Voglio raccontarti la storia di un’antichissima opera d’arte. Fin dalla sua scoperta, studiosi di tutto il mondo hanno fatto del loro meglio per cercare di scoprire tutto riguardo questo capolavoro. Nonostante ciò, ancora oggi nasconde moltissimi segreti. Oggi ti farò conoscere la Venere di Willendorf.
Ci sono un sacco di cose che devi sapere a proposito di questa piccola, ma importante scultura.
E per spiegarti tutto chiaramente e nei particolari ho deciso di scrivere questo articolo.
Una volta che avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai la storia del ritrovamento di questa famosissima Venere primitiva
- Capirai il perché una statuetta di pochi centimetri è considerata uno dei lavori più importanti in assoluto di tutta la storia dell’arte
- Scoprirai qual è il significato di quest’opera e perché alcune alcune parti del suo corpo sono ricche di dettagli ed altre no
E molto altro ancora.
Sei pronto per conoscere per bene questa antica scultura? Cominciamo.
Data di realizzazione: 23.000-19.000 a.C.
Dimensioni: 11 cm (altezza)
Dove si trova: Naturhistorisches Museum, Vienna
STORIA
Non c’è nessun errore.
Hai letto benissimo.
La data di realizzazione (ipotetica) proposta per la Venere di Willendorf è tra il 23.000 ed il 19.000 a.C.
Parliamo di migliaia e migliaia di anni fa.
Per essere più precisi, nel Paleolitico.
Paleolitico?
Esatto.
La preistoria viene di solito suddivisa in 3 grandi periodi:
- Paleolitico (o Età della Pietra Antica) che va da 2.500.000 a 10.000 anni a.C.
- Mesolitico (o Età della Pietra di Mezzo) che va da 10.000 a 8.000 a.C.
- Neolitico (o Età della Pietra Nuova) che va dall’8000 al 4000 a.C.
Quello che interessa a noi oggi è la sezione più antica in assoluto.
E so cosa vuoi sapere.
Chi ha realizzato questa scultura?
È impossibile definire una cosa del genere.
In quegli anni la scrittura ancora non esisteva e gli artisti non erano famosi come poi sarebbero diventati Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio.
Anche se non posso rispondere a questa domanda, posso dirti un’altra cosa su questa Venere preistorica.
Che cosa?
Posso raccontarti l’avvincente storia del suo ritrovamento.
Anche se la scultura ha migliaia e migliaia di anni, devi sapere che il suo ritrovamento risale “soltanto” al 1908.
Davvero?
Proprio così.
Era il 7 agosto.
È piena estate quando i lavori per la costruzione della linea ferroviaria Donauuferbahn che attraverserà una piccola frazione dell’Austria chiamata Willendorf in der Wachau stanno per partire.
Prima di dare il via a quest’impresa, però, vengono fatti degli studi sul territorio.
Ed è proprio qui che l’archeologo Josef Szombathy, mentre sta scavando, riporta alla luce un oggetto che lo renderà famoso.
Sì, sto parlando proprio della statuetta della Venere grassa.
Dove si trovava di preciso questo lavoro?
A dire la verità, Josef ha dovuto scavare un bel po’ nel terreno per trovarla.
Infatti è andato bene a fondo, superando i 25 centimetri nel terreno.
Lì, dopo aver messo da parte un mucchio di terra composta da sabbia e cenere, vede qualcosa.
Non appena che Josef si è reso conto che si tratta di una statuetta, dà il via alle operazioni per estrarla e metterla in sicurezza.
E poi?
Cominciano le analisi e gli studi sull’opera.
Nel giro di 3 anni la Venere preistorica diventa famosissima.
Ma la storia non finisce qui.
Ah no?
C’è dell’altro.
Spronati dal ritrovamento della statua, gli scavi nella zona proseguono.
Ed è così che nel 1926 vengono riportate alla luce un’altra coppia di opere:
- La Venere II (fatta completamente in avorio ma danneggiata gravemente nel corso degli anni)
- La Venere III (si tratta di un pezzo di avorio che ha subito delle modifiche; i dettagli rimasti fanno pensare che sia una possibile rappresentazione di un’antica dea dell’amore)
A proposito del ritrovamento della Venere preistorica di Willendorf devi sapere una cosa.
Cioè?
Che Josef, nel momento stesso in cui ha trovato la statuetta, l’ha sciacquata con dell’acqua.
E quindi?
Facendo così parte della vernice che c’era sull’opera è venuta via.
