Data di Realizzazione | 1822 |
Dimensioni | 189 x 246 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Musée du Louvre, Parigi |
Caratteristiche Chiave
- Delacroix l’ha dipnta nel 1821 per esporla al Salon di Parigi l’anno dopo
- Ha scelto come soggetto la Divina Commedia perché in quegli anni andava di moda il Romanticismo ed era un tema molto apprezzato
- La scena è ambientata negli Inferi, nella cerchia degli iracondi ed accidiosi
- Delacroix ha inserito tra i dannati anche Filippo Argenti, uno dei protagonisti dell’episodio raccontato da Dante
- La composizione piramidale della scena è ispirata alla Zattera della Medusa di Géricault
- Il chiaroscuro sul corpo dei dannati è ispirato a Michelangelo Buonarroti
- In secondo piano sulla sinistra si vede la città di Dite con le mura in fiamme
Storia
Nel 1821 Delacroix scrive una lettera a sua sorella, dove gli dice che vuole realizzare un’opera da mostrare al Salon di Parigi l’anno dopo per diventare famoso.
Così, cavalcando la moda del momento del Romanticismo in arte e letteratura (ho parlato di questa corrente artistica in questo articolo), scegli come tema la Divina Commedia.
Eugène all’inizio pensa di rappresentare un momento famoso del racconto, quando all’inizio Dante incontra la lupa prima dell’entrata negli inferi.
Ma poi cambia idea e sceglie l’8° canto dell’Inferno della Divina Commedia: in questo episodio Dante e Virgilio sono su una barca guidata da Flegias per attraversare lo Stige e raggiungere la città di Dite.
Una volta scelto il soggetto l’artista si mette all’opera.
In un paio di mesi e mezzo completa il lavoro.
La barca di Dante è pronta il 24 aprile 1822.
È stata una tela difficile ed impegnativa che ha risucchiato tantissime energie a Delacroix.
Poi arriva il grande giorno della presentazione in pubblico.
Quando i critici guardano il suo lavoro le reazioni sono varie.
Da una parte c’è chi odia lo stile di Delacroix dicendo che è pessimo.
Altri invece lo ammirano e dicono che il suo stile ricorda molto quello di Rubens.
L’estate dello stesso anno lo Stato Francese compra l’opera per 2.000 franchi e la porta nel palazzo del Lussemburgo.
Nel 1874 poi viene trasportata al Louvre, dove si trova oggi.
Descrizione
Siamo nell’8° canto dell’Inferno della Divina Commedia, nella cerchia degli iracondi e accidiosi.
In primo piano spiccano Dante con cappuccio rosso, vestito di verde e bianco e Virgilio, il suo maestro, con un grande mantello marrone e cappuccio bianco.
Stanno attraversando il fiume Stige su una piccola barca di legno guidata da Flegias, il custode della 5° cerchia dei dannati.
La loro destinazione è la città di Dite, le cui mura in fiamme si vedono sullo sfondo a sinistra.
Dalle acque di melma del fiume Stige spuntano i dannati che in preda ad una rabbia infinita cercano di attaccare la barca.
Ma non possono fare nulla: il fiume è statico, quasi una prigione e loro non possono fare altro che mordersi a vicenda nel tentativo di sfogarsi.
Delacroix non rinuncia al minimo dettaglio ed infatti ha ritratto anche Filippo Argenti, uno dei dannati che cerca di rovesciare la barca citato da Dante nella sua opera.
Davanti a questi pericoli Dante ha paura e cerca di scacciare gli aggressori muovendo un braccio; Virgilio, invece, è tranquillo e cerca di rassicurare Dante tenendogli la mano.
Stile
Per quest’opera Delacroix per le forme muscolose ed il chiaroscuro dei dannati si ispira molto a Michelangelo Buonarroti.
E non solo.
In questa scena c’è una struttura piramidale ripresa dalla Zattera della Medusa di Géricault (ne ho parlato a fondo in questo articolo); questa “piramide” passa lungo il braccio alzato di Dante ed ha la base nella folla di dannati in basso.
Gli iracondi nella parte inferiore della scena hanno anche un altro ruolo: danno ritmo all’opera. I loro corpi curvi e movimenti dinamici accompagnano il movimento del fiume, dando la sensazione che ci siano delle onde che rendono la barca poco stabile.
Delacroix ha usato soprattutto colori scuri e dove spiccano dei toni caldi soprattutto per:
- Colore della pelle dei dannati
- Cappuccio di Dante
- Manto di Virgilio
- Fiamme della città di Dite
La luce arriva dall’alto e mette in risalto il panneggio delle vesti ed il corpo dei dannati. E c’è anche la luce delle fiamme di Dite in lontananza che ci permettono di osservare che ci sono altri dannati in secondo piano, in fondo a sinistra.
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