Voglio raccontarti la storia di una serie di opere leggendarie. Si tratta di 6 meravigliosi lavori che hanno fatto la storia dell’arte veneziana (e non solo). L’autore di questi quadri è Jacopo Robusti detto il Tintoretto. Oggi voglio farti conoscere i dettagli del suo stile mostrandoti tutte le versioni che ha realizzato della Lavanda dei piedi.
Ci sono un sacco di cose che devo dirti riguardo queste tele, così ho deciso di scrivere questo articolo, in cui le troverai spiegate in modo semplice ed approfondito.
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai la storia di ciascuna versione della scena della Lavanda piedi creata dal Tintoretto
- Scoprirai i dettagli e le differenze presenti tra un quadro e l’altro
- Capirai il perché esistono ben 6 versioni della Lavanda dei piedi realizzate da Jacopo Robusti
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere questa serie di capolavori? Cominciamo!
LAVANDA DEI PIEDI DEL PRADO
In questa sezione ti dirò tutto quello che devi sapere a proposito del quadro del Tintoretto Lavanda dei piedi conservato al Museo del Prado di Madrid.
Data di realizzazione: 1548-1549
Dimensioni: 210 x 533 cm
Dove si trova: Museo del Prado, Madrid
STORIA
So bene cosa stai pensando.
Come ha fatto una tela di un artista veneziano a finire a Madrid?
Tranquillo, ora ti racconto tutta la storia.
Siamo nel pieno del ‘500.
Tintoretto è un pittore molto abile ed affermato a Venezia.
I committenti fanno a gara per farsi realizzare uno dei suoi famosi lavori.
Ed infatti non ci vuole molto prima che gli venga affidato un incarico per decorare la chiesa di San Marcuola.
Cosa deve realizzare?
Il pittore deve rappresentare la scena della Lavanda dei piedi raccontata nel Nuovo Testamento.
Dove sarebbe stata posta la tela?
Sul muro destro del presbiterio (la zona dove si trova l’altare in pratica) della chiesa.
Tutto fila liscio fino alla consegna dell’opera.
E poi cosa è successo?
Nel bel mezzo del 17° secolo questa enorme tela viene rimossa dalla chiesa di San Marcuola.
A raccontare l’evento è Carlo Ridolfi, un famoso studioso e pittore del ‘500.
Perché il quadro è stato tolto dalla chiesa?
Il motivo non è chiaro.
Ma c’è un’altra cosa che devi sapere.
Anche se il quadro del Tintoretto non c’è più, il suo posto non rimane vacante a lungo.
Cioè?
Carlo Ridolfi, come ti ho detto, oltre ad essere uno studioso, è anche un pittore.
Ed è proprio lui che dipinge una copia del quadro del Tintoretto che si trovava qui.
L’originale invece che fine ha fatto?
Dal momento che è stato rimosso dalla chiesa di San Marcuola, è passato di mano in mano.
Qui sotto ti riassumo brevemente la storia di tutti i trasferimenti del quadro:
- Nel 1651 è stato acquistato all’asta da Houghton per poi finire nelle collezioni di Re Carlo I
- Nel 1654 è stato acquistato da Alonso de Cárdenas per conto di Luis Méndez de Haro
- Nel 1656 Luis Méndez lo dona al re di Spagna Filippo IV e finisce nella collezione reale fino al 1936
- Nel 1936 viene depositato al Museo del Prado
Con quest’ultimo viaggio il quadro del Tintoretto finisce in uno dei più famosi musei del mondo.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente quest’opera del Tintoretto.
Conosci la storia della Lavanda dei piedi?
È raccontata nel Nuovo Testamento (Giovanni 13, 1-20).
Tutto accade nella stessa sera dell’Ultima Cena.
Ad essere precisi, la Lavanda dei piedi avviene poco prima che Gesù e gli apostoli si mettano a tavola.
Nessuno di loro immagina che cosa sarebbe accaduto poco dopo.
In quel momento sono tutti impegnati a discutere perché ciascuno di loro vuole sedersi accanto a Gesù durante la cena.
Poi finiscono per il discutere su chi sia il più importante degli Apostoli.
