Voglio parlarti di un quadro colossale. Hai letto bene. Sto per farti conoscere una tela gigantesca, stracolma di personaggi e piena di straordinari dettagli. Il pittore che ha realizzato quest’impresa è Paolo Veronese: lui è un’artista vissuto nel ‘500 ed è stato un importante esponente del Manierismo. Oggi voglio farti conoscere meglio il suo stile e la sua abilità parlandoti di una tela che è passata alla storia ed intitolata Le nozze di Cana.
Ti racconterò un sacco di cose a proposito delle Nozze Cana, ma non preoccuparti: non ti annoierò con tante chiacchiere inutili.
Ho deciso di scrivere quest’articolo per rendere le cose semplici.
Quando avrai finito di leggere questo testo, ti assicuro che:
- Conoscerai tutta la storia delle nozze a Cana e saprai chi ha commissionato al Veronese questa tela
- Capirai il perché questa grande scena è così ricca di particolari e piena di simboli
- Scoprirai tutti chi sono i personaggi ritratti nel dipinto le nozze di Cana e qual è il loro ruolo
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere al 100% questo capolavoro? Cominciamo!
Data di realizzazione: 1563
Dimensioni: 6,77 m x 9,94 m
Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi
STORIA
Chi potrebbe mai richiedere una tela grande quasi 10 metri?
Ora ti racconto tutto.
È il 6 giugno 1562.
L’ordine dei monaci di San Benedetto ha bisogno di una tela per decorare il muro del refettorio del monastero presente nella Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia.
Cosa ci devono fare con questa tela? Ma soprattutto, come faccio a sapere che sono loro i clienti del Veronese?
Ti rispondo subito:
- Gli serve per coprire il vuoto presente sul muro più grande del refettorio
- Perché ci è giunto il contratto che certifica l’esecuzione della tela da parte di Paolo Veronese
Questo è un documento molto importante.
All’interno c’è scritto che i monaci hanno richiesto al Veronese le nozze di Cana, pagandolo ben 324 ducati.
Ma vuoi sapere la verità?
Il Veronese, oltre a farsi pagare, gli è stato garantito vitto e alloggio per tutta la durata del lavoro.
In poche parole, Paolo ha guadagnato:
- 324 ducati
- Un barile di vino
- La possibilità di dormire all’interno del refettorio
Ma il contratto non ci dice solo questo.
Ah no?
C’è scritto che il soggetto della grande tela doveva essere il matrimonio di Cana; in quell’occasione Cristo ha trasformato l’acqua in vino.
E questo già lo sapevamo.
Ma c’è anche indicato un altro importante requisito: dovevano esserci tantissime persone, tutte distribuite nell’intera scena.
Per il Veronese questo non è un problema.
Ha tutte le carte in regola per rispettare le richieste dei suoi clienti.
Però è sempre un’impresa titanica.
Per questo motivo il pittore si fa aiutare dal fratello Benedetto Caliari.
In questo modo la tela è completata nel mese di settembre del 1563.
Giusto in tempo per la Festa della Madonna della Salute che ci sarebbe stata un paio di mesi dopo.
Ma se era destinata a Venezia, come sono arrivate le nozze di Cana Louvre?
Ora te lo spiego.
In realtà, la storia di questa tela non si conclude con il Veronese che consegna l’opera ai monaci benedettini.
Dopo questo evento, l’enorme dipinto rimane nel refettorio della chiesa di San Giorgio Maggiore per 2 secoli (dal 16° fino al 18°).
Poi arriva l’11 settembre 1797.
Cosa succede quel giorno?
Napoleone Bonaparte arriva in Italia con il suo esercito.
Il suo obiettivo è estendere il proprio dominio in tutta Europa, e Venezia è un tassello importante per la realizzazione del suo piano strategico.
Dopo aver sconfitto i suoi avversari, l’esercito francese si dà al saccheggio della città e di certo non si fa sfuggire questo enorme quadro nozze di Cana.
Aspetta un momento.
Come hanno fatto a portarlo in Francia?
È una tela larga quasi 10 metri!
Di certo non possono portarlo sotto braccio come un quadro qualsiasi.
Ed allora cosa si sono inventati?
Hanno utilizzato un metodo terribile: hanno fatto un enorme taglio sulla tela ed hanno arrotolato le 2 parti.
Se guardi da vicino, si vede ancora oggi il punto preciso in cui hanno diviso l’opera.
Dopo essere arrivati in Francia, i soldati hanno steso le 2 parti e le hanno riattaccate.
E poi?
Poi nel 1798 le nozze di Cana dipinto viene portata al Louvre.
Qualche tempo dopo le cose cambiano nuovamente.
Il Louvre viene trasformato nel Musée Napoléon e tutte le opere al suo interno entrano a far parte della collezione personale di Napoleone Bonaparte.
