Voglio farti conoscere uno degli autoritratti più curiosi di tutti i tempi. È vero, nella storia dell’arte ci sono un sacco di quadri in cui gli artisti si ritraggono in modo particolare, ma ti assicuro che quello di cui ti parlerò oggi è davvero unico. L’autore di questa tela è Girolamo Francesco Maria Mazzola. Il suo nome sicuramente non ti dirà nulla, ma sono sicuro perché lo conoscerai come il Parmigianino. Oggi voglio farti conoscere meglio il suo stile pittorico parlandoti dell’Autoritratto entro uno specchio convesso.
Ci sono un po’ di cose che devi sapere a proposito di questa tela e per spiegartele tutte in modo semplice ho deciso di scrivere questo articolo.
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai perfettamente la storia di questo autoritratto allo specchio e capirai com’è arrivato a Vienna
- Capirai il perché questo lavoro viene considerato uno degli autoritratti più eccentrici di tutta la storia dell’arte
- Scoprirai il significato dei vari particolari presenti nella scena
Sei pronto per conoscere per bene questo lavoro? Cominciamo!
Data di realizzazione: 1524
Dimensioni: 24,4 x 24,4 cm
Dove si trova: Kunsthistorisches Museum, Vienna
STORIA
Cominciamo dall’inizio.
La prima volta nella storia che salta fuori il titolo di questo Parmigianino autoritratto è all’interno dell’opera Le Vite di Giorgio Vasari.
Le Vite? Che sarebbe?
È un importantissimo testo in cui l’artista (ed antico critico d’arte) Vasari realizza un elenco di tutti gli artisti della storia, cominciando da quelli più antichi ed arrivando infine ai suoi contemporanei.
Cosa scrive a proposito di questa tela?
Dice che nel 1524 il Parmigianino si sta preparando per trasferirsi a Roma.
Cosa va a fare lì?
Si dirige nella capitale per cercare nuovi clienti che gli ordinino dei quadri da realizzare.
Fino a quel momento ha dipinto diverse opere a Parma ed ha dimostrato di essere un’artista estremamente capace.
Il viaggio a Roma del 1525 è la sua occasione per diventare un pittore di successo.
Se fosse riuscito ad entrare nelle grazie del Papa, sarebbe passato alla storia.
Per prima cosa, però, deve costruirsi una reputazione.
Deve dimostrare di avere quel qualcosa in più rispetto a tutti gli altri artisti che già erano a Roma da un pezzo.
Sai cos’ha fatto?
Prima di partire ha preparato tutti i suoi bagagli e si è portato alcune delle sue opere migliori.
Così ha scelto di mostrare ai nuovi committenti stravagante autoritratto con lo specchio arte.
Lo stesso Parmigianino sa che si tratta di una tela unica ed in grado di dimostrare il suo talento ed ingegno.
Ma se ha portato questo autoritratto a Roma, oggi perché si trova a Vienna?
La risposta è molto semplice ed ora ti spiego tutto.
Dopo essere arrivato a Roma, il Parmigianino non ha perso tempo ed ha tentato di stupire papa Clemente VII.
Così gli ha donato alcuni quadri, tra cui il curioso autoritratto.
Per un po’ diventa proprietà del papa, ma tempo dopo finisce tra le mani di Pietro Aretino.
A proposito dell’Aretino, vuoi saperla una curiosità?
Giorgio Vasari ha visto con i suoi occhi l’autoritratto con lo specchio quando questo si trova nella casa di Pietro.
Pensa che a quel tempo il Vasari era soltanto un bambino, ma il ricordo di quell’intrigante capolavoro gli è rimasto impresso nel corso degli anni.
È stato Pietro Aretino a portare il quadro a Vienna?
Assolutamente no.
Il capolavoro del Parmigianino in seguito è diventato proprietà dello scultore Valerio Belli.
Poi è finito tra le mani di Alessandro Vittoria ed è arrivato a Venezia.
È stato quest’ultimo a donarlo in eredità all’imperatore Rodolfo II.
Tale passaggio è fondamentale perché l’opera esce dalla zona italica ed arriva a Praga all’inizio del ‘600.
