Voglio farti conoscere una coppia di quadri molto interessante. Entrambi i lavori sono stati realizzati a cavallo tra ‘500 e ‘600, ed anche se l’artista che li ha dipinti non è una celebrità come Caravaggio o simili, ti assicuro che sono davvero magnifici, e vale davvero la pena conoscerli. L’autore di questi lavori è Ludovico Carracci, cugino del celebre Annibale Carracci. Oggi voglio farti conoscere meglio il suo talento parlandoti delle sue versioni dell’Annunciazione.
Ho diviso questo articolo in due sezioni, una per ciascuna versione della scena.
Ci sono un po’ di cose che devi sapere a proposito di questi due quadri ed ho intenzione di spiegarti tutto per bene.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti assicuro che:
- Conoscerai tutta la storia delle due versioni dell’Annunciazione di Ludovico Carracci
- Capirai il significato di ogni particolare delle composizioni
- Scoprirai tutte le differenze presenti tra i due capolavori
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene queste tele? Cominciamo!
ANNUNCIAZIONE DI BOLOGNA
Data di realizzazione: 1584
Dimensioni: 182,5 x 221 cm
Dove si trova: Pinacoteca Nazionale di Bologna
STORIA
C’è una domanda a cui voglio rispondere immediatamente.
Chi ha commissionato al pittore Ludovico Carracci Annunciazione?
È semplice.
È un’opera religiosa, quindi potrebbe essere stato un ricco nobile oppure un ordine di frati.
La risposta giusta è la seconda.
A richiedere l’esecuzione di questa tela è stato proprio il segretario della Compagnia del Santissimo Sacramento.
È uno dei tanti ordini religiosi presenti al tempo.
Ed ora avevano bisogno di Ludovico.
Perché?
Perché lui è la persona giusta per decorare un ambiente all’interno della chiesa di San Giorgio in Poggitale.
Si tratta di un ordine religioso, il quale aveva bisogno di decorare un ambiente presente all’interno della chiesa di San Giorgio in Poggitale.
Un ambiente? Di che tipo?
Nei documenti ufficiali si parla di una “stanza degli incontri”.
Per fartela breve, si tratta di un luogo dove i giovani ricevono gli insegnamenti religiosi.
E questo cosa c’entra con il quadro di Ludovico?
Anche se non sembra, si tratta di un dato molto importante perché ci spiega la scelta del soggetto dell’opera.
Mi spiego meglio.
La scena dell’Annunciazione, oltre ad essere un evento fondamentale nella storia di Maria (e Gesù), possiede un ulteriore significato didattico.
La Vergine viene istruita per svolgere il suo compito (portare in grembo il figlio di Dio) dall’angelo.
Allo stesso modo, i ragazzi che entrano nella “stanza degli incontri” vengono educati per seguire un percorso religioso.
Successivamente questa Annunciazione è stata trasportata della chiesa di San Giorgio in Poggitale alla Pinacoteca di Bologna, dove la puoi ammirare tutt’ora.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo capolavoro di Carracci Ludovico.
Lo potremmo descrivere con una sola parola.
Essenziale.
Non ho scelto questa parola a caso.
Cioè?
Ora ti spiego.
Il motivo per cui la tela di Ludovico è così “semplice” è da rintracciare nel periodo storico che lo circonda.
Facciamo un passo indietro.
Siamo alla fine del ‘500.
La corrente artistica chiamata Manierismo sta per diventare soltanto un ricordo.
Perché?
I pittori manieristi sono passati alla storia per le loro enormi opere caratterizzate da una cura dei particolari senza precedenti e colori molto potenti.
Ad esempio?
Dà un’occhiata alle Nozze di Cana del Tintoretto e capirai di cosa sto parlando.
Ma ora basta.
La gente è stanca.
Vuole vedere qualcosa di nuovo.
Basta con scene complesse e super dettagliate.
Ci vuole semplicità.
E Ludovico Carracci è pronto ad eseguire la volontà della chiesa e del popolo.
Cosa c’entra ora la chiesa?
Dopo il Concilio di Trento che si è tenuto a metà ‘500 è tutto cambiato.
La chiesa ha stabilito che le immagini religiose sarebbero dovute essere semplici e di facile comprensione per tutti.
L’Annunciazione Carracci incarna alla perfezione questo cambiamento.
Guarda attentamente la scena qui sotto.
Ludovico elimina tutto ciò che è superfluo.
Dice addio a complicati artifici o approcci innovativi.
Fa un passo indietro e si serve di una semplice – ma rigorosa – prospettiva centrale.
Se prolunghi le linee noterai che tutte conducono al punto di fuga che si trova al centro della composizione.
Perché fa un passo indietro?
Perché Ludovico si ispira direttamente alle opere del ‘400 (in particolare da capolavori come l’Annunciazione di Leonardo da Vinci), riprendendo tutto quello di cui ha bisogno e scartando gli elementi non necessari.