Gesù ha già tentato di calmarli raccontando loro una parabola poco prima.
È stata proprio in quell’occasione che ha detto la famosa frase:
Gli ultimi saranno i primi”.
Ma a quanto pare non è bastato.
Per chiudere una volta per tutte questa storia, Gesù decide di passare ai fatti.
Prima dice agli Apostoli che il più importante tra loro è colui che diventerà schiavo dei suoi fratelli.
E poi?
E poi comincia a lavare i piedi dei suoi discepoli.
Gesù, il loro Maestro – con questo gesto – è diventato il più umile tra loro.
Tutti rimangono senza parole.
Tranne Pietro.
Quando Gesù deve lavargli i piedi, l’Apostolo cerca di fermarlo e gli dice:
Signore, Tu lavi i piedi a me?”
Il Maestro gli dice che se non avesse accettato, in seguito non lo avrebbe raggiunto nel Regno dei cieli.
Questa è la vicenda della Lavanda dei Piedi raccontata nel Nuovo Testamento.
Adesso voglio farti vedere come l’ha riprodotta il Tintoretto.
L’umiltà è la protagonista principale di tutta la scena.
A quale momento del racconto stiamo assistendo?
L’istante in cui Cristo sta lavando i piedi di Pietro.
E perché non sono al centro della scena, ma sono in fondo a destra?
Ottima domanda.
Prima ti ho detto che quest’opera – quando si trovava nella chiesa di San Marcuola – si trovava sul muro destro del presbiterio.
Questo cosa c’entra?
Ora ti spiego.
Trovandosi sul muro destro, Gesù che lava i piedi a San Pietro è il particolare più vicino che salta all’occhio.
In effetti, analizzando l’opera da destra a sinistra, il dipinto è completamente diverso.
Cosa significa?
Guardando l’opera al “contrario” ci sono due novità:
- Lo spazio tra i personaggi diminuisce notevolmente
- Si forma una diagonale (la cui origine è costituita da Cristo e San Pietro) e che prosegue lungo la tavola con gli apostoli per poi terminare nell’arco dietro il canale
E il punto di fuga dell’opera coincide con il punto d’arrivo della diagonale.
Ma c’è dell’altro.
Dà un’occhiata nella stanzetta in fondo a destra.
Si vedono delle persone riunite attorno ad un tavolo.
Di cosa si tratta?
Dell’Ultima Cena.
Com’è possibile se tutti i protagonisti sono impegnati nella Lavanda dei piedi?
Lo so, sembra impossibile.
Ma c’è una spiegazione.
Cronologicamente nella storia avviene prima la Lavanda dei piedi e poi l’Ultima Cena.
Il Tintoretto inserisce una piccola riproduzione della cena per un motivo.
Vuole evidenziare il fatto che prima c’è la Lavanda dei piedi e poi la famosa Ultima Cena.
Poi devo dirti un’altra cosa.
Nel presbiterio della chiesa di San Marcuola – oltre a questo imponente dipinto – c’è anche un altro importante lavoro.
Questo lavoro si trova sul muro di fronte a quello della Lavanda dei piedi.
Detto questo, voglio mostrarti altri interessanti particolari dell’opera.
Avrai notato che in tutta la scena sono sparsi gli Apostoli.
Alcuni di loro sono seduti a tavola e stanno discutendo.
Uno di loro sta indossando le calze con una gamba appoggiata sulla panca.
Sul lato opposto invece c’è un’altra coppia che si sta preparando per quando sarà il loro turno.
In primissimo piano sulla sinistra il Tintoretto dipinge un altro Apostolo che si sta sciogliendo i sandali.
Un altro di loro è in secondo piano seduto con le mani giunte in preghiera.
Ed infine c’è lui.
Chi?
L’unico personaggio lontano da tutto e tutti e che si nasconde dietro una colonna.
Lui è Giuda.
Il Tintoretto lo dipinge con un cappuccio in testa e che osserva tutta la scena.
Dopo averti parlato dei personaggi, voglio dirti qualcosa a proposito dell’ambiente.
In secondo piano si apre un meraviglioso colonnato dove si vedono imponenti ed elaborate strutture.
Ma non è tutto merito del Tintoretto.