Poi Napoleone viene sconfitto e sai che fine fanno questi capolavori?
Gran parte del bottino che Napoleone ha costituito nel corso delle sue campagne militari viene restituito ai legittimi proprietari.
Queste sono le conseguenze del trattato di pace che la Francia è costretta a firmare con i suoi avversari dopo la caduta del Bonaparte.
E le nozze di Cana Veronese che fine fanno?
In teoria dovevano tornare in Italia, ma non è così semplice.
Per prima cosa, devi sapere che c’è bisogno di un mediatore che prenda accordi con i francesi per permettere il ritorno della tela in Italia.
E sai chi era?
Il leggendario scultore Antonio Canova (autore del gruppo di Amore e Psiche) ed è stato incaricato da Papa Pio VII di trattare per far rientrare il lavoro del Veronese e molti altri.
È stata una vera impresa.
Il curatore del Musée Napoléon non ha alcuna intenzione di separarsi da questi importanti capolavori e se le inventa tutte pur di far restare tutto in Francia.
Pensa che per evitare che il quadro del Veronese tornasse in Italia, ha mentito spudoratamente dicendo che l’opera era troppo fragile per affrontare il viaggio fino a Venezia.
E – come se non bastasse – i francesi inviano in Italia la tela delle nozze di Cana di Charles Le Brun e non del Veronese.
E così passa altro tempo ed arriviamo negli anni della guerra franco-prussiana (1870-1871).
Il lavoro di Paolo Veronese nozze di Cana ha più di 3 secoli sulle spalle.
E durante il conflitto dove si trova?
Nascosto – al sicuro – in una scatola in Bretagna, nel nord della Francia.
Poi è il turno della Seconda Guerra Mondiale e questo lavoro viene spostato continuamente in diverse zone della Francia per evitare che cadesse nelle mani dei nazisti.
Così arriviamo ai giorni nostri e finalmente il grandissimo quadro del Veronese arriva al Louvre.
Ma anche dopo essere scampata a guerre e furti, la tela non è al sicuro nemmeno dentro al famoso museo.
Perché? Cos’altro è successo?
Devi sapere che nel giugno del 1992 (3 anni dopo la fine di un importante restauro del lavoro),le nozze di Cana dipinto subisce ben 2 danni.
Ecco quali sono:
- La tela viene rovinata dalla caduta di acqua piovana penetrata all’interno del museo per mezzo di una presa d’aria.
- Due giorni dopo il danno causato dall’acqua, i lavoratori spostano la pesante tela (parliamo di una tonnellata e mezzo), ma la cornice cede e cade sul pavimento.
È stata una caduta rovinosa, ma fortunatamente ci sono stati soltanto dei danni superficiali e non hanno compromesso i volti degli innumerevoli protagonisti.
DESCRIZIONE
Guarda un attimo questa enorme tela.
È stupenda, vero?
Prima che ti racconti tutto di questa scena, devo farti un’altra domanda.
Conosci la storia delle nozze di Cana?
Se la risposta è no, non preoccuparti.
Ora te la racconto io.
La vicenda si trova nel Nuovo Testamento.
Un giorno Gesù ed i suoi discepoli sono invitati ad un banchetto nuziale.
Nel bel mezzo della festa, però, il vino finisce.
Oltre a Gesù ed ai discepoli, al banchetto partecipa anche Maria, la madre di Cristo.
È lei che quando viene a sapere che il vino è finito, avverte immediatamente suo figlio.
Così Gesù chiede ai servitori di riempire con dell’acqua 6 grandi recipienti in pietra che subito dopo fa consegnare al maestro di tavola.
E poi?
Quando l’acqua viene versata, miracolosamente diventa vino ed il banchetto continua con successo.
Questa è la storia delle nozze di Cana.
Ma le nozze di Cana dipinto cos’ha di tanto speciale?
È molto semplice.
Paolo Veronese non si limita a dipingere una tradizionale riproduzione della storia, ma fa di più: ambienta il racconto nel 16° secolo, in pieno Rinascimento!
Ah si?
Proprio così.
Non si tratta più di un antico banchetto (come raccontato nel Nuovo Testamento), ma si è trasformato in una sfarzosa e lussuosa festa tipica dell’aristocrazia veneziana del ‘500.
Nella composizione di Paolo Veronese le nozze di Cana sacro e profano si mescolano alla perfezione.
Cioè?
Ora ti spiego.
Come puoi vedere, i protagonisti di questa composizione sono moltissimi e sono riprodotti nei minimi dettagli; lo stesso discorso vale anche per l’ambiente che li circonda.
Quella che vedi è architettura del mondo greco e romano (ed anche rinascimentale).
E lo stile rinascimentale il Veronese lo conosce alla perfezione dato che è il suo tempo.
Ma c’è qualcosa di importante che devi sapere a proposito dell’architettura greco-romana.
