Data di Realizzazione | 1475-1478 |
Dimensioni | 177×151 cm |
Tecnica | Olio e Tempera su Tavola |
Dove si Trova | Galleria degli Uffizi, Firenze |
Caratteristiche chiave
- La tavola è stata realizzata in parte da Verrocchio, in parte da alcuni aiutanti e poi da Leonardo da Vinci
- Leonardo ha realizzato il volto dell’angelo in basso a sinistra, il corpo di Cristo, alcuni dettagli del paesaggio (utilizzando lo sfumato)
- Le mani di Dio Padre, la colomba, la palma ed alcune rocce sono opera di alcuni aiutanti del Verrocchio e sono di bassa qualità
Storia
Il monastero vallombrosano di San Salvi ha commissionato questa tavola alla bottega del Verrocchio.
La seconda metà del ‘400 è un periodo buono per lui, il quale gestisce la bottega più importante di Firenze.
L’artista accetta il lavoro ed imposta subito la composizione, dipingendo una parte della fiugra di Cristo e di Giovanni Battista.
Il suo stile si riconosce subito dalle linee e le pennellate “nervose” che derivano dalla sua abilità da orefice che ha “trasferito” sulla tavola.
Poi Verrocchio chiede aiuto a 2 collaboratori.
Il primo non sappiamo chi sia ma non è molto abile: ha realizzato lo schema della palma a sinistra ed il paesaggio roccioso sulla destra.
Il secondo aiutante – forse Sandro Botticelli – invece ha realizzato il volto dell’angelo messo di fronte.
Ma perché si dice che questa tavola è stata realizzata da Verrocchio e Leonardo?
Perché, anche con l’intervento dei 2 aiutanti, la composizione non è ancora completa.
Verso la fine dei lavori viene chiesto a Leonardo da Vinci di completare l’opera.
Lui ha il compito di dare un tono simile a tutte le parti già dipinte.
Così l’allievo si dedica a:
- Volto dell’angelo messo di profilo (qui si vede lo sfumato che ritroveremo in molti altri suoi capolavori)
- Velature trasparanti ad olio per i piani del paesaggio in secondo piano
- Corpo e pelle di Gesù
Ma l’intervento di Leonardo ha confuso gli studiosi, i quali – una volta scoperta l’opera – pensavano che fosse stata completata negli anni Settanta del ‘400.
Era un errore.
Dopo aver fatto degli accertamenti tramite delle radiografie, la datazione del Battesimo di Cristo Verrocchio è stata spostata al 1475-1478.
La tavola, una volta completata, viene portata nel monastero di Santa Verdiana.
In seguito viene portata alla Galleria delle Belle Arti (insieme ad altre opere provenienti da diverse chiese di Firenze).
Nel 1810 vengono riorganizzate le collezioni d’arte fiorentine e così la tavola arriva agli Uffizi, dove si trova oggi.
Descrizione
I protagonisti della tavola sono:
- Due angeli in basso a sinistra
- Gesù al centro
- Giovanni Battista a destra
Quest’ultimo sta battezzando Gesù nel fiume Giordano.
La scena è impostata su una composizione triangolare: al vertice c’è la conciglia tra le mani di San Giovanni, mentre il vertice destro è il piede sinistro del Battista e l’altra punta del triangolo “si trova” proprio dove c’è il piede dell’angelo inginocchiato di profilo.
Al centro del triangolo c’è la figura di Cristo in piedi, il protagonista della scena su cui si concentra la nostra attenzione.
Ad evidenziare ancora di più questo aspetto c’è lo sguardo dell’angelo più a sinistra che è rivolto proprio verso Gesù e che spinge anche noi a guardarlo.
Ma ci sono altri dettagli interessanti, come ad esempio la piccola pergamena che ha tra le mani Giovanni Battista su cui c’è una scritta in latino Ecce Agnus (significa “Ecco l’agnello”).
La scena non è del tutto statica: a dare movimento c’è l’angelo di spalle e lo stesso Gesù che è girato di tre quarti.
Come hai letto nella storia, questa tavola è stata realizzata da più persone.
E le differenze del loro stile si vede dai dettagli.
Guarda i volti dei 2 angeli.
Sono diversi: quello più a sinistra è stato realizzato da Leonardo da Vinci.
Leonardo ha anche aggiunto i peli del pube di Gesù ed ha allungato le acque del fiume Giordano fino a farle arrivare in primo piano così da immergere i piedi di Gesù e del Battista.
Un altro dettaglio del Battesimo di Cristo del Verrocchio non realizzato da Leonardo è il paio di mani di Dio Padre che sta inviando la colomba dello Spirito Santo, circondata da raggi divini.
Accanto alla colomba c’è un uccello nero che sta scappando, simbolo del male.
Il paesaggio è stato migliorato grazie allo sfumato di Leonardo, eliminando le forme squadrate presenti in precedenza.
Pensa che nel progetto originale la valle doveva essere piena di alberi, ma poi Leonardo ha rivoluzionato la scena inserendo il fiume Giordano in lontananza che arriva fino in primo piano (un dettaglio che riprende dalla pittura fiamminga di Jan van Eyck).
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