Che significa?
Per l’architettura degli edifici Jacopo si è ispirato ai disegni dell’esperto Sebastiano Serlio.
LAVANDA DEI PIEDI DELLA SHIPLEY ART GALLERY
In questa sezione puoi leggere tutto quello che devi sapere a proposito della Lavanda dei piedi del Tintoretto conservata alla Shipley Art Gallery di Gateshead.
Data di realizzazione: 1548
Dimensioni: 213 x 518 cm
Dove si trova: Shipley Art Gallery, Gateshead
STORIA
Prima di procedere con la lavanda dei piedi commento di questo lavoro del Tintoretto, devi assolutamente conoscere questa storia.
Questa gigantesca tela oggi è conservata alla Shipley Art Gallery.
Sai che è stata realizzata nello stesso anno del quadro conservato al Museo del Prado?
Proprio così.
E si assomigliano parecchio.
È vero.
Ci sono alcuni piccoli particolari differenti, ma te ne parlerò con precisione più tardi.
Adesso voglio dirti un’altra cosa.
Molti studiosi ritengono che questa versione sia la tela originale della chiesa di San Marcuola e – di conseguenza – quella del Prado sarebbe soltanto una copia.
Com’è possibile?
Ora ti spiego.
Stando a questa ipotesi, il quadro conservato alla Shipley Art Gallery dovrebbe essere la tela che è stata rimossa dalla chiesa di San Marcuola nel 1648.
Come ha fatto ad arrivare in Inghilterra?
È impossibile ricostruire con precisione tutti i suoi movimenti.
Sappiamo per certo che il 2 giugno 1814 è stata messa in vendita ad un’asta a Londra.
- In quell’occasione l’ha acquistata H. Barig
- Barig il giorno dopo l’ha rivenduta a Sir Matthew White Ridley di Northumberland
- Ridley l’ha donata alla cattedrale di Newcastle, finendo appesa al muro nel 1818
Fino a quel momento nessuno immaginava che questa tela fosse del Tintoretto.
Soltanto nel 1976 grazie all’esperto Rodolfo Palluchini il capolavoro è stato attribuito a Jacopo Robusti.
Rodolfo è arrivato a Londra per pulire e restaurare l’opera che poi – nel 1980 – è stata offerta in prestito all’associazione dei musei chiamata Tyne and Wear Museums,
Questo cosa c’entra?
In realtà è molto importante perché anche la Shipley Art Gallery fa parte di questa associazione.
Il gruppo acquista il quadro nel 1986 e sceglie proprio la Shipley Art Gallery come luogo d’esposizione.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione questo lavoro.
Non vorrei ripetermi, ma non assomiglia un po’ troppo al lavoro del Museo del Prado?
Adesso voglio mostrarti con precisione tutte le differenze e somiglianze presenti tra le 2 scene.
Cominciamo parlando dell’architettura.
L’architettura della scena della Shipley è composta da linee meno precise e l’artista ha utilizzato più strati di disegni per realizzare lo sfondo.
L’architettura dipinta nella scena del Prado invece è molto più fine e precisa; le linee preparatorie sono state coperte con attenzione.
A questo proposito, c’è una cosa che devi sapere.
Il quadro conservato allo Shipley non è in ottime condizioni.
Poi nel corso del tempo è stato sottoposto ad un sacco di operazioni di manutenzione che hanno portato alla perdita di alcuni strati di pittura.
Dove si vede?
Basta confrontare la bacinella in basso a destra in entrambe le scene.
Ma c’è qualcosa di strano.
Nonostante le mediocri condizioni del quadro della Shipley Art Gallery, ci sono alcuni dettagli che sono resi in modo migliore rispetto a quelli della versione del Prado.
Per esempio?
Dà un’occhiata alla stanzetta dov’è rappresentata l’Ultima Cena e confrontala con quella del Museo del Prado.
Nell’opera del museo inglese i dettagli sono resi in modo eccezionale e si riconosce addirittura il volto di Cristo e di alcuni degli Apostoli.
LAVANDA DEI PIEDI DELL’ART GALLERY OF ONTARIO
Qui puoi leggere tutto quello che devi sapere a proposito della Lavanda dei Piedi del Tintoretto conservata nell’Art Gallery of Ontario.