Le colonne che vedi ai lati della scena – ad esempio – sono dei perfetti esempi dell’ordine architettonico dorico e corinzio.
Adesso dà un’occhiata alla festa in primo piano.
I protagonisti sono all’interno di un bellissimo giardino rinchiuso da una balaustra decorata.
Alle loro spalle – in secondo piano – ci sono i servitori che lavorano e preparano il pranzo.
Ancora più dietro c’è il cielo e sulla destra c’è una torre con dei grandi archi al suo interno.
Ah, ho dimenticato di dirti una cosa importante.
Hai visto i musicisti in primo piano?
Stanno suonando degli strumenti a corda appartenenti al periodo rinascimentale.
Che strumenti sono?
C’è un liuto, un violone e la viola da gamba.
Più tardi tornerò a parlarti di questi musicisti. Ti assicuro che sono molto, ma molto importanti.
Le nozze di Cana Veronese è una tela stupefacente soprattutto per la presenza di importanti ospiti al banchetto.
Che significa?
Vuol dire che il pittore ha inserito in questo “antico” banchetto alcuni dei personaggi più potenti del tempo.
Eccoti qualche nome:
- Eleonora d’Austria
- Francesco I di Francia
- Maria I d’Inghilterra
- Sulimano il Magnifico (10° sultano dell’Impero Ottomano)
- Carlo V, reggente del Sacro Romano Impero
- Vittoria Colonna
- Marcantonio Barbaro
- Daniele Barbaro
- Giulia Gonzaga
E molti altri ancora.
Quadri così maestosi e pieni di personalità importanti saranno realizzati anche nell’800, sai?
Uno dei più importanti è l’Incoronazione di Napoleone Bonaparte di Jacques-Louis David.
Sai che c’è anche lo stesso Veronese in questa scena?
Proprio così: anche lui partecipa al banchetta.
Sta in primo piano, indossa una tunica bianca e sta suonando la viola da braccio.
Gli altri musicisti sono importanti?
Altroché se lo sono.
Loro sono alcuni dei pittori veneziani più grandi di sempre:
- L’uomo con il flauto è Jacopo Bassano
- L’altro con la viola da braccio è il Tintoretto
- L’uomo vestito rosso con il violone è Tiziano
Poi c’è un uomo in piedi accanto a loro che sta osservando un bicchiere di vino rosso.
Lui è il celebre poeta Pietro Aretino.
Insomma, è una festa leggendaria: ci sono pittori talentuosi, personalità di spicco ed una straordinaria cornice architettonica.
SIMBOLISMO
Ho intenzione di scrivere le nozze di Cana spiegazione più completa presente sul web.
La prima cosa che devi sapere è che l’intera composizione è suddivisibile in 2 grandi sezioni orizzontali.
Proprio così.
E sai che soltanto nella parte inferiore ci sono più di 50 protagonisti?
Hai letto bene.
E nella parte superiore invece? C’è qualcosa di importante?
Nella sezione superiore c’è un cielo con le nuvole e questa straordinaria architettura greco-romana che fa da cornice ad un banchetto nuziale che passerà alla storia.
Anche l’abbigliamento dei protagonisti è molto importante, sai?
Tutti indossano dei vestiti appartenenti alla tradizione orientale ed asiatica, ma non sono abiti antichi.
Al contrario, sono vestiti estremamente moderni e legati alla moda del ‘500.
Aspetta un momento.
Il vero protagonista delle nozze di Cana non dovrebbe essere Gesù? Dov’è?
Hai ragione. Sta proprio al centro della composizione, alle spalle dei musicisti.
Sta seduto al centro del lunghissimo tavolo, ed accanto a lui ci sono la Vergine ed alcuni degli apostoli.
Mi rendo conto che sia quasi impossibile riconoscerlo in tutto questo caos.
Ma c’è un dettaglio che ti permette di identificarlo in pochi secondi: l’aureola.
Adesso guarda dietro di lui.
C’è un uomo sulla balaustra che osserva con attenzione lo svolgersi del banchetto; una servitrice sta aspettando che alcuni dei “cuochi” finiscano di preparare le portate da servire al tavolo.
Poi dalle colonne sulla destra spunta un altro aiutante che sta portando sulle proprie spalle della carne che verrà consumata durante il banchetto.
So che potrebbe sembrarti assurdo, ma sai che c’è un legame tra gli uomini che preparano il cibo e Cristo?
Proprio così, ed ora ti racconto qual è il loro rapporto.
Se alzi lo sguardo dietro le spalle di Gesù puoi vedere che c’è un uomo impegnato a macellare i resti di alcuni animali su un blocco aiutandosi con delle lame.
Cristo e questi uomini si trovano esattamente sulla stessa verticale, e c’è un motivo preciso.