La realtà nell’opera del Carracci è fondamentale.
Dà un’occhiata al pavimento.
Si tratta di un pavimento a griglia interamente realizzato in mattone cotto e mescolato alla pietra grigia.
Ora guarda la stanza in cui si svolge l’azione.
Diciamoci la verità.
C’è poco e nulla.
Non ci sono quadri sfarzosi, tappeti colorati o altri particolari che arricchirebbero la scena.
Questa è la perfetta riproduzione della stanza di un cittadino di Bologna nel ‘500.
Lo stile di Ludovico è semplice quanto efficace.
Ma, ad essere sinceri, c’è qualche particolare che vale la pena notare.
Sto parlando:
- Dell’armadio di legno a due ante in penombra sul lato sinistro della stanza
- Del letto sulla destra, in parte coperto da una tenda verde scura
- Delle scale che si intravedono alla sinistra dell’angelo
E poi ci sono loro.
I protagonisti dipinti da Lodovico Carracci.
A destra puoi vedere Maria, ritratta in ginocchio e con lo sguardo rivolto in basso verso un libretto di preghiere appoggiato sul leggio.
Il suo vestito rosa è accollato, semplice, privo di decorazioni e non è nemmeno realizzato con tessuti pregiati.
Perché ti parlo del vestito della Vergine?
C’è un motivo preciso.
L’abito indossato da Maria è la prova che Ludovico ha fatto una ricerca tra gli abiti indossati dalle donne ai suoi tempi.
Il particolare della cintura che cade in avanti e l’elegante semplicità del vestito della donna ricordano gli abiti della gente comune di fine ‘500.
Ma la grande semplicità che caratterizza l’opera si vede anche nell’acconciatura di Maria.
Cioè?
Come puoi vedere i suoi capelli sono ben pettinati e divisi al centro da un’acconciatura non elaborata.
Le ciocche castane ricadono sulle sue spalle.
Niente di più.
Ludovico ci mostra una Vergine estremamente umile, priva di qualsiasi atteggiamento o abbigliamento nobile.
Adesso voglio parlarti dell’angelo.
Si inchina alla vista della giovane Maria in modo gentile.
Le sue ali sono spalancate e questo può significare 2 cose:
- È appena atterrato e sta per chiuderle
- Sta per volare via
Quando Maria incrocia lo sguardo della creatura celeste, accenna ad un timido sorriso, abbassa lo sguardo sul suo libretto di preghiere ed incrocia le braccia sul petto in segno di saluto.
Hai visto cos’ha in una mano l’angelo?
Un fiore.
Si tratta di un giglio.
Un giglio? Perché proprio questo fiore?
Perché è il simbolo della purezza e della castità.
È tradizionalmente associato alla Vergine Maria.
L’angelo, con l’altra mano indica il cielo.
Sposta la tua attenzione alle spalle dei protagonisti.
C’è una finestra che viene spalancata da un’improvvisa folata di vento ed una colomba entra nella stanza.
È il simbolo dello Spirito Santo.
In questo lavoro di Ludovico Carracci è tutto ridotto all’essenziale.
Oltre agli elementi che ti ho elencato, c’è qualche altro particolare di cui ti devo parlare.
Come il cesto del lavoro che sta a terra, alla sinistra del leggio.
Che significa?
È un oggetto con un valore simbolico molto importante.
Ha a che fare con la cacciata dei Progenitori (Adamo ed Eva) dal Paradiso Terrestre.
Ora ti spiego meglio.
Quando la coppia si trovava nell’Eden non aveva bisogno di lavorare per ottenere cibo o altro.
Tutto era già pronto e non dovevano fare niente.
Ma poi hanno mangiato i frutti dall’unico albero che Dio gli aveva proibito e così sono stati cacciati dal Paradiso.
Arrivati sulla terra, per ottenere il cibo e sopravvivere hanno bisogno di lavorare ed il cesto da lavoro ricorda proprio questo.
Ma c’è anche un altro importante particolare.
E quale sarebbe?
La scala alla sinistra dell’angelo che ti ho accennato prima.
Anche questo ha un significato simbolico?
Proprio così.
La scala serve ad unire 2 diversi piani della casa, ma simboleggia anche l’unione tra gli uomini e Dio per mezzo della fede in Cristo.
Ma non è tutto.
Anche Maria ha a che fare con la simbologia della scala.
Che significa?
Che la Vergine rappresenta il “punto d’unione” tra Dio e gli uomini, poiché il primo ha scelto proprio lei per portare Cristo tra gli uomini.
In poche parole Maria ha fatto “da scala” tra Dio e gli esseri umani.
Voglio dirti altro su questo lavoro.
Prima ti ho raccontato che il Manierismo ormai è finito.
Ora tutti vogliono opere semplici, immediate e soprattutto reali.
