Data di Realizzazione | 1987 |
Dimensioni | 99 x 81 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Museo Munch, Oslo |
Caratteristiche Chiave
- L’opera fa parte della serie Fregio della Vita, in cui c’è anche l’Urlo
- Munch ha realizzato molti lavori sul Bacio
- I protagonisti si fondono in un bacio che fonde le loro facce ed elimina qualsiasi traccia della loro identità
- L’unica fonte di luce nell’opera proviene dal vetro della finestra in basso a sinistra
- Munch usa colori molto scuri, tranne per alcuni piccoli dettagli chiari e per l’ambiente fuori la finestra luminoso
- Forse la stanza in cui è ambientata la scena è la camera di Munch che ha ritratto in Notte a Saint-Cloud
Nota: In questo articolo non c’è la sezione “Storia” perché non ho trovato informazioni rilevanti.
Descrizione ed Analisi
Munch ha avuto una vita complicata segnata da malattie, lutti, alcool e problemi.
E poi non si è mai sposato.
Ha riversato tutta la propria vita nelle opere d’arte, arrivando a rappresentare le emozioni in modo freddo, distaccato e crudo.
Durante la sua carriera ha affrontato più volte il tema del bacio, sia con dipinti che incisioni.
In questi lavori c’è un evidente contrasto tra la coppia di protagonisti che si bacia e l’ambiente esterno:
- Fuori c’è luce e tutto è ben definito
- L’ambiente interno è vuoto e privo di qualsiasi dettaglio, come se il tempo fosse fermo
Tutte queste rappresentazioni di Bacio di Munch fanno parte della serie intitolata Fregio della Vita, tra cui c’è anche il leggendario Urlo (di cui ho parlato tanto tempo fa in un altro articolo del blog).
La versione di cui ti parlo oggi è Il bacio di Munch del 1897.
Protagonisti sono un uomo ed una donna che si stanno baciando ed abbracciando nell’oscurità.
L’unica luce che entra nella stanza arriva dalla finestra sulla sinistra, quasi del tutto coperta dalla tenda.
Guardando i protagonisti da più vicino si nota qualcosa di strano.
Non hanno faccia, occhi e nessun altro dettaglio.
Si stanno abbracciando al punto quasi da fondersi ed eliminare ogni dettaglio della propria identità.
Munch l’ha fatto apposta.
Ha usato pennellate larghe per rimuovere ogni possibile dettaglio e semplificare al massimo i volti, rendendoli vuoti.
Nella scena ha inserito dei colori molto scuri: le uniche tonalità chiare si vedono soltanto verso la finestra in basso a sinistra (e nel colletto e la manica rossa del vestito della donna protagonista).
Poi più niente.
Nessun dettaglio.
Molti studiosi si sono chiesti quale fosse il significato di quest’opera.
Alcuni di loro hanno pensato che Munch – con questo lavoro – volesse esprimere la propria opinione (negativa) sull’amore.
I suoi protagonisti si fondono in un bacio, diventando qualcosa di nuovo, di mostruoso e che non ha più alcuna identità.
E non essendoci più l’uomo e la donna, non ha più vita, ma è prossimo alla morte.
Curiosità: il critico d’arte Ulrich Bischoff ha notato che la stanza in cui è ambientato questo lavoro di Munch ricorda molto la stanza dell’artista ritratta in un’altra sua opera Notte a Saint-Cloud. Ti sembra la stessa?
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