Gli animali macellati alludono al futuro sacrificio di Dio il quale nella tradizione viene rappresentato anche come l’agnello sacrificale.
Ci sono altri dettagli che voglio spiegarti.
Guarda nella sezione in basso a destra dell’opera.
Qui ci sono alcuni dei servitori che stanno scaricando i recipienti con l’acqua trasmutata in vino da Cristo in una piccola anfora appoggiata su un supporto di legno.
Alla sinistra di questi servitori c’è il poeta Pietro Aretino che contempla il vino rosso trasformato da Cristo.
Adesso guarda dall’altro lato in basso a sinistra.
Qui c’è un uomo vestito di verde: lui è il maggiordomo della casa.
Lui sta osservando un giovane servitore che offre un bicchiere di vino ad uno degli uomini seduti al banchetto.
Sai chi è l’uomo a cui viene offerto il vino?
È lo sposo. Accanto a lui c’è sua moglie.
Tra poco ti spiegherò il motivo per cui non sono al centro del tavolo come da tradizione.
Ritorna a guardare un attimo il maggiordomo: accanto a lui c’è un nano con un pappagallo verde sulla spalla.
Sta rivolgendo lo sguardo al maggiordomo, come se stesse attendendo istruzioni.
Sai che se dividiamo l’intera composizione sull’asse verticale risalta un evidente contrasto tra luce ed ombra?
Si tratta di un contrasto simbolico che allude ad una coesistenza della mortalità e vanità che sono i piacere passeggeri legati alla vita terrena.
Devi sapere che in questa scena il valore religioso supera quello sociale.
Per capire cosa intendo, devi guardare la coppia di sposi seduti sul lato sinistro del tavolo.
Una domanda ovvia è la seguente.
Perché non sono seduti al centro del tavolo se è la loro festa?
Perché qui il prestigio sociale è inutile di fronte a quello spirituale.
Infatti la coppia di sposi ha ceduto il posto d’onore a Gesù, la Vergine e gli apostoli, i veri protagonisti dell’opera e del racconto.
A segnare un ulteriore confine tra il mortale ed il divino è un oggetto molto piccolo.
Mi riferisco alla clessidra che sta in primo piano sul tavolo tra i musicisti/pittori.
Sta proprio al centro della scena e simboleggia la futilità della vanità umana.
Poi c’è una cosa che non quadra assolutamente.
Mi spiego meglio.
Nella zona superiore dell’opera i servitori stanno preparando della carne arrostita e che sicuramente è la portata principale del banchetto.
Ma sul tavolo i partecipanti alla festa stanno mangiando tutt’altro.
Sono già al dessert e gustano frutta, noccioline, vino e la cotognata (quest’ultimo è un dolce fatto con le mele cotogne).
Perché c’è questa enorme contraddizione tra il cibo in preparazione e quello servito sul tavolo?
La risposta è più semplice di quello che immagini.
Gli animali macellati sono soltanto dei simboli (alludono al sacrificio di Cristo come ti dicevo prima) e non verranno serviti al banchetto.
COMPOSIZIONE
So cosa stai pensando.
Perché inserire più di 100 persone in un quadro?
La risposta l’hanno cercata un sacco di studiosi nel corso dei secoli.
Nel 17° secolo, alcuni esperti si sono chiesti su quale dovesse essere il numero ideale di figure da inserire in un quadro rappresentativo.
C’è chi, come Andrea Sacchi che che sostiene che 12 figure (o anche meno) sarebbero perfette: in questo modo l’artista potrebbe dipingere e lavorare ai dettagli e le espressioni di ciascun protagonista.
Altri invece, come Pietro da Cortona sostengono che un numero elevato di figure sarebbe perfetto per rendere un quadro ancora più epico e per inserire al suo interno dei temi secondari da approfondire.
Questa tela del Veronese è un perfetto esempio dello stile Manierista ed al suo interno si condensano le migliori caratteristiche di diverse scuole pittoriche.
Che significa?
C’è il colorito di Tiziano (dare priorità al colore piuttosto che ad altro) ed il disegno (lavorare sulle espressioni e sui dettagli della composizione) del Rinascimento che contraddistingue i capolavori di Leonardo da Vinci, Raffaello e Michelangelo Buonarroti.
Sai qual è il punto perfetto per ammirare quest’opera?
Bisogna guardarla dal basso verso l’alto e la tela deve distare dal suolo circa 2 metri e mezzo.
Questa era la posizione originale della tela nel muro del refettorio.
Ma in questa stanza non c’era “soltanto” la gigantesca tela del Veronese.
Tutto l’ambiente è stato ulteriormente decorato con lavabi ed altri dettagli da Andrea Palladio.
E questo cosa c’entra con il lavoro del Veronese?
In questo modo, la funzione dell’intera decorazione sarebbe stata quella di diventare una “estensione virtuale” del refettorio.
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