Data di Realizzazione | 2°-1° secolo a.C. |
Altezza | 170 cm |
Materiale | Bronzo |
Dove si Trova | Museo Archeologico Nazionale, Firenze |
Caratteristiche Chiave
- La scultura rappresenta un notabile etrusco di nome Aulo Metello, impegnato in un’arringa con il braccio destro alzato per attirare l’attenzione su di sé mentre cerca di convincere il giudice o la giuria con il suo discorso
- La statua è stata trovata a Pila, in una frazione di Perugia
- Sulla toga c’è un’iscrizione etrusca del 2° secolo a.C. che indica l’identità di Aulo Metello e chi ha fatto realizzare l’opera
- L’autore della scultura è ignoto ma piuttosto che concentrarsi sulla resa dell’identità del protagonista ha preferito mettere in risalto il suo gesto dell’arringa
Storia
Ciò che sappiamo sulla storia di quest’opera è merito dell’iscrizione presente sulla toga del protagonista.
È una scritta in caratteri etruschi ed è del 2° secolo a.C.
C’è scritto:
“auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś”
Anche se non è certo al 100%, la traduzione dovrebbe essere:
“Ad Aulo Metello, figlio di Vel e di Vesi, l’assemblea eresse questa statua grazie al versamento di un contributo pubblico“.
Quindi il protagonista della statua dovrebbe essere un certo Aulo Metello.
Secondo degli studi doveva trattarsi di un notabile etrusco di Perugia o Cortona e la statua doveva trovarsi all’interno di un santuario.
Per quanto riguarda il ritrovamento della statua, anche lì c’è stata un po’ di confusione.
Alcune fonti all’inizio parlavano del ritrovamento a Sanguineto (vicino Tuoro sul Trasimeno) nel 1566, mentre altri documenti parlavano di Pila, una frazione di Perugia.
In seguito a studi approfonditi, è stato affermato con sicurezza che l’Arringatore del Trasimeno è stato ritrovato a Pila.
Oggi è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Descrizione
Aulo Metello, il protagonista della statua indossa una toga e degli alti calzari.
È stato rappresentato mentre sta eseguendo un gesto per attirare l’attenzione su di sé mentre si preparare per un’arringa.
Nota: L’arringa è un discorso di difesa ben elaborato che si fa durante un processo penale per convincere il giudice o la giuria della propria tesi.
Non sappiamo chi sia lo scultore dell’opera, ma quel che è certo è che si è impegnato molto sul rendere con la massima precisione il gesto di persuasione del protagonista (nota anche come si flette il busto per enfatizzare ancora di più la sua azione) piuttosto che la sua identità.
Mentre il braccio sinistro è rilassato ed avvolto nel panneggio, quello destro è teso verso l’alto con il palmo della mano rivolto in avanti.
Curiosità: La mano destra si è spezzata (poi è stata riattaccata in seguito) quando la statua è stata riportata alla luce dopo la sua scoperta. È più grande del resto del corpo poiché era il dettaglio più importante dell’opera.
Anche il volto è interessante.
Lo scultore ha aggiunto delle rughe sulla fronte e delle incisioni sottili attorno agli occhi per sottolineare l’età avanzata di Aulo Metello.
Ha fatto molta attenzione anche nella resa della cavità degli occhi, ben disegnate e che gli conferiscono un’espressione realistica, così come i capelli molto dettagliati.
Domande Frequenti Sull’Arringatore
La statua etrusca dell’arringatore simoleggia Aulo Metello, un notabile etrusco impegnato mentre fa un’arringa, ovvero un discorso per convincere giudice o giuria della sua tesi durante un processo.
L’arringatore del Trasimeno si trova al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
L’Arringatore è stato trovato a Pila, in una frazione di Perugia.
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