E Ludovico rispetta a pieno questi requisiti.
Ambienta il suo lavoro in luoghi reali e che tutti conoscono.
In questo caso l’Annunciazione avviene a Bologna.
Come faccio a saperlo?
Basta che tu dia un’occhiata fuori dalla finestra.
La vedi le 2 torri?
Sono le torri della Garisenda e degli Asinelli.
E poi c’è un’altra cosa su cui voglio farti riflettere.
Non trovi che i 2 protagonisti siano un po’ troppo giovani?
È vero, nella tradizione si dice che Maria fosse una giovane donna quando ha ricevuto la notizia che avrebbe portato in grembo Gesù.
Ma qui sembra davvero una ragazzina.
E lo stesso discorso vale anche per l’angelo.
Ludovico ha sbagliato?
No.
Probabilmente l’artista si è ispirato alla descrizione di Maria presente nel Vangelo ortodosso.
In quel testo c’è scritto che la Vergine aveva a malapena 16 anni quando ha incontrato l’angelo.
Tutto corrisponde alla perfezione.
Il suo corpo sta crescendo ed il suo volto è quello di una bambina.
A proposito del suo volto, guarda da più vicino l’espressione della protagonista.
Io la trovo un po’ strana.
Perché?
Non è né spaventata e nemmeno sorpresa per l’arrivo dell’angelo.
Anzi, ha una faccia serena, come se già sapesse dell’arrivo della creatura celeste e del messaggio che sta per consegnarle.
Per concludere la descrizione, voglio parlarti un momento dell’illuminazione dell’opera.
Non ci crederai, ma in questo quadro ci sono 4 fonti di luce.
Davvero?
Proprio così.
Sono 2 luci naturali e 2 luci divine.
Ora ti spiego meglio.
Le 2 fonti di luce divina sono:
- Quella proveniente dalla colomba che si proietta come una sorta di faro sul pavimento a destra, dando vita ad un gioco di luci sul leggio e sulla veste di Maria
- L’aureola della Vergine che amplifica la luminosità
Le altre 2 fonti di luce naturale sono:
- Quella che proviene dal lato con le scale sul lato sinistro che illumina una parte della stanza
- L’altra proviene da una finestra che non si vede alla sinistra dell’angelo e che illumina parte della sua veste e diversi dettagli in primo piano
ANNUNCIAZIONE DI GENOVA
Ora voglio parlarti della seconda versione dell’Annunciazione di Ludovico Carracci, realizzata una ventina d’anni dopo rispetto all’originale.
Data di realizzazione: 1603-1604
Dimensioni: 58 x 41 cm
Dove si trova: Palazzo Rosso, Genova
Ti dirò la verità.
Non c’è molto da dire su questa piccola Annunciazione.
Una cosa è certa.
Ludovico l’ha realizzata mentre si trovava a Bologna.
Ah si?
Proprio così.
Era tornato qui dopo aver trascorso del tempo a Roma.
Cos’ha fatto nella capitale?
Lì ha migliorato le sue capacità pittoriche, lavorando molto sullo stile e rimuovendo dalle sue scene tutto ciò che riteneva superfluo.
Sai chi ha commissionato quest’opera?
No, questa volta la Compagnia del Santissimo Sacramento non c’entra nulla.
Non sappiamo con certezza chi sia stato a richiedere questa piccola Annunciazione.
Ma possiamo azzardare qualche ipotesi.
Come?
Facendo attenzione alle sue ridotte dimensioni e notando che il supporto utilizzato non è una tavola qualunque.
Ludovico questa ha utilizzato un materiale pregiato per realizzare la sua opera.
Il rame.
Questo vuol dire una sola cosa.
Il cliente doveva essere ricco.
Nonostante ciò, Ludovico non fa eccezioni e realizza anche questa volta una scena semplice e delicata.
Diversamente dall’opera realizzata 20 anni prima, questa volta pone la Vergine e l’angelo all’esterno.
Si tratta di un balcone di una casa del ‘600.
Ma ora guarda un po’ più in lontananza.
Le hai viste quelle torri?
Sono le caratteristiche torri di Bologna, quella della Garisenda e quella degli Asinelli.
Nella parte alta ci sono delle nuvole che si diradano per lasciare spazio ad una luce rosa/arancione mentre alcuni angioletti si agitano ed osservano con curiosità la scena sotto di loro.
Hai notato che i colori utilizzati in questa versione sono completamente diversi dall’opera originale?
Ludovico qui si sbizzarrisce.
Usa il rosa, l’azzurro ed il giallo liberamente e lo puoi vedere soprattutto nelle vesti dei protagonisti.
Ma non preoccuparti.
Ludovico non ha dimenticato le regole del Concilio di Trento.
Sa bene che deve rappresentare gli eventi religiosi in modo reale, come se questi avvenissero nella quotidianità.
Ed in entrambe le opere ci riesce benissimo.
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