Da lì poi viene trasferito nelle raccolte imperiali di Vienna e – nel 1777 – arriva al Kunsthistorisches Museum, dove si trova tutt’ora.
Prima di concludere la storia, devi sapere un’ultima cosa.
Nel ‘700 la storia della tela è diventata abbastanza confusa.
Molti pensavano che l’autore del particolare autoritratto fosse il Correggio, ma poi l’equivoco è stato chiarito e l’opera è stata attribuita nuovamente al Parmigianino.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questa piccola, ma straordinaria tela.
Piccola?
Si, non ho sbagliato.
È grande a malapena 25 centimetri per 25 centimetri.
Trovo incredibile come un’opera così piccola possa essere così ricca di particolari.
Ma non preoccuparti.
Ora ti spiego che ruolo ha lo specchio nell arte del Parmigianino.
C’è soltanto un protagonista in questa scena ed è il ragazzo che sta al centro dell’opera.
Trattandosi di un autoritratto, avrai già capito che lui è il Parmigianino.
La cosa curiosa però riguarda l’ambiente che lo circonda.
Dopo ti racconterò tutto sui dettagli presenti nella stanza alle spalle del ragazzo.
Ora devi soltanto sapere questo.
Ciò che stai vedendo è la realtà riflessa in uno specchio.
Come faccio a saperlo?
Ci sono alcuni piccoli particolari che lo fanno intuire.
Vuoi un esempio?
La stanza alle spalle del protagonista è completamente distorta.
Basta dare un’occhiata al muro dietro di lui.
Hai notato come questo non prosegue in modo retto ma forma una specie di curva?
Ciò è dovuto alla particolare forma dello specchio che tende a curvare gli elementi presenti agli angoli.
Il muro è soltanto uno dei particolari “strani” di questa scena.
Ce ne sono degli altri?
Proprio così.
Ma immagino che avrai già capito di cosa sto parlando.
L’avrai sicuramente notata guardando questo dipinto per la prima volta.
Sto parlando dell’enorme mano che occupa la parte inferiore della composizione.
Non ti sei chiesto perché è così grande?
Il motivo è sempre lo stesso.
In poche parole, l’artista ha appoggiato questa mano sul ripiano dello specchio convesso.
Avendola posata alla base della lastra di vetro, il riflesso che appare proiettato nello specchio tende ad essere estremamente deformato.
Ma c’è dell’altro.
Al giovane pittore non basta “giocare” con questi dettagli.
Vuole fare di più.
Così per prima cosa rappresenta la mano in modo realistico e poi non si lascia sfuggire nemmeno un particolare.
Aspetta un attimo.
Secondo te si tratta della mano sinistra o della destra?
Ragionaci un momento.
Io sono certo che si tratti della mano destra.
Perché? Dove si trova l’altra mano?
Ci sono 2 possibilità:
- Potrebbe essere stesa lungo il fianco sinistro
- Potrebbe essere impegnata a dipingere la tela
Dare una risposta certa è abbastanza difficile.
Si trova fuori dal nostro campo visivo.
Ma io un’idea me la sono fatta.
Penso che il braccio sinistro sia appoggiato alla stessa altezza del destro.
Come faccio a dirlo?
Ho guardato attentamente la spalla sinistra del protagonista e le pieghe del vestito.
Confrontandola con l’altra spalla ho notato che il panneggio è praticamente identico.
Questo significa soltanto una cosa.
Il braccio sinistro è – più o meno – alla stessa altezza del destro.
Ora voglio dirti qualcosa in più su questo strano abito.
Ti sei reso conto che è dipinto in modo impeccabile?
Il Parmigianino ha pensato davvero a tutto.
Ma c’è una cosa che devi sapere.
L’artista ha preferito non riprodurre l’abito nei minimi dettagli e c’è un motivo.
Mi spiego meglio.
Anzi, prova a guardare la manica destra dell’abito.
Si vede che il pittore ha lavorato attentamente a questo particolare.
Ma anche evidente che si è servito di una pennellata veloce.
Che significa?
Che ha realizzato una scena di alta qualità ma con alcune “limitazioni”.
Il Parmigianino ha messo da parte i colori realistici e pennellate precise per conferire alla scena un’atmosfera più “soffusa” e poco nitida.
