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Canto d’amore di Giorgio de Chirico: Inno alla Vita

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“Canto d’amore” Giorgio de Chirico
Data di Realizzazione1914
Dimensioni73 x 59,1 cm
TecnicaOlio su tela
Dove si TrovaMuseum of Modern Art, New York
Informazioni Canto d’amore Giorgio de Chirico

Caratteristiche Chiave

  • Il significato dell’opera è il seguente: il guanto rosso da levatrice rappresenta la nascita ed il destino di de Chirico; il calco dell’Apollo del Belvedere rappresenta la bellezza e l’obiettivo della vita dell’artista; il muro su cui sono attaccati statua e guanto invece simboleggiano la realtà, mentre la sfera in primo piano è simbolo del gioco. La tela è legata alle opere del filosofo Nietzsche e rappresenta il canto dell’arte che vince la malinconia e spinge ad amare di più la vita
  • L’artista si richiama al mondo classico usando una geometria della scena precisa (come nelle opere rinascimentali), poi con un chiaroscuro pulito sugli oggetti e con un forte contrasto di colori

Storia

Giorgio de Chirico realizza questa tela a Parigi.

Ecco com’è arrivata a New York:

  • Dal 1914 al 1927 la tela ce l’ha Paul Guillaume, a Parigi
  • Dal 1928 al 1950 si trova nella collezione di Marcel Raval, sempre a Parigi
  • Dal 1950 diventa di proprietà di Nelson A. Rockfeller ed arriva negli Stati Uniti d’America

Soltanto nel 1979 il collezionista la lascerà al Museum of Modern Art di New York, dov’è esposta ancora oggi.

Descrizione

Prima di spiegarti quest’opera dobbiamo fare un passo indietro e parlare – in breve – dell’arte metafisica.

Nota: L’arte metafisica è stata ideata da Giorgio de Chirico e Carlo Carrà. Le loro opere sono ambientate in piazze d’Italia senza persone ma piene di oggetti diversi. Le scene di de Chirico, in particolare, sono così caratteristiche al punto da sembrare una realtà di un altro mondo. Le opere dei due artisti hanno ispirato anche gli artisti Surrealisti.

Detto ciò, guardiamo il Canto d’amore di De Chirico.

Uno dei primi oggetti che salta all’occhio è la classica statua dell’Apollo del Belvedere, qui “bloccata” alla parete esterna di un grande edificio.

Particolare dell’Apollo del Belvedere

Accanto c’è un chiodo che fissa al muro un grande guanto di plastica.

Particolare del chiodo con il guanto da levatrice

Più in basso c’è una specie di palla ferma che non rotola, mentre sulla destra c’è un altro edificio alto con delle aperture vuote.

Particolare della sfera e dell’edificio con aperture

In fondo a sinistra invece, dietro al muretto di mattoni di vede la sagoma di un treno a vapore.

Particolare del treno

Non c’è traccia traccia di nessuna persona nella scena.

De Chirico per quest’opera si richiama al mondo classico, e si vede da:

  • Geometria della scena regolare e precisa, tipica della pittura Rinascimentale
  • Utilizzo di un chiaroscuro deciso sugli oggetti e senza mescolare i colori
  • Contrasto evidente di colori (guanto arancione che risalta sull’edificio marrone e lo stesso edificio in contrasto con l’azzurro del cielo ed il blu della strada; calco dell’Apollo molto luminoso e che risalta rispetto al resto dell’opera)

La luce nella scena arriva da in alto a destra, come si vede dalla posizione delle ombre.

Particolare della direzione della luce

Per quanto riguarda la prospettiva, soltanto l’edificio di destra è in tre dimensioni, mentre quello al centro in basso è dipinto di fronte e man mano che va verso l’alto acquisisce profondità.

La profondità nel resto della scena è data da sovrapposizione di piani.

Significato

Sappiamo che nel luglio 1914 de Chirico ha comprato dei guanti rossi da levatrice: luglio è il mese del suo compleanno, e pensando al ruolo della levatrice, i guanti rappresentano la sua nascita ed il suo destino.

Il calco dell’Apollo del Belvedere rappresenta la bellezza e l’obiettivo della vita di de Chirico.

Il muro sui cui sono messe la statua ed il guanto invece rappresentano la realtà.

La sfera in primo piano è il simbolo della forza cosmica del gioco ed ai bambini dona la gioia.

Poi c’è il colore ocra molto utilizzato in questa scena: è il tono dell’autunno e della malinconia ed ha a che fare con il filosofo Nietzsche a cui de Chirico è molto legato.

Nelle sue opere, il protagonista Zarathustra parla con la vita e le confessa tutto l’amore che prova per lei, ma allo stesso tempo le confida anche il risentimento che vive ogni volta che la incontra.

Da qui si spiega il titolo dell’opera di Giorgio.

La tela è un canto dell’arte che ha la meglio sulla malinconia e spinge ad amare ancora di più la vita.

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