Data di realizzazione: 1445-1455
Dimensioni: 154,9 x 407,7 cm
Dove si trova: Art Gallery of Ontario
STORIA
Come ci è arrivato questo lavoro in Canada?
Ora ti racconto tutto.
Quando Jacopo ha realizzato la Lavanda dei piedi per la chiesa di San Marcuola non immaginava assolutamente di avere un successo del genere.
E poi a quel tempo era una cosa normale che dei collezionisti richiedessero delle copie di un lavoro già esposto in pubblico.
Come in questo caso.
E chi ha ha ordinato questa copia?
È impossibile saperlo.
Ma una cosa è certa.
Per un sacco di anni quest’opera ha fatto parte della collezione d’arte della famiglia nobile irlandese del Farnham.
Poi nel 1959 il capolavoro è stato prestato all’Art Gallery dell’Ontario grazie a Sir Anthony Blunt.
Per tutto il tempo che il quadro del Tintoretto è rimasto nel museo canadese ha ottenuto un grande successo.
Così l’Art Gallery dell’Ontario ha deciso di acquistarla definitivamente.
Il costo?
100.000 dollari.
Ora viene il bello.
Sai cosa ha fatto il museo per racimolare tutti questi soldi?
Ha indetto una raccolta fondi.
Ora ti spiego come funzionava.
Il lavoro già si trovava all’interno del museo ma è stato totalmente coperto da quadrati bianchi.
Per ogni offerta di 10 dollari veniva rimossa una porzione della copertura.
Grazie all’aiuto dei visitatori, c’è voluto meno di un anno per raccogliere 100.000 dollari.
Oggi la Lavanda dei piedi fa parte della collezione permanente dell’Art Gallery dell’Ontario.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo lavoro.
Guardandola così pensi che sia identica alla prima versione conservata al Prado, vero?
Ed invece non è così.
Sono i particolari a fare la differenza.
Ed ora ti dirò cosa c’è di diverso.
Guarda il discepolo in primo piano sul lato sinistro della scena.
Nel quadro del Prado i suoi capelli sono meno dettagliati ed ha una faccia più luminosa.
E poi indossa degli abiti leggermente diversi.
Infatti nella versione originale ha lo strato superiore di colore arancione e quello inferiore di colore blu.
Nel lavoro dell’Art Gallery of Ontario invece presenta una specie di sottoveste rosa.
In entrambe le occasioni cambia anche il colore del tessuto che ha sotto i sandali.
Adesso guarda i 2 discepoli che si stanno svestendo a terra.
Nel lavoro del Prado indossano dei vestiti più chiari; poi sono anche più anziani.
Nel lavoro dell’Ontario invece sono più giovani e l’apostolo di destra indossa addirittura una specie di turbante.
Ora guarda alle loro spalle.
Ricordi l’uomo che era seduto a terra con le mani giunte?
Qui non c’è più.
Che fine ha fatto?
Merito dell’ambiente che in questa versione dell’Ontario è completamente diverso.
E Giuda dov’è?
Lui sta sempre lì, nascosto in disparte dietro la colonna.
Ma diversamente dalla versione del Prado qui c’è qualcosa di diverso.
Se in precedenza era isolato e da solo, qui pare che stia guardando un altro apostolo che gli sta parlando.
Ora dà un’occhiata agli apostoli seduti attorno al tavolo e confronta il particolare con il quadro del Prado.
Qui cambiano un sacco di cose.
Per prima cosa, gli abiti che indossano sono diversi.
Nel quadro del Museo del Prado i colori tendono al blu.
Poi anche la loro età cambia: nel quadro dell’Ontario sono più giovani.
Cambia anche il cibo sulla tavola: se nella scena del Prado la tavola è quasi vuota, nell’altra invece si vede del pane tagliato ed una brocca di vino.
Anche i loro gesti sono diversi.
Gli apostoli che sono seduti in fondo a destra del tavolo nel quadro del Prado discutono con calma, nell’altra scena invece sono più agitati.
Anche il discepolo che si sta alzando le calze sul lato destro del tavolo cambia.