Quando poi sono state fatte delle analisi approfondite sul lavoro, sono saltate fuori delle informazioni molto interessanti.
Nel 1955, infatti, la scultura viene sottoposta a delle analisi chimiche.
Cosa è stato scoperto?
Ad esempio questa Venere paleolitica – al momento del ritrovamento – era ricoperta da una sorta di gommalacca.
Sai cos’è?
In poche parole, si tratta di una secrezione rilasciata da insetti che si trovano soprattutto in India ed in Thailandia.
A produrre la gommalacca sono soprattutto gli esemplari femmine e la depositano sugli alberi.
In questo modo riescono ad avere una presa salda sulla superficie e non cadono.
E c’è dell’altro.
La gommalacca può essere lavorata e trasformata in piccole palline o scaglie di colore giallo ocra.
Detto ciò, è il momento di andare avanti.
È chiaro che le condizioni della statua non siano eccezionali.
Nonostante ciò si vede chiaramente che sulla superficie dell’opera ci sono dei resti di ocra rossa.
Lo strato di questo materiale è talmente netto che si può vedere ad occhio nudo in alcune zone della statuetta (più tardi te ne parlerò nel dettaglio).
Grazie ai risultati delle analisi, gli esperti hanno potuto avanzare un’ipotesi molto interessante.
E sarebbe?
Secondo loro la Venus of Willendorf (questo è il suo nome in inglese) in origine era completamente rivestita con ocra rossa.
Ma una cosa non è chiara.
Che cosa?
Non sappiamo se queste ipotetiche “decorazioni” erano state poste definitivamente sull’opera oppure venivano aggiunte soltanto in alcune occasioni.
Per saperne di più su questa storia, nel 2007 la scultura è stata sottoposta ad altre analisi.
E?
È stato determinato che i materiali alla base dell’opera sono ooliti.
Ooliti?
Esatto.
Si tratta di piccole sfere calcaree che non superano i 2 millimetri.
Non sottovalutare questo particolare.
Per quale motivo?
Perché gli ooliti si trovano soprattutto nella zona di Stránska Skála, nella regione Moravia della Repubblica Ceca.
Questo è un possibile indizio sul luogo in cui potrebbe essere stata realizzata la scultura.
Comunque, dopo il ritrovamento l’opera è stata esposta nel Naturhistorisches Museum di Vienna, dove si trova tutt’ora.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione la Venere Willendorf.
Prima di farti conoscere tutti i dettagli di questo capolavoro, devi sapere una cosa.
Il mondo artistico del Paleolitico Superiore (è il periodo in cui è stata scolpita questa scultura) ci sono 2 tipologie di opere.
Il primo gruppo è costituito da pitture e disegni sulle pareti delle caverne.
Molti esempi di quest’arte si trova soprattutto in Europa meridionale.
Ed ha avuto un grande successo prima dell’invenzione della scrittura.
I soggetti di questi lavori sono vari, come:
- Forme geometriche
- Diversi esempi di flora e fauna
- Qualche bozza di figure umane
Ma le dimensioni di questi disegni non sono sempre le stesse.
Ah no?
No.
Possono essere di pochi centimetri oppure possono essere grandi diversi metri.
Per quanto riguarda l’altra tipologia di opere invece?
Gli altri lavori possiamo definirli “portatili”.
Perché?
Perché hanno delle dimensioni molto ridotte.
Gli autori di queste opere appartenevano a delle tribù nomadi.
Ma non farti ingannare.
Il fatto che siano dei lavori piccoli non vuol dire che abbiano pochi dettagli o siano realizzati con scarsa attenzione.
Il fattore positivo delle piccole dimensioni di questo lavoro consiste che gli autori (o i possessori di questi lavori) potevano portarsele sempre dietro senza troppi problemi.
Chiusa questa piccola parentesi sull’arte della preistoria, già so cosa stai per chiedermi.
La Venere Austria di cui stiamo parlando oggi a quale gruppo artistico appartiene?
Al secondo.
Pensaci un attimo.
La scultura è alta circa 11 centimetri.
Potresti tenerla in mano facilmente.
E sono state proprio le sue dimensioni ridotte a far pensare che il proprietario/scultore la poteva portare con sé durante le sue esplorazioni alla ricerca di cibo.
Ora voglio far luce su un altro aspetto della Venere di Willendorf descrizione.
Quale?
Il suo nome.
Fino ad ora l’ho chiamata Venere.
E voglio spiegarti il perché.
