può fare attenzione a tutti gli ostacoli (come degli scogli) presenti sulla rotta.
Il 2 luglio, infatti, la Medusa si imbatte in un banco di sabbia nei pressi della Mauritania (in Africa Occidentale).
All’inizio la squadra non si perde d’animo, ma dopo giorni di tentativi, la nave rimane ancora incagliata.
I 400 uomini presenti sulla nave non vedono altre soluzioni se non abbandonare la nave; così si dividono in piccoli gruppi tali da poter salire sulle 6 scialuppe d’emergenza per dirigersi verso la terra più vicina.
La situazione peggiora ed anche se alcuni degli ufficiali decidono di restare sulla Medusa, non ci sono abbastanza posti liberi per mettere in salvo tutti.
Sono 147 persone ormai condannate a morte certa.
Non c’è niente da fare?
C’è un’ultima soluzione: costruire una zattera.
Unendo le proprie forze, gli uomini rimasti sulla nave costruiscono una zattera lunga 20 metri e larga 7 metri.
Appena pronta, tutti salgono sopra e sono pronti a partire.
Ma come può muoversi questa zattera?
L’imbarcazione di fortuna viene legata alle scialuppe e con molti sforzi riescono a farla muovere.
Ma questo non basta: la zattera di Medusa è troppo pesante ed infatti dopo poco si rompe e le funi con cui è legata alle scialuppe si spezzano.
È finita.
Soltanto un miracolo potrebbe salvarli.
Passa il tempo e la situazione non fa che peggiorare: pensa che soltanto dopo la prima notte muoiono 20 persone.
Il 17 luglio, circa 2 settimane dopo, incredibilmente, il battello Argus (una delle navi di scorta della Medusa) trova i naufraghi e li riporta in patria.
Ma l’incubo non è ancora finito: altre 5 persone muoiono la notte stessa; lo stress e le difficoltà che hanno dovuto affrontare sono state troppo elevate e alla fine, non sono riusciti a sopravvivere.
La zattera della Medusa si è rivelata come un vero e proprio inferno.
Questa storia arriva sui giornali francesi soltanto 2 mesi dopo grazie alla testimonianza di uno dei sopravvissuti.
Quando i lettori scoprono questa terribile vicenda, sono disgustati riguardo la pietosa organizzazione della missione.
Non ci vuole molto che prima questa vicenda abbia delle ripercussioni politiche, arrivando a danneggiare l’attuale monarchia.
Con il passare del tempo le acque si calmano e tutti se ne dimenticano.
Ma la storia non è ancora finita: tutti devono conoscere questa catastrofe, e Théodore Géricault ha intenzione di fare luce sull’intera faccenda.
Sai quale è stata la reazione del pubblico quando ha visto il quadro per la prima volta?
Ora ti racconto tutto.
Il quadro viene esposto per la prima volta al Salon di Parigi nel 1819; in quell’occasione le reazioni di critica e pubblico sono state varie.
C’è chi pensa che il lavoro di Gericault sia orribile e che non abbia nulla a che fare con i capolavori di quel tempo.
Cosa significa?
All’inizio del 1800 il neoclassicismo è famosissimo e qualsiasi opera non rispecchiasse i canoni di questa corrente artistica (come il quadro di Gericault), veniva giudicato negativamente.
Un’altra porzione di pubblico invece è affascinata dall’audace tentativo del pittore francese ed ammirano soprattutto l’atmosfera e la drammaticità dell’opera.
Ma la storia non finisce qui.
Il lavoro si ispira ad un evento di cronaca e con il tempo diventa inevitabile che la politica cominci a discutere su chi potesse essere il responsabile di una catastrofe in cui hanno perso la vita molte persone.
Tutto questo trambusto rende l’opera di Gericault molto popolare a tal punto da vincere una medaglia d’oro da parte del Louvre.
Nel 1820 l’opera viene esposta a Londra ed il suo successo è straordinario; l’anno dopo fa tappa a Dublino dove l’accoglienza è minore, ma comunque buona.
4 anni dopo Gericault muore e l’opera finisce nel museo del Louvre, dove si trova ancora oggi.
DESCRIZIONE
Dare vita ad un quadro del genere non è un’impresa facile, ma Gericault non è l’ultimo arrivato ed ha intenzione di fare tutto alla perfezione.
La zattera della Medusa Gericault sarà la tela che cambierà definitivamente la sua vita: ogni dettaglio deve essere al posto giusto e deve stupire critica e pubblico, rendendolo uno dei pittori più popolari del suo tempo.
Da dove si può cominciare?
Dai sopravvissuti. Gericault deve assolutamente sapere come sono andate le cose.
Così nel 1818 incontra un paio dei naufraghi e si fa raccontare tutto: il loro stato d’animo, la paura e le soluzioni che hanno dovuto adottare per resistere fino all’arrivo della nave Argus.