Tutto questo per convincerci di stare ad osservare davvero il riflesso dell’immagine prodotto dallo specchio.
Era un vero genio.
L’abito indossato dal protagonista è in grado di dirci molto di più.
Ad esempio?
Quella che porta addosso è una pelliccia invernale.
Ciò significa che questo autoritratto è stato realizzato quando faceva freddo.
Ma ora concentrati sul volto del protagonista.
Ancor prima di guardarlo da vicino ti sarai già reso conto di una cosa.
Quando ha posato per questa tela, il Parmigianino era giovanissimo.
Non ci sono rughe ed ha un aspetto estremamente giovanile.
Avrà avuto – si e no – 21 anni.
Ora è il momento che ti parli della stanza in cui è ambientata la scena.
C’è qualche dettaglio importante?
In realtà sì.
Per prima cosa c’è quel particolare soffitto a cassettoni.
Non è un particolare da sottovalutare.
Tale soffitto era presente soltanto nelle abitazioni delle famiglie che avevano una situazione economica stabile.
Ciò significa che la famiglia del Parmigianino non navigava nell’oro, ma nemmeno era povera.
C’è soltanto questo dettaglio?
No, assolutamente.
Guarda nella zona in alto a sinistra della composizione.
C’è una parte molto più luminosa del resto dell’opera.
È una finestra.
Ma non è come tutte le altre.
Questa è detta “impannata”.
Che significa?
Si tratta di un’apertura che può essere in gran parte coperta grazie ad un panno.
In questo modo, oltre a proteggere dal freddo permette alle persone nella stanza di scegliere quanta luce far filtrare all’interno.
A questo proposito, guarda da più vicino questa finestra.
Ti renderai conto che la parte inferiore della finestra è coperta mentre quella superiore no.
Vuoi sapere una cosa davvero curiosa?
Il soffitto a cassettoni e la finestra non sono gli unici dettagli evidenti.
Se guardi attentamente sul lato destro del quadro noterai qualcosa di strano.
Si tratta dell’orlo dello specchio e del cavalletto.
Sono i due strumenti che l’artista sta utilizzando per realizzare questo capolavoro.
Se questo era davvero lo studio del Parmigianino, deve aver scelto di mantenere soltanto ciò che riteneva necessario per il suo lavoro ed ha tolto tutto quello che non gli serviva.
C’è soltanto un’altra domanda a cui voglio rispondere.
Perché l’artista ha realizzato un’opera così particolare?
Forse per stupire le persone.
Ti ricordo che questa è una delle varie tele che il giovane Parmigianino ha portato con sé quando si è trasferito a Roma.
Aveva bisogno di lavorare e per fare colpo sul Papa e su nuovi committenti aveva bisogno di dimostrare di essere il migliore.
Alcuni studiosi però hanno indagato più a fondo.
Volevano cercare qualche possibile segreto sfuggito ad altri che avevano già analizzato in precedenza la tela.
E così hanno ipotizzato un legame con l’alchimia.
Ne hai mai sentito parlare?
Per fartela breve, l’alchimia è una sorta di “antenata” della chimica.
Per molti secoli è stata considerata una pratica “scientifica” molto importante ma con l’avvento del Rinascimento e delle moderne ricerche è sparita del tutto.
Artisti e letterati sono sempre stati affascinati dall’alchimia e dalle sue potenzialità.
Il Parmigianino era uno di loro.
Ma cosa c’entra con quest’opera?
Ci sono alcuni dettagli che potrebbero suggerire un legame con dei processi alchemici.
Ad esempio, la particolare forma rotonda dell’opera corrisponderebbe a quella che viene chiamata “Materia Prima”.
Questa “Materia Prima” non è altro che la forza o sostanza su cui bisogna agire per prima.
Lo specchio utilizzato nell’opera è il simbolo dello sperimentalismo alchemico.
Infine, la malinconica espressione del protagonista è tipica del carattere dell’alchimista.
Queste sono soltanto delle ipotesi.
La maggior parte degli studiosi ritiene invece che il Parmigianino abbia elaborato un’opera così particolare per distinguersi dalla concorrenza e fare colpo sul Papa.
In questo modo avrebbe ottenuto ricchezza e gloria.
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