Di certo non è stato lo scultore a chiamarla così.
Come sai Venere è il nome della dea romana dell’amore e della bellezza.
Nel corso dei secoli è stata protagonista di immensi capolavori, come ad esempio la Nascita di Venere di Botticelli.
Quando questa statuetta è stata ritrovata nei pressi di Willendorf, gli studiosi hanno commesso un errore.
Cioè?
Pensavano che questa statua rappresentasse un’antica divinità protettrice dell’amore e della bellezza.
Ed è così?
In realtà non ci sono prove che confermino che la Venere Vienna avesse lo stesso ruolo della futura dea greco-romana.
Nonostante ciò, il titolo dell’opera non è stato modificato nel corso degli anni.
C’è qualche informazione in più sulla data di creazione della scultura?
Anche questo è un problema.
Ti ricordo che nella Preistoria non c’era la scrittura.
Quindi non ci sono testimonianze scritte.
Anche senza questi elementi, gli archeologi e gli esperti hanno fatto del proprio meglio per fare progressi sulla Venere di Willendorf analisi.
E come hanno fatto?
Hanno seguito 2 metodi differenti.
Ed ora te li mostro.
Il primo è un in pratica un confronto tra un oggetto la cui data di realizzazione è incerta (come la statua di cui stiamo parlando oggi) con altri reperti – dello stesso possibile periodo – di cui si hanno maggiori informazioni.
E l’altro metodo?
Questo è più scientifico.
Si tratta di analizzare la stratificazione del terreno in cui si trovava in origine l’opera.
Mi spiego meglio.
Gli esperti hanno analizzato nel dettaglio il luogo dove è stata ritrovata la statuetta.
Di solito, se l’oggetto si trova molto a fondo (nel terreno) vuol dire che questo è stato seppellito molto a lungo.
Ed essendo stata rinvenuta a 25 centimetri sottoterra, vuol dire che è molto antica.
Ecco come si è giunta all’ipotesi della realizzazione dell’opera nel periodo preistorico.
Andiamo avanti.
Sai qual è della Venere di Willendorf significato?
Questa è un’ottima domanda.
Dato che la scrittura ancora non c’era, è stato molto difficile trovare una risposta.
Dalle forme del corpo di questo personaggio possiamo ipotizzare quale potesse essere il suo ruolo.
In effetti, la sua anatomia è fuori dal comune.
È molto sproporzionata.
Il seno è abbondante ed il ventre è gonfio.
Sicuramente si tratta di una rappresentazione simbolica che ha a che fare la riproduzione ed il crescere bambini.
Ora ti dico tutto.
L’artista ha passato molto tempo a lavorare sul seno della statuetta.
E tenendo in considerazione questo particolare gli esperti hanno pensato che l’opera potesse rappresentare una mamma.
Anche la zona del pube è molto dettagliata.
Ancora oggi, in questa parte, si vede qualche traccia di ocra rossa.
Ma non finisce qui.
Lo scultore ha volutamente messo da parte i dettagli delle parti del corpo che non riguardano la riproduzione.
Ad esempio?
Dà un’occhiata alle braccia e le gambe.
Sono molto essenziali.
E poi devo parlarti dell’assenza dei piedi.
Davvero non ci sono i piedi?
Proprio così.
E c’è un motivo.
Questo fa pensare che questa statuetta non doveva essere tenuta “in piedi”.
Comunque, tornando alle braccia della statuetta, devo dirti una cosa.
L’artista le ha scolpite attaccate al busto.
Si vedono a malapena e scompaiono rispetto alle generose dimensioni del seno.
E la faccia invece?
È davvero stranissima.
Niente occhi, naso ed orecchie.
E cosa si vede?
La faccia di questa statua è “attraversata” da 7 fasce orizzontali avvolte in cerchi concentrici che hanno origine dalla sommità della sua testa.
Perché indossa questa strana “maschera”?
Alcuni studiosi hanno pensato una cosa.
Forse la testa della statua è celata da un antico copricapo.
Altri invece ritengono che questa “maschera” non sia altro che un’acconciatura composta da capelli intrecciati e che sotto ci sia il volto rivolto all’ingiù.
Entrati in possesso di tutte queste informazioni, una cosa è certa.
Sappiamo qual è stato lo scopo dello scultore preistorico.
Non voleva rappresentare una persona specifica.
La sua è una rappresentazione generale della donna che riguarda la riproduzione e la sua abilità nel crescere i figli.
Questa è una statua fertilità.
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