Nella versione conservata nel museo spagnolo i suoi capelli sono lisci ed indossa un’altra veste sul ventre.
Nel quadro canadese invece i suoi capelli sono ricci ed i suoi vestiti sono meno dettagliati (e sporgono anche delle maniche bianche).
In entrambi i lavori si vede chiaramente un cane sul pavimento.
Sappi che anche questo cambia in tutte e 2 le versioni.
È il momento che ti parli di Gesù.
Diversamente da tutti gli altri particolari che ti ho fatto notare, in questo caso le differenze non sono molte.
In entrambi i lavori il vestito che indossa è molto simile.
Parliamo di un abito di colore rosso con un grembiule bianco.
Quello che mi interessa farti vedere, però, è il suo volto.
Nel quadro del Prado si vede chiaramente che Gesù è più vecchio e “sofferente”.
Nell’altro lavoro invece appare più luminoso ed i suoi occhi sono spalancati.
Ora guarda l’Apostolo sulla destra che sta assistendo Cristo a lavare i piedi degli altri discepoli e confrontiamolo con quello ritratto nel quadro del Prado.
Qui sono diversi i capelli, l’abbigliamento ed anche i movimenti.
Se nel quadro spagnolo l’Apostolo sta ubbidendo a Gesù senza dire una parola, nell’altra composizione invece si mette una mano sul petto onorato di aiutare il Maestro.
Anche Pietro è diverso?
Guarda con i tuoi occhi.
Nella versione canadese sembra molto più giovane ed indossa degli abiti più scuri rispetto al quadro del Prado.
Poi ha anche un’espressione più decisa.
E la stanza dove c’era l’Ultima Cena?
Preparati.
Qui cambia tutto.
Se prima si intravedevano alcuni dei protagonisti con le aureole disposti attorno al tavolo, qui sono spariti.
Adesso c’è un uomo con un copricapo e sul tavolo ci sono dei piatti esposti.
Anche l’ambiente cambia radicalmente.
Confrontiamoli un attimo.
Qui la natura occupa uno spazio maggiore rispetto alla versione del Prado.
L’architettura è meno imponente rispetto al quadro originale.
LAVANDA DEI PIEDI DELLA NATIONAL GALLERY
In questa sezione ti dirò tutto quello che devi sapere a proposito del capolavoro del Tintoretto la Lavanda dei piedi conservata alla National Gallery di Londra.
Data di realizzazione: 1575-1580
Dimensioni: 204 x 410 cm
Dove si trova: National Gallery, Londra
STORIA
Dimentica tutte le altre versioni che hai visto finora.
Questo lavoro è completamente diverso dal quadro del Prado, Shipley ed Ontario.
Cioè?
Ora ti racconto tutto.
Per prima cosa, questa versione è stata realizzata più di 30 anni dopo rispetto alla prima opera.
E dove si trova?
Nella chiesa di San Trovaso.
Esattamente come la storia della chiesa di San Marcuola, anche in questo caso ci sono 2 opere del Tintoretto in questo ambiente.
La Lavanda dei piedi e l’Ultima Cena.
Ma se era destinato alla chiesa di San Trovaso come ha fatto ad arrivare alla National Gallery?
C’è voluto molto tempo.
Per più di 200 anni il quadro è rimasto nell’ambiente originario.
Poi nel 1797 un collezionista inglese l’ha comprata.
Da lì la tela poi è diventata di proprietà del Duca di Hamilton ed è stata esposta all’Hamilton Palace.
Per concludere, nel 1882, la maggior parte della collezione conservata nell’Hamilton Palace è stata venduta.
Così il National Gallery ne ha approfittato ed ha acquistato l’opera del Tintoretto.
Ecco spiegato come questa tela sia arrivata a Londra.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo lavoro.
Non ha nulla a che fare con tutti gli altri lavori di cui ti ho parlato.
Non ci sono imponenti architetture, edifici dettagliati e pavimenti riprodotti minuziosamente.
Qui la storia è diversa.
È tutto più buio e l’atmosfera è più raccolta.
Sai chi è il primo personaggio che salta subito all’occhio?
Gesù.