Il secondo passo è conoscere la nave: per questo l’artista va a parlare con il falegname che ha costruito la fregata Medusa e, con il suo aiuto, costruisce un modellino della nave rifinito nei minimi dettagli.
Per conoscere alla perfezione la storia della zattera Medusa manca soltanto una cosa: ripercorrere la stessa rotta della nave.
Gericault è deciso più che mai a realizzare un capolavoro, così si imbarca e parte per il Senegal.
Durante il viaggio ha la possibilità di scoprire da vicino la forza delle onde che hanno circondato i naufraghi ed il luogo dell’incidente.
Ora ha tutto: testimoni, ambientazione, mezzi e quant’altro.
Anzi no, manca ancora qualcosa.
La testimonianza dei naufraghi che non ce l’hanno fatta.
Ma per questo non c’è una soluzione. O forse si.
Per dipingere alla perfezione i cadaveri di coloro che sono morti durante il naufragio, Gericault visita l’obitorio dell’ospedale Beaujon di Parigi.
Qui ha tutto il tempo di studiare i muscoli ed i particolari anatomici di tutti i cadaveri, sviluppando un talento ed un’attenzione senza pari.
Ora c’è davvero tutto.
Deve soltanto scegliere quale momento della storia diventerà protagonista del suo quadro.
Sicuramente questa è stata la parte più difficile del lavoro del pittore Gericault la zattera della Medusa.
Dopo averci pensato e ripensato su, rimangono soltanto 3 possibilità:
- Dipingere il momento in cui l’equipaggio si ribella agli ufficiali il secondo giorno sulla zattera
- Ritrarre la disperazione generale ed i tentativi di cannibalismo tra i sopravvissuti
- Dipingere l’instante in cui i naufraghi vengono salvati
Tutte e 3 le alternative hanno i loro pro e contro, ma alla fine, il pittore sceglie di basare il suo quadro sul salvataggio dei naufraghi.
Adesso non resta che mettersi al lavoro.
Per evitare perdite di concentrazione e qualsiasi tipo di distrazione, Gericault si chiude nel proprio studio e segue delle rigide regole che gli permettono di lavorare ad un ritmo molto elevato.
Tutto questo era soltanto per darti un’idea dell’impegno che il pittore ha riversato nella realizzazione di questa tela.
Dà un’occhiata al lavoro di Gericault zattera della Medusa: è un quadro stracolmo di personaggi.
Secondo te l’autore ha riprodotto tutti i protagonisti come sono nella realtà?
La risposta è no ed il motivo è semplice.
Molti dei naufraghi sono morti prima di poter essere salvati e sono davvero pochi quelli che sono tornati sani e salvi in Francia.
Allora di chi sono le facce degli uomini ritratti in questo lavoro?
Gericualt ha usato dei piccoli stratagemmi.
Vedi quell’uomo in primo piano con il volto rivolto verso il basso?
Quello è Eugène Delacroix (un famoso pittore francese, autore della libertà che guida il popolo).
Hai visto il giovane cadavere che sta per scivolare in mare, nella parte bassa della scena?
Le fattezze di questo personaggio sono ispirate a quelle di Louis-Alexis Jamar, l’assistente del pittore ( a dire la verità ha riutilizzato più di una volta i lineamenti fisici di Jamar anche per un altro paio di naufraghi).
È impossibile realizzare quadro fedele alla realtà al 100%, quindi è stato necessario dover utilizzare qualche stratagemma.
E come ha giustificato questa assenza di fedeltà?
Semplice. Ha detto che si è servito di una “licenza artistica” ed ha alterato alcuni dettagli.
Non mi riferisco soltanto alle facce dei naufraghi, ma ci sono un altro paio di differenze:
- Il numero di passeggeri sulla zattera nel quadro è più alto rispetto a quanti erano in realtà al momento del ritrovamento
- Il giorno del salvataggio dei superstiti il cielo era soleggiato e non c’era una tempesta in arrivo come si vede nella tela
Comunque, devi sapere che si tratta di un lavoro davvero complesso: pensa che Gericault ci ha messo ben 3 anni per completarlo.
Ma il tempo impiegato per il completamento non è l’unica cosa che devi sapere riguardo la zattera della Medusa analisi.
Hai dato un’occhiata alle sue dimensioni?
È una tela veramente gigantesca! Parliamo di 491 cm x 176 cm!
C’è un motivo per cui il quadro è così grande: grazie a queste generose dimensioni, Gericault ha potuto dipingere le figure grandi esattamente come sono nella realtà.
Inoltre – come se non bastasse – le dimensioni dei personaggi in primo piano sono circa il doppio rispetto alle altre presenti nella composizione; questa soluzione accentua il la spinta verso l’esterno e verso di noi, coinvolgendoci direttamente nella scena.
Guarda da più vicino i protagonisti.
Sulla zattera c’è una manciata di sopravvissuti ed un sacco di cadaveri che riempiono tutto lo spazio, in attesa che il mare li trascini giù con sé.
Hai visto il vecchio in primo piano sulla sinistra con gli occhi sbarrati?
Ha quest’espressione scioccata perché non riesce ancora a capacitarsi della morte del figlio che cerca di trattenere a sé con le mani, evitando che il mare lo porti via.
Tutt’intorno ci sono morti, ma qualcuno resiste ancora.
Sposta il tuo sguardo a destra.
Hai visto l’uomo seduto sulla botte e con un mano un fazzoletto?
Lui è Jean Charles, un africano che sta cercando di segnalare presenza della zattera alla nave Argus che sta in lontananza.
Voglio farti notare una cosa.
Con un po’ di attenzione è possibile tracciare 2 grandi piramidi formate dai protagonisti dell’opera.
La prima piramide si trova a sinistra, la cui base corrisponde alla parte inferiore della zattera mentre la punta dall’albero maestro.
La base dell’altra piramide invece è formata dai cadaveri in basso, mentre la punta è rappresentata da Jean Charles.
Se stai guardando questa tela per la prima volta, sono sicuro che sarai rimasto un po’ spaesato.
Fare il punto della situazione – in questo caos – è abbastanza difficile.
Sicuramente ti sarai concentrato sul centro della scena e poi ti sarai spostato verso destra, come se ci fosse stata una spinta che ti ha portato a concentrarti su Jean Charles ed il gruppo di sopravvissuti.
Ma c’è dell’altro: sai che ci sono 2 diagonali all’interno della composizione?
Sono molto importanti: una segue la stessa direzione dell’albero maestro e dei tiranti (così la tua attenzione ricade anche sulle onde circostanti) e l’altra invece è costituita dai naufraghi della nave e che si conclude con Jean Charles.
Ora voglio dirti qualcosa a proposito dei colori che Gericault ha utilizzato.
È una tela con soggetto drammatico, quindi i colori per quest’occasione sono freddi e decisi. I colori più utilizzati in questo caso sono: vermiglione, bianco, giallo, ocra, terra di Siena, blu di Prussia, carminio, pesca-arancio, terra di Cassel e bitume.
Rimanendo in tema di colori, devi sapere che le onde marittime, invece di essere blu scure, sono colorate con un verde intenso poco chiaro; in questo modo è più evidente il contrasto tra mare ed imbarcazione.
Bello, vero? A proposito, hai notato la piccola nave Argus che da lì a poco salverà i superstiti?
Si trova all’orizzonte verso destra.
Mi rendo conto che è abbastanza difficile da vedere, ma c’è qualcosa di strano; il cielo alle sue spalle è sereno.
Questo vuol dire soltanto una cosa: simboleggia la speranza di salvezza.
ISPIRAZIONE
Gericault, per realizzare questo capolavoro – oltre che conoscere la scena alla perfezione – ha fatto ricorso a tutte le proprie conoscenze artistiche.
Ha studiato gli artisti passati il cui stile si avvicinava al proprio.
Ti faccio qualche esempio.
Guarda il Giudizio Universale di Michelangelo: questo è considerato uno dei più grandi capolavori di sempre, ed è conservato all’interno della Cappella Sistina.
In basso a destra di quest’opera si trova un particolare con Caronte impegnato a traghettare le anime con la propria barca.
Non trovi che la massa di dannati ritratti da Michelangelo ricordi la calca presente nella zattera della Medusa?
Parlando di contrasti e luminosità, invece, Gericault si ispira al leggendario Caravaggio.
Confrontiamo la Vocazione di san Matteo e la zattera della Medusa di Gericault.
Noti qualcosa di insolito?
Colori scuri ed oscurità dominano entrambe le tele e la luce si concentra soltanto nella zona d’azione.
Nel quadro di Caravaggio sono illuminati san Matteo, Cristo e Pietro mentre nel quadro di Gericault sono messi in risalto alcuni superstiti.
Ma Gericault non si ispira soltanto alla tecnica dei suoi colleghi, ma anche ai soggetti dipinti.
Cosa significa?
Ora ti faccio capire.
Nel 1793, Jacques-Louis David ha dipinto la morte di Marat.
È un evento di cronaca contemporanea che ha avuto un successo immediato. Anche Gericault ne ha sentito parlare e così ha deciso di ritrarre un naufragio avvenuto poco tempo prima, sperando di avere la stessa fortuna di David.
Infine, anche in ambito politico ci sono delle assonanze: da una parte il quadro di Gericault ha messo in contrasto diverse fazioni politiche, e lo stesso effetto ha sortito il lavoro di Francisco Goya la Fucilazione (o 3 maggio 1808).
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