Il Maestro sta al centro in ginocchio, lava i piedi di Pietro e rivolge lo sguardo verso di lui.
Gesù è immediatamente riconoscibile per via della sua aureola molto più luminosa rispetto a quella di tutti gli altri protagonisti.
La maggior parte degli Apostoli presenti nella scena è raccolta in primo piano sulla sinistra, alle spalle di Pietro.
Stanno guardando con curiosità e stupore la scena di Cristo che lava i piedi ai Discepoli.
Ma non farti ingannare.
Ci sono alcuni Apostoli che sono lontani da questo evento.
E dove sono?
Uno di loro sta in primo piano sulla destra, ed è impegnato ad asciugarsi i piedi.
In fondo, lontano da tutto e tutti ci sono altri 2 di loro.
Sono ritratti di schiena e sembra che si stiano riscaldando davanti ad un piccolo fuoco.
Giuda dov’è?
Qui è davvero difficile riconoscerlo.
Devi sapere che in moltissime opere Giuda viene rappresentato privo di aureola per via del suo imminente tradimento.
Ma c’è da dire anche che nelle altre versioni della Lavanda dei piedi il Tintoretto l’ha sempre dipinto con questo particolare sulla testa.
Quindi?
Tenendo conto di questo importante particolare, Giuda potrebbe tranquillamente essere uno degli apostoli di spalle o quello che si vede in penombra sulla sinistra.
A guardarlo attentamente, lui mi sembra l’unico che non ha l’aureola sulla testa.
Ma potrebbe essere anche un inserviente.
Ah un’altra cosa.
Ricordi che anche nelle altre tele appartenenti a questa serie c’era spesso un cane?
Jacopo l’ha dipinto anche qui.
In questa scena è rappresentato tutto rannicchiato su sé stesso mentre dorme al centro della stanza.
LAVANDA DEI PIEDI DI SANTO STEFANO
In questa sezione puoi leggere tutto ciò che devi sapere a proposito della Lavanda dei piedi del Tintoretto conservata nella chiesa di Santo Stefano a Venezia.
Data di realizzazione: 16° secolo
Dimensioni: 333 x 230,5 cm
Dove si trova: Chiesa di Santo Stefano, Venezia
STORIA
In realtà non c’è molto da dire.
La storia di quest’opera è molto breve.
Il Tintoretto sicuramente ha ricevuto questo incarico in una fase avanzata della sua carriera.
Già era un artista molto affermato.
Poi la Lavanda dei piedi era un tema molto richiesto in quel periodo.
E questa versione era destinata alla chiesa di Santa Margherita.
E cosa ci fa ora a Santo Stefano?
Nel 1810 la chiesa di Santa Margherita è stata sconsacrata.
Le opere che erano presenti al suo interno sono state trasferite altrove.
Così il quadro del Tintoretto è stato portato nella chiesa di Santo Stefano.
DESCRIZIONE
Guarda attentamente questo lavoro.
Come nel caso della versione conservata alla National Gallery, questa tela è totalmente diversa dal quadro del Prado, Shipley ed Ontario.
Non ci sono scene elaborate ed architetture complesse.
Qui l’oscurità fa da padrona a tutta la scena.
Sai che mi ricorda molto le scene del Caravaggio?
In particolare trovo che il buio che avvolge tutta l’opera assomigli molto alla Cattura di Cristo.
Comunque, in questo lavoro del Tintoretto i personaggi sono davvero molto grandi.
Occupano tranquillamente tutta la porzione centrale della composizione.
In primo piano c’è Gesù inginocchiato che sta lavando i piedi di Pietro, il quale – come da tradizione – cerca di fermarlo dicendogli di non essere degno.
Intorno a loro c’è la folla di Apostoli che osserva con curiosità tutta la scena.
Aspetta un momento.
Hai notato che nessuno di loro ha l’aureola tranne che Gesù?
Proprio così.
E la luce da dove proviene?
C’è soltanto una fonte di luce.
Ed è la torcia che si intravede sul lato destro della scena.
Ma dove si tiene questa Lavanda dei piedi?
È impossibile dirlo, è tutto troppo scuro.
Si vede a malapena un arco di pietra alle spalle dei personaggi.
LAVANDA DEI PIEDI DI SAN MOISÈ
In questa sezione puoi leggere tutte le informazioni a proposito della Lavanda dei piedi del Tintoretto conservata nella chiesa di San Moisè a Venezia.
Data di realizzazione: 1590-1592
Dimensioni: 290 x 570 cm
Dove si trova: Chiesa San Moisè, Venezia
STORIA
Oggi questo lavoro del Tintoretto è conservata nella cappella del Sacramento all’interno della chiesa di San Moisè.
Come c’è arrivata lì?
Questa è una bella domanda.
Purtroppo non ci sono molte informazioni su chi abbia commissionato l’opera o come sia arrivata lì.
Ma c’è altro che posso dirti.
Cioè?
È stato Carlo Ridolfi (un pittore e studioso) ad aver descritto per primo quest’opera nel 1648.
Ed è stato lui ad attribuire il quadro al Tintoretto?
No.
A quello ci ha pensato Mario Boschini, un pittore ed incisore.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione questa tela.
Proprio come accade nel quadro conservato al Museo del Prado, anche in questo caso i fatti principali della scena sono racchiusi tutti sul lato destro.
In quella zona c’è una parte sopraelevata dove Gesù si sta asciugando le mani dopo aver lavato i piedi di un apostolo.
Altri discepoli sono disposti qua e là in tutto l’ambiente e guardano con curiosità la scena.
E quelli in basso a sinistra in ginocchio chi sono?
No, loro non sono Apostoli.
Potrebbero essere dei semplici fedeli che assistono alla scena.
Oppure potrebbero essere i committenti dell’opera.
Ah si?
Non sarebbe una novità così sorprendente.
Nel corso della storia ci sono state altre occasioni in cui i clienti hanno richiesto di essere inclusi nelle scene che hanno commissionato.
Per esempio?
Nella Trinità di Masaccio e nella Madonna del Rosario di Caravaggio i committenti sono dei personaggi fondamentali.
Comunque in questo lavoro – oltre ad Apostoli e committenti – c’è spazio anche per una coppia di donne che sta preparando la tavola.
E quel gruppetto che si intravede in alto a sinistra nell’arco chi è?
Quello è l’episodio della preghiera nell’orto.
Un evento che accadrà dopo l’Ultima Cena.
Ma è davvero difficile capire con chiarezza chi sono i personaggi.
Non ti ricorda nulla?
È la stessa cosa che accade con la scenetta dell’Ultima Cena dipinta all’interno della Lavanda dei piedi del Museo del Prado.
Ora voglio rispondere ad un’altra domanda.
Secondo te perché i personaggi sono disposti in modo così confuso?
Non è un errore, tranquillo.
Il Tintoretto l’ha fatto apposta.
Aveva intenzione di realizzare una scena con i personaggi messi qua e là come se fossero sul palco di un teatro.
Questo spiega anche perché ci sono quelle tende rosse nella parte superiore della scena che ricordano un sipario.
E questo fa capire anche il perché Cristo ed alcuni dei protagonisti siano su una piattaforma rialzata.
In questo modo l’azione principale risalta senza dubbi.
Ma perché ha dipinto Cristo mentre si asciuga le mani e non mentre lava i piedi degli Apostoli?
Ottima domanda.
Se confrontiamo questo Gesù con quello ritratto negli altri lavori, in effetti questa è l’unica occasione in cui non sta lavando i piedi degli Apostoli.
Ed il motivo è semplice.
Vuole realizzare una scena realistica al 100%.
Ma c’è un problema.
Il tempo ha rovinato gran parte dell’opera e non è possibile osservare chiaramente tutti i colori della scena.
Vuoi sapere un’ultima curiosità?
Rodolfo Palluchini pensa che il Tintoretto si sia fatto aiutare da suo figlio Domenico nella realizzazione di questa scena.
Secondo lui il giovane avrebbe dipinto:
- I committenti sul lato sinistro
- Il giovane disteso sui gradini con la mano sul petto
- La donna con le braccia alzate sopra i committenti
In effetti per realizzare una scena così complessa anche un genio come il Tintoretto sicuramente si è fatto aiutare da